Al Regina Coeli Francesco ricorda le vittime degli attentati in Egitto e Manchester. Poi saluta i lavoratori di Mediaset Roma auspicando che «la loro situazione lavorativa possa risolversi non limitandosi al mero profitto, ma rispettando i diritti di tutte le persone coinvolte»
Una preghiera per le vittime degli attentati in Egitto e a Manchester affinché «il Signore converta i cuori dei terroristi». E un pensiero speciale ai dipendenti di Mediaset Roma perché «la loro situazione lavorativa possa risolversi avendo come finalità il vero bene dell’azienda e non limitandosi al mero profitto, ma rispettando i diritti di tutte le persone coinvolti. Soprattutto il diritto al lavoro». Così Papa Francesco durante il Regina Coeli di oggi, recitato in piazza San Pietro nella solennità dell’Ascensione del Signore.
«La presenza di Gesù porta fortezza nelle persecuzioni, conforto nelle tribolazioni, sostegno nelle situazioni di difficoltà che incontrano la missione e l’annuncio del Vangelo», afferma Francesco durante la preghiera mariana. Ed esprime la sua «vicinanza al caro fratello Tawadros e alla comunità copta ortodossa in Egitto, che due giorni fa ha subito un altro atto di feroce violenza: le vittime, tra cui anche bambini, sono fedeli che si recavano a un santuario a pregare, e sono stati uccisi dopo che si erano rifiutati di rinnegare la loro fede cristiana, il Signore accolga nella sua pace questi coraggiosi testimoni, e converta i cuori dei terroristi».
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Nella sua catechesi prima del Regina Coeli spiega invece che «la Chiesa esiste per annunciare il Vangelo, solo per quello. E anche la gioia della Chiesa è annunciare il Vangelo». Questa Chiesa «siamo tutti noi battezzati» sottolinea, pertanto «oggi siamo invitati a comprendere meglio che Dio ci ha dato la grande dignità e responsabilità di annunciarlo al mondo, di renderlo accessibile all’umanità. Questa è la nostra dignità, questo è il più grande onore nella Chiesa».
Bergoglio riflette quindi sull’Ascensione di Gesù al cielo, avvenuta 40 giorni dopo la Pasqua, e che la Chiesa celebra oggi in Italia e in altri Paesi. «La pagina evangelica, quella che conclude il Vangelo di Matteo, ci presenta il momento del definitivo commiato del Risorto dai suoi discepoli – spiega -. La scena è ambientata in Galilea, il luogo dove Gesù li aveva chiamati a seguirlo e a formare il primo nucleo della sua nuova comunità. Adesso quei discepoli sono passati attraverso il “fuoco” della passione e della risurrezione; alla vista del Signore risorto gli si prostrano davanti, alcuni però sono ancora dubbiosi. A questa comunità spaurita, Gesù lascia il compito immenso di evangelizzare il mondo; e concretizza questo incarico con l’ordine di insegnare e battezzare nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo».
L’Ascensione di Gesù al cielo, rileva il Papa, costituisce perciò «il termine della missione che il Figlio ha ricevuto dal Padre e l’avvio della prosecuzione di tale missione da parte della Chiesa». Da questo momento, infatti, «la presenza di Cristo nel mondo è mediata dai suoi discepoli, da quelli che credono in Lui e lo annunciano». E questa missione «durerà fino alla fine della storia e godrà ogni giorno dell’assistenza del Signore risorto», il quale assicura: «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
L’Ascensione, prosegue Papa Francesco, ricorda «questa assistenza di Gesù e del suo Spirito che dà fiducia e sicurezza alla nostra testimonianza cristiana nel mondo». Dunque in questa festa, «mentre rivolgiamo lo sguardo al cielo, dove Cristo è asceso e siede alla destra del Padre, rafforziamo i nostri passi sulla terra per proseguire con entusiasmo e coraggio il nostro cammino, la nostra missione di testimoniare e vivere il Vangelo in ogni ambiente», incoraggia il Pontefice. «Siamo però ben consapevoli – prosegue – che questa non dipende prima di tutto dalle nostre forze, da capacità organizzative e risorse umane. Soltanto con la luce e la forza dello Spirito Santo noi possiamo adempiere efficacemente la nostra missione di far conoscere e sperimentare sempre più agli altri l’amore e la tenerezza di Gesù».
Al momento dei saluti, il Papa ricorda che oggi si celebra la Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, sul tema “Non temere perché io sono con te”. «I mezzi di comunicazione sociale – afferma – offrono la possibilità di condividere e diffondere all’istante le notizie in modo capillare: queste notizie possono essere belle o brutte, vere o false, preghiamo perché la comunicazione, in ogni sua forma, sia effettivamente costruttiva, al servizio della verità rifiutando i pregiudizi, e diffonda speranza e fiducia nel nostro tempo».
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Dopo la preghiera per le vittime degli attentati e un pensiero speciale ai lavoratori di Mediaset Roma, il Pontefice saluta i pellegrini, le famiglie, i gruppi parrocchiali, le associazioni e le scuole presenti in piazza San Pietro. In particolare i fedeli del Colorado, i gruppi folcloristici bavaresi venuti per la grande parata nel centenario della festa della Patrona Bavariae (che hanno improvvisato uno stacchetto musicale nella piazza) e i polacchi partecipanti al pellegrinaggio al Santuario di Piekary.
Il saluto del Papa va anche ai Missionari Comboniani che festeggiano 150 anni di fondazione e al pellegrinaggio delle Suore Ospedaliere di Ascoli Piceno. Infine un «pensiero speciale e un incoraggiamento» ai «rappresentanti delle associazioni di volontariato che promuovono la donazione degli organi, atto nobile e meritorio».
Prima di congedarsi, Francesco ha concluso il Regina Coeli con «un grande saluto ai genovesi» insieme ad un «grande grazie per la calorosa accoglienza che mi hanno riservato ieri» durante la sua visita pastorale: «Che il Signore li benedica tutti e la Madonna della Guardia li protegga»
di Giacomo Galeazzi per Vatican Insider
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