La paura paralizza, la fiducia libera. Sono le parole di Papa Francesco prima della recita dell’Angelus di questa domenica. Il Pontefice ha continuato così: “E chiediamoci: credo che Dio è Padre e mi affida dei doni perché si fida di me? E io, confido in Lui al punto da mettermi in gioco, senza scoraggiarmi, anche quando i risultati non sono certi né scontati? So dire ogni giorno nella preghiera: “Signore, io confido in te!”?
Le parole di Papa Francesco prima dell’Angelus della Domenica
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Il Vangelo di oggi ci presenta la parabola dei talenti. Un padrone parte per un viaggio e affida ai servi i suoi talenti, ovvero i suoi beni: capitali, i talenti erano un’unità monetaria. Li distribuisce in base alle capacità di ciascuno. Al ritorno chiede conto di ciò che hanno fatto. Due di loro hanno raddoppiato quanto ricevuto e il signore li loda, mentre il terzo, per paura, ha seppellito il suo talento e può solo restituirlo, ragione per cui riceve un severo rimprovero. Guardando a questa parabola, possiamo imparare due modi diversi di accostarci a Dio.
Primo modo. È quello di colui che seppellisce il talento ricevuto: egli non si fida, né del padrone né di sé stesso. Infatti dice al suo signore: «So che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso» . Nei suoi confronti prova paura. Non vede la stima e la fiducia che il Signore ripone in lui, ma l’agire di un padrone che pretende più di ciò che dà, di un giudice che fa incombere sui fallimenti degli altri l’ombra dei suoi duri castighi. Questa è la sua immagine di Dio: non riesce a credere alla sua bontà. Per questo si blocca e non si lascia coinvolgere nella missione ricevuta.
Vediamo allora il secondo modo, negli altri due protagonisti, che ricambiano la fiducia del loro signore fidandosi a loro volta di lui. Investono tutto quello che hanno ricevuto, anche se non sanno in partenza se tutto andrà bene: accettano il rischio di mettersi in gioco. Si fidano e rischiano: contano sulla comprensione del padrone che li ha scelti, sulla bontà del dono loro affidato, sulle capacità ricevute.
Così hanno il coraggio di agire con libertà, in modo creativo, generando nuova ricchezza.
Ecco il bivio che abbiamo di fronte a Dio: paura o fiducia. Come i protagonisti della parabola, anche noi – tutti noi – abbiamo ricevuto dei talenti, ben più preziosi del denaro. Ma molto di come li investiamo dipende dalla fiducia nei confronti del Signore, che ci libera il cuore, ci fa essere attivi e creativi nel bene. La fiducia libera, la paura paralizza.
Ricordiamo: la paura paralizza, la fiducia libera. E chiediamoci: credo che Dio è Padre e mi affida dei doni perché si fida di me? E io, confido in Lui al punto da mettermi in gioco, senza scoraggiarmi, anche quando i risultati non sono certi né scontati? So dire ogni giorno nella preghiera: “Signore, io confido in te!”?
Infine, come Chiesa: coltiviamo nei nostri ambienti un clima di fiducia e di stima reciproca, che sblocchi le persone e stimoli in tutti la creatività dell’amore? La Vergine Maria ci aiuti a vincere la paura e a fidarci di Dio.