Papa Francesco durante il breve Angelus al termine della Celebrazione Eucaristica ha affidato alla Vergine Santa le famiglie, i giovani, gli anziani, i carcerati e tutti i sofferenti rivolgendo un pensiero speciale per i malati di leucemia nella Giornata nazionale contro leucemie, linfomi e mieloma. Maria Consolata – ha detto Francesco – renda salda la fede per essere “sale e luce” in questa terra benedetta. “Una terra di cui sono nipote”, ha concluso il Papa ricordando le proprie origini piemontesi.
LE PAROLE DI PAPA FRANCESCO
Al termine di questa celebrazione, il nostro pensiero va alla Vergine Maria, madre amorosa e premurosa verso tutti i suoi figli, che Gesù le ha affidato dalla croce, mentre offriva Sé stesso nel gesto di amore più grande. Icona di questo amore è la Sindone, che anche questa volta ha attirato tanta gente qui a Torino. La Sindone attira verso il volto e il corpo martoriato di Gesù e, nello stesso tempo, spinge verso il volto di ogni persona sofferente e ingiustamente perseguitata. Ci spinge nella stessa direzione del dono di amore di Gesù. “L’amore di Cristo ci spinge”: questa parola di san Paolo era il motto di san Giuseppe Benedetto Cottolengo.
Alla Vergine Santa affido questa città e il suo territorio e coloro che vi abitano, perché possano vivere nella giustizia, nella pace e nella fraternità. In particolare affido le famiglie, i giovani, gli anziani, i carcerati e tutti i sofferenti, con un pensiero speciale per i malati di leucemia nell’odierna Giornata Nazionale contro leucemie, linfomi e mieloma. Maria Consolata, regina di Torino e del Piemonte, renda salda la vostra fede, sicura la vostra speranza e feconda la vostra carità, per essere “sale e luce” di questa terra benedetta della quale io sono nipote.
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Al termine della Celebrazione Eucaristica, il Santo Padre raggiunge in auto l’Episcopio e lungo il tragitto, in via dell’Arcivescovado, saluta i Militari dell’attigua Scuola di Formazione che si trovano schierati al Suo passaggio. In Arcivescovado Papa Francesco pranza con i giovani detenuti del Carcere minorile “Ferrante-Aporti”, con alcuni immigrati e senza fissa dimora, e con una famiglia Rom. Al termine saluta il fondatore del SERMIG (Servizio Missionario Giovanile), Ernesto Olivero e i suoi giovani, che hanno servito il pranzo.
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