Cecilia Seppia – Città del Vaticano
Il rapporto di Gesù con la gente e il rapporto di Gesù con il Padre, sono i due elementi su cui il Papa incentra la sua riflessione all’Angelus nel giorno in cui la Chiesa celebra la Festa del Battesimo del Signore. Nel racconto evangelico del Battesimo, conferito a Gesù da Giovanni Battista nel Giordano – nota subito il Pontefice – emerge il ruolo del popolo, che non è solo uno sfondo sulla scena, ma una componente importante. Prima di immergersi in quelle acque, Cristo infatti si immerge nella folla, ne assume la condizione umana, condividendo tutto, eccetto il peccato.
Gesù, unendosi al popolo, svela il senso e la logica della sua missione e attraverso il segno dello Spirito Santo, inizia “un mondo nuovo, una nuova creazione di cui fanno parte tutti coloro che scelgono di accogliere Cristo nella propria vita”.
Anche a ciascuno di noi, che siamo rinati con Gesù nel Battesimo, sono rivolte le parole del Padre: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento». Questo amore del Padre, che abbiamo ricevuto nel giorno del nostro Battesimo, è una fiamma che è stata accesa nel nostro cuore, e richiede di essere alimentata mediante la preghiera e la carità.
Oltre ad immergersi nella gente e farsi carne, Gesù – aggiunge il Papa – si immerge nella preghiera e quindi nella comunione con il Padre e ricevendo il Battesimo inizia la sua vita pubblica e la sua missione nel mondo per manifestare l’amore a tutti gli uomini. Anche noi, esorta Francesco, siamo chiamati a questo “innesto” con Dio per essere testimoni autentici e coerenti:
Anche la missione della Chiesa e quella di ognuno di noi, per essere fedele e fruttuosa, è chiamata ad “innestarsi” su quella di Gesù. Si tratta di rigenerare continuamente nella preghiera l’evangelizzazione e l’apostolato, per rendere una chiara testimonianza cristiana non secondo i nostri progetti umani, ma secondo il piano e lo stile di Dio.
Dalla finestra dell’Angelus, il Papa lancia l’invito a tutti i fedeli a rinnovare con “gratitudine e convinzione” le promesse del proprio Battesimo per vivere quotidianamente e con coerenza in linea con esse e ancora una volta suggerisce di andare a chiedere ai genitori, ai nonni, agli zii la data precisa in cui abbiamo ricevuto il Sacramento, origine della vita cristiana.
Stamattina, secondo la consuetudine di questa festa, ho avuto la gioia di battezzare un bel gruppo di neonati. Preghiamo per loro e per le loro famiglie. E, in questa occasione, rinnovo a tutti l’invito a conservare sempre viva e attuale la memoria del proprio Battesimo. Lì ci sono le radici della nostra vita in Dio; le radici della nostra vita eterna, che Gesù Cristo ci ha donato con la sua Incarnazione, Passione, Morte e Risurrezione.
L’ultimo e forte richiamo del Santo Padre è quello di affidare la nostra vita allo Spirito Santo, lasciandosi guidare da lui:
Come Gesù dopo il suo battesimo, lasciamoci guidare dallo Spirito Santo in tutto ciò che facciamo. Ma per questo dobbiamo invocarlo! Impariamo a invocare più spesso, nelle nostre giornate, lo Spirito Santo, per poter vivere con amore le cose ordinarie, e così renderle straordinarie.
I saluti del dopo Angelus vanno ai professori e agli alunni di Los Santos de Maimona e di Talavera la Real, in Spagna, e ai gruppi parrocchiali venuti dalla Polonia. Il Papa scherza con i neocatecumenali polacchi: “siete venuti a festeggiare il compleanno di Kiko?”. L’iniziatore del Cammino Neocatecumenale ha festeggiato 80 anni lo scorso mercoledì, 9 gennaio.
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