Come Giovanni Battista, lasciamoci prendere dallo stupore di fronte alla “novità inaudita” di un Dio, che in Gesù, si fa solidale con noi e salva il mondo facendosi carico dei nostri peccati. Lo ha affermato Papa Francesco oggi all’Angelus. Il Papa ha rivolto poi il suo auspicio per il buon esito della Conferenza di Berlino sulla Libia
Adriana Masotti – Città del Vaticano
Un bel sole, che inonda piazza San Pietro, fa da cornice all’Angelus di Papa Francesco. La pagina evangelica proposta dalla liturgia di oggi, tratta dal Vangelo secondo Giovanni, riporta la testimonianza di Giovanni Battista su Gesù, consacrato dallo Spirito Santo e proclamato dal Padre “Figlio di Dio” durante il battesimo nel fiume Giordano. Il Battista, dice il Papa, “è stato il primo testimone di Cristo” e non può fare a meno di raccontare la sua esperienza:
Giovanni ha visto qualcosa di sconvolgente, cioè il Figlio amato di Dio solidale con i peccatori; e lo Spirito Santo gli ha fatto comprendere la novità inaudita, un vero ribaltamento. Infatti, mentre in tutte le religioni è l’uomo che offre e sacrifica qualcosa a Dio, nell’evento Gesù è Dio che offre il proprio Figlio per la salvezza dell’umanità.
Giovanni Battista riconosce in Gesù “l’agnello di Dio” venuto per togliere i peccati del mondo e Francesco afferma che la sua testimonianza ci invita a mettere al centro della nostra vita di fede la misericordia di Dio, incarnata da Gesù Cristo.
Lasciarci nuovamente sorprendere dalla scelta di Dio di stare dalla nostra parte, di farsi solidale con noi peccatori, e di salvare il mondo dal male facendosene carico totalmente.
Papa Francesco invita quindi a desiderare, imparando dal Battista, di conoscere di più Gesù, attraverso il Vangelo e magari fermandosi a contemplare un’immagine del suo volto.
Contempliamo con gli occhi e più ancora col cuore; e lasciamoci istruire dallo Spirito Santo, che dentro ci dice: È Lui! È il Figlio di Dio fattosi agnello, immolato per amore. Lui, Lui solo ha portato, Lui solo ha sofferto, ha espiato il peccato, il peccato di ognuno di noi, il peccato del mondo, e anche i miei peccati. Tutti. Li ha portati tutti su di sé e li ha tolti da noi, perché noi fossimo finalmente liberi, non più schiavi del male.
Alla Vergine Maria, infine, il Papa chiede di intercedere perché anche in noi ci sia “la forza di rendere testimonianza al suo Figlio Gesù”, e di annunciarlo con le parole e “con una vita liberata dal male”.
Al termine della preghiera dell’Angelus, i saluti del Papa ai gruppi presenti in Piazza San Pietro, ma prima il suo pensiero va alla Conferenza di Berlino sulla Libia, in corso oggi, auspicando possa essere “l’avvio di un cammino” verso la pace e “la stabilità del Paese”. Quindi Francesco ricorda che questo è l’Anno dell’Infermiere e dell’Ostetrica e invita a pregare per “il loro prezioso lavoro”.
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