All’Angelus, Papa Francesco ha rivolto un augurio speciale per le Olimpiadi in corso a Sochi, in Russia. Un pensiero rivolto a quanti hanno organizzato l’evento come anche ai protagonisti delle diverse discipline sportive:
“In questi giorni si svolgono a Sochi, in Russia, i Giochi Olimpici Invernali. Vorrei far giungere il mio saluto agli organizzatori e a tutti gli atleti, con l’auspicio che sia una vera festa dello sport e dell’amicizia”.
“Tutti noi battezzati siamo discepoli missionari e siamo chiamati a diventare nel mondo un vangelo vivente: con una vita santa daremo ‘sapore’ ai diversi ambienti e li difenderemo dalla corruzione, come fa il sale; e porteremo la luce di Cristo con la testimonianza di una carità genuina. Ma se noi cristiani perdiamo sapore e spengiamo la nostra presenza di sale e di luce perdiamo l’efficacia”.
“Il cristiano – ha detto ancora – dovrebbe essere una persona luminosa, che porta luce, sempre dà luce!” Una luce, ha osservato, “che non è sua, ma è il regalo di Dio, è il regalo di Gesù”. Quindi, su questo, ha dialogato con i fedeli in Piazza San Pietro:
“Ma io vorrei domandarvi adesso, come volete vivere voi? Come una lampada accesa o come una lampada spenta? Accesa o spenta? Come volete vivere? Ma non si sente bene di qua! Come? Lampada accesa, eh! E’ proprio Dio che ci dà questa luce e noi la diamo agli altri. Lampada accesa! Questa è la vocazione cristiana”.
Il Papa ha così ricordato che l’11 febbraio la Chiesa celebra la Giornata Mondiale del Malato, nella memoria della Beata Vergine di Lourdes. E’ l’occasione “propizia”, ha esortato, “per mettere al centro della comunità le persone malate, pregare per loro e con loro, stare loro vicini”. In particolare, ha soggiunto, “possiamo imitare l’atteggiamento di Gesù verso i malati di ogni genere: il Signore si prende cura di tutti, condivide la loro sofferenza e apre il cuore alla speranza”. Ma il Papa non ha mancato di rivolgere il pensiero anche agli operatori sanitari che, ha detto, svolgono un “lavoro prezioso”. Essi, ha rilevato, “incontrano ogni giorno nei malati non solo dei corpi segnati dalla fragilità, ma delle persone, alle quali offrire attenzione e risposte adeguate”:
“La dignità della persona non si riduce mai alle sue facoltà o capacità, e non viene meno quando la persona stessa è debole, invalida e bisognosa di aiuto. Penso anche alle famiglie, dove è normale prendersi cura di chi è malato; ma a volte le situazioni possono essere più pesanti… Tanti mi scrivono, e oggi vorrei assicurare una preghiera per tutte queste famiglie, e dico loro: non abbiate paura della fragilità! Aiutatevi gli uni gli altri con amore, e sentirete la presenza consolante di Dio”.
“L’atteggiamento generoso e cristiano verso i malati – ha ribadito – è sale della terra e luce del mondo” ed ha invocato la Vergine Maria affinché “ci aiuti a praticarlo, e ottenga pace e conforto per tutti i sofferenti”. Al momento dei saluti ai pellegrini, il Papa ha quindi rivolto un saluto particolare a quanti, in diverse parti del mondo, sono messi alla prova dal maltempo:
“Prego per quanti stanno soffrendo danni e disagi a causa di calamità naturali, in diversi Paesi, anche qui a Roma, gli sono vicino… La natura ci sfida ad essere solidali e attenti alla custodia del creato, anche per prevenire, per quanto possibile, le conseguenze più gravi”.
Il servizio è di Alessandro Gisotti per la Radio Vaticana
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