In quella che è la Casa di Maria, ma anche “la casa dei giovani”, “la casa della famiglia” e la casa dei malati, Papa Francesco firma una esortazione post-sinodale del Sinodo sui giovani, intitolata “Cristo vive”. Ma Papa Francesco fa di più: pone giovani alla sequela di Maria, “modello di ogni vocazione”, lancia il progetto Loreto, per un santuario che sia centro vocazionale e che sia aperto fino a tardi, luogo ideale per continuare anche le GMG e gli Incontri Mondiali della Famiglia, pone nel mezzo del progetto il Centro Giovanni Paolo II e rilancia l’importanza e la missione “essenziale” della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna.
“È necessario – sottolinea Papa Francesco – riscoprire il disegno tracciato da Dio per la famiglia, per ribadirne la grandezza e l’insostituibilità a servizio della vita e della società”.
Comincia un po’ in anticipo il pellegrinaggio a Loreto di Papa Francesco, lì nel luogo dove la leggenda vuole che la casa della Santa Famiglia d Nazareth sia stata portata dagli angeli, e dove Giovanni XXIII arrivò in treno prima del Concilio Vaticano II inaugurando, in questo modo, l’era moderna dei viaggi papali, mentre fu Pio IX l’ultimo Papa a celebrare lì nel giorno dell’Annunciazione. Durante il volo, Papa Francesco ha salutato la popolazione di Amandola, uno dei centri colpiti dal terremoto del 2016. Poi, arrivato al santuario, è stato accompagnato dall’arcivescovo Fabio Dal Cin nella Santa Casa, dove si è fermato in preghiera per circa 10 minuti.
Nella casa dove “la Vergine Santa pronunciò il suo sì, diventando la madre di Gesù”, e dove “vengono in tanti, dall’Italia e da ogni parte del mondo, per attingere forza e speranza”, Papa Francesco ha voluto firmare l’esortazione post-sinodale, dato che “la Santa Casa è la casa dei giovani, perché qui la Vergine Maria, giovane piena di grazia, continua a parlare alle nuove generazioni, accompagnando ciascuno nella ricerca della propria vocazione”.
È questo il motivo per cui Papa Francesco ha scelto simbolicamente di firmare proprio lì l’esortazione post-sinodale del Sinodo su “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, che si è tenuto ad ottobre 2018 in Vaticano. E lo ha voluto fare nel giorno in cui si ricorda l’Annunciazione perché è lì che “appare la dinamica nella vocazione espressa nei tre momenti dell’ascolto della Parola progetto di Dio, il discernimento e la decisione.
Papa Francesco spiega che il momento dell’ascolto è dato dalle parole dell’Angelo a Mara, perché “è sempre Dio che prende l’iniziativa di chiamare alla sua sequela”, “lui va sempre, sempre prima”, con un “irrompere discreto, ma forte, nella vita di un giovane per offrirgli il suo amore”, e allora “occorre essere pronti e disponibili ad ascoltare ed accogliere la voce di Dio, che non si riconosce nel frastuono e nell’agitazione”.
Papa Francesco sottolinea che il disegno di Dio per ciascuno “non si percepisce rimanendo in superficie”, ma scendendo più a fondo, ed è lì che Maria invita i giovani a scendere e a sintonizzarsi con l’azione.
Quindi c’è il discernimento, dice il Papa, che è dato dalla domanda di Maria all’angelo, ovvero “Come succederà?”. Non è un dubbio, nota Papa Francesco, ma è piuttosto il desiderio della Vergine di “scoprire le sorprese di Dio”, con “l’attenzione a cogliere tutte le esigenze del progetto di Dio sulla sua vita”, conoscendolo a fondo per “rendere più responsabile e completa la propria collaborazione”.
Maria ha dunque “l’atteggiamento tipico del discepolo”, perché “ogni collaborazione umana all’iniziativa gratuita di Dio si deve ispirare a un approfondimento delle proprie capacità e attitudini, coniugato con la consapevolezza che è sempre Dio a donare, ad agire
”, trasformando la povertà e la piccolezza di quanti il Signore chiama a seguirlo nella “ricchezza della manifestazione del Signore e nella forza dell’Onnipotente.Sottolinea Papa Francesco che “Maria è il modello di ogni vocazione e l’ispiratrice di ogni pastorale vocazionale: i giovani che sono in ricerca o si interrogano sul loro futuro, possono trovare in Maria Colei che li aiuta a discernere il progetto di Dio su loro stessi e la forza per aderire ad esso”.
Papa Francesco fa di più: lancia il progetto di Loreto come “luogo privilegiato dove i giovani possano venire alla ricerca della propria vocazione”, come “polo spirituale a servizio della pastorale vocazionale”, e per questo chiede il rilancio del centro Giovanni Paolo II come “luogo dove i giovani e i loro educatori possono sentirsi accolti, accompagnati e aiutati a discernere”. Il centro era stato inaugurato nel 2000 a Montorso dal Cardinale Angelo Comastri, allora arcivescovo prelato di Loreto, ed era stato costruito a seguito della visita di San Giovanni Paolo II nel 1995 per l’Agorà dei Giovani del Mediterraneo, ed è attualmente chiuso per de lavori ristrutturazione.
Il progetto Loreto è più ampio: il Papa chiede “caldamente” ai Frati Cappuccini (che ha lodato all’inizio del discorso per la loro presenza, specialmente nell’esercitare il ministero della confessione) di estendere l’orario di apertura della Basilica e della Santa Casa durante la tarda serata e l’inizio della notte quando “ci sono gruppi di giovani che vengono a pregare e discernere la loro vocazione”, perché “il Santuario della Santa Casa di Loreto, anche a motivo della sua collocazione geografica al centro della Penisola, si presta per diventare, per la Chiesa che è in Italia, luogo di proposta per una continuazione degli incontri mondiali dei giovani e della famiglia”.
Papa Francesco sottolinea poi che “la casa di Maria è anche la casa della famiglia”, afferma che “la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna” ha una importanza e una missione essenziale “nella delicata situazione del mondo odierno”, e dunque “è necessario riscoprire il disegno tracciato da Dio per la famiglia, per ribadirne la grandezza e l’insostituibilità a servizio della vita e della società”.
“L’esperienza domestica della Vergine Santa – dice Papa Francesco – sta ad indicare che famiglia e giovani non possono essere due settori paralleli della pastorale delle nostre comunità, ma devono camminare strettamene uniti, perché molto spesso i giovani sono ciò che una famiglia ha dato loro nel periodo della crescita”.
Ma la Casa di Maria è anche la casa dei malati, perché lì “trovano accoglienza quanti soffrono nel corpo e nello spirito, e la Madre porta a tutti la misericordia del Signore di generazione in generazione”. Papa Francesco chiede di “non cadere nella cultura dello scarto, proposta dalle molteplici colonizzazioni ideologiche” I malati, ammonisce il Papa, devono essere accolti “dentro la famiglia”, perché “la casa e la famiglia sono la prima cura del malato nell’amarlo, sostenerlo, incoraggiarlo e prendersene cura”.
Papa Francesco – che nel pomeriggio incontrerà i volontari dell’UNITALSI – lancia un messaggio ai malati: “Voi siete al centro dell’opera di Cristo, perché condividete e portate in maniera più concreta dietro a lui la croce di ogni giorno”, e dunque “la vostra sofferenza può diventare una collaborazione decisiva per l’avvento del Regno di Dio”.
Papa Francesco conclude affidando la missione di “portare il Vangelo della pace e della vita ai nostri contemporanei spesso distratti, presi dagli interessi terreni o immersi in un clima di aridità spirituale”, perché “c’è bisogno di persone semplici e sapienti, umili e coraggiose, povere e generose”, che “alla scuola di Maria accolgano senza riserve il Vangelo nella propria vita”, così che, a partire dalla santità del popolo di Dio, continueranno a diffondersi in Italia, in Europa e nel mondo testimonianze di santità n ogni stato di vita, per rinnovare la Chiesa e animare la società col lievito del Regno di Dio”.
E conclude invocando la Vergine Santa, affinché “aiuti tutti, specialmente i giovani, a percorrere il cammino della pace e della fraternità fondate sull’accoglienza e sul perdono, sul rispetto dell’altro e sull’amore che è dono di sé”.
Servizio pubblicato da AciStampa e realizzato da Andrea Gagliarducci, vaticanista
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