“Quanto fa bene vivere di gratitudine e di benedizione anziché di rimpianti e lamentele, alzare lo sguardo verso l’alto invece che tenere il muso lungo!” sono parole di Papa Francesco all’Angelus di questa festa dell’Assunta in piazza San Pietro.
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Oggi, solennità dell’Assunzione della Vergine Maria, contempliamo lei che sale in anima e corpo alla gloria del Cielo. Anche il Vangelo odierno ce la presenta mentre sale, questa volta verso una «regione montuosa» (Lc 1,39), per aiutare la cugina Elisabetta, e là proclama il cantico gioioso del Magnificat. Maria sale e la Parola di Dio ci rivela ciò che la caratterizza mentre va verso l’alto: il servizio al prossimo e la lode a Dio.
L’evangelista Luca, del resto, narra la vita stessa di Cristo come una salita verso l’alto, verso Gerusalemme, luogo del dono di sé sulla croce, e allo stesso modo descrive anche il cammino di Maria. Gesù e Maria percorrono insomma la stessa strada: due vite che salgono in alto, glorificando Dio e servendo i fratelli; due vite che vincono la morte e risorgono; due vite i cui segreti sono il servizio e la lode. Soffermiamoci su questi due aspetti.
Il servizio. È quando ci abbassiamo a servire i fratelli che andiamo in alto: è l’amore che eleva la vita. Ma servire non è facile: la Madonna, che ha appena concepito, percorre quasi 150 chilometri per raggiungere, da Nazaret, la casa di Elisabetta. Aiutare costa! Lo sperimentiamo anche noi, nella fatica, nella pazienza e nelle preoccupazioni che il prendersi cura degli altri comporta. Pensiamo, ad esempio, ai chilometri che tanti percorrono ogni giorno per andare e tornare dal lavoro e svolgere molte mansioni a favore del prossimo; pensiamo ai sacrifici di tempo e di sonno per accudire un neonato o un anziano; e all’impegno nel servire chi non ha da ricambiare, nella Chiesa come nel volontariato.
È faticoso, ma è salire verso l’alto, è guadagnare il Cielo!
Però il servizio rischia di essere sterile senza la lode a Dio. Infatti, quando Maria entra in casa della cugina, loda il Signore. Non parla della sua stanchezza per il viaggio, ma dal cuore le prorompe un canto di giubilo. Perché chi ama Dio conosce la lode. E il Vangelo oggi ci mostra “una cascata di lode”: il bambino sussulta di gioia nel grembo di Elisabetta (cfr Lc 1,44), la quale pronuncia parole di benedizione e “la prima beatitudine”: «Beata colei che ha creduto» (Lc 1,45); e tutto culmina in Maria, che proclama il Magnificat (cfr Lc 1,46-55). La lode aumenta la gioia. La lode è come una scala: porta in alto i cuori. La lode eleva gli animi e vince la tentazione di abbattersi.
Quanto fa bene lodare ogni giorno Dio, e anche gli altri! Quanto fa bene vivere di gratitudine e di benedizione anziché di rimpianti e lamentele, alzare lo sguardo verso l’alto invece che tenere il muso lungo!
Servizio e lode. Proviamo a interrogarci in proposito: vivo il lavoro e le occupazioni quotidiane con spirito di servizio? Mi dedico a qualcuno gratuitamente, senza ricercare vantaggi immediati? Faccio insomma del servizio il “trampolino di lancio” della mia vita? E pensando alla lode: so, come Maria, esultare in Dio (cfr Lc 1,47)?
Prego benedicendo il Signore? E, dopo averlo lodato, diffondo la sua gioia tra le persone che incontro?
La nostra Madre, Assunta in Cielo, ci aiuti a salire ogni giorno più in alto attraverso il servizio e la lode.
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