“Le parole di oggi del Vangelo ci fanno ricordare come Gesù ci invita ad incontrarlo, non solamente nel momento finale, ma anche ogni giorno. Se vogliamo essere pronti all’ultimo incontro con il Signore dobbiamo fin da oggi iniziare a non dimenticarci di Lui”, sono le parole di Papa Francesco prima della recita della preghiera dell’Angelus di questa domenica, in una tristissima piazza San Pietro semi-deserta a causa della pandemia in corso.
Spesso dimentichiamo che la meta della nostra vita è l’incontro finale con Dio, e pensiamo solo al presente, a “possedere, emergere, sistemarci”. Come se non dovessimo “mai partire per l’altra vita”, dove il Signore ci attende. Per essere pronti ad incontrarlo, dobbiamo “cooperare con Lui” già ora e “compiere azioni buone ispirate al suo amore”.
QUANDO SI GUARDA SOLO IL PRESENTE, SI PERDE IL SENSO DELL’ATTESA
Le parole di Papa Francesco prima della recita dell’Angelus
Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Il brano del Vangelo di questa domenica (Mt25,1-13) ci invita a prolungare la riflessione sulla vita eterna, iniziata in occasione della Festa di Tutti i Santi e della Commemorazione dei fedeli defunti. Gesù narra la parabola delle dieci vergini invitate a una festa nuziale, simbolo del Regno dei cieli.
Ai tempi di Gesù c’era la consuetudine che le nozze si celebrassero di notte; pertanto il corteo degli invitati doveva procedere con le lampade accese. Alcune damigelle sono stolte: prendono le lampade ma non prendono con sé olio; quelle sagge, invece, assieme alle lampade prendono anche dell’olio. Lo sposo tarda, tarda a venire, e tutte si assopiscono. Quando una voce avverte che lo sposo sta per arrivare, le stolte si accorgono di non avere olio per le loro lampade; lo chiedono alle sagge, ma queste rispondono che non possono darlo, perché non basterebbe per tutte. Mentre le stolte vanno a comprare l’olio, arriva lo sposo. Le ragazze sagge entrano con lui nella sala del banchetto, e la porta viene chiusa. Le altre arrivano troppo tardi e vengono respinte.
E’ chiaro che con questa parabola, Gesù ci vuole dire che dobbiamo essere preparati all’incontro con Lui. Non solo all’incontro finale, ma anche ai piccolo all’impegno di ogni giorno in vista di quell’incontro, per il quale non basta la lampada della fede, occorre anche l’olio della caritàe delle opere buone. La fede che ci unisce veramente a Gesù è quella, come dice l’apostolo Paolo, «che si rende operosa per mezzo della carità» (Gal 5,6). È ciò che viene rappresentato dall’atteggiamento delle ragazze sagge.
La riserva di olio, che esse hanno preso assieme alle lampade, indica le azioni buone fatte in collaborazione con la grazia. Essere saggi e prudenti significa non aspettare l’ultimo momento per corrispondere alla grazia di Dio, ma farlo attivamente da subito. Se vogliamo essere pronti per l’ultimo incontro con il Signore, dobbiamo sin d’ora cooperare con Lui e compiere azioni buone ispirate al suo amore.Capita, purtroppo, di dimenticare la meta della nostra vita, cioè l’appuntamento definitivo con Dio, smarrendo così ilsenso dell’attesa e assolutizzando il presente.
Questo atteggiamento precludeogni prospettiva sull’al di là: si fa tutto come se non si dovesse mai partire per l’altra vita. E allora ci si preoccupa soltanto di possedere, di emergere, di sistemarsi… Se ci lasciamo guidare da ciò che ci appare più attraente, dalla ricerca dei nostri interessi, la nostra vita diventa sterile; non accumuliamo alcuna riserva di olio per la nostra lampada, ed essa si spegnerà prima dell’incontro con il Signore.
Se invece siamo vigilanti e facciamo il bene corrispondendo alla grazia di Dio, possiamo attendere con serenità l’arrivo dello sposo. Il Signore potrà venire anche mentre dormiamo: questo non ci preoccuperà, perché abbiamo la riserva di olio accumulata con le opere buone di ogni giorno.
Invochiamo l’intercessione di Maria Santissima, perché ci aiuti a vivere, come ha fatto Lei, una fede operosa: essa è la lampada luminosa con cui possiamo attraversare la notte oltre la morte e giungere alla grande festa della vita.