Dio prepara per noi un banchetto, per essere in comunione con lui e tra noi. Ce lo ricorda il Vangelo di questa domenica. Sono le parole di Papa Francesco all’Angelus di questa domenica. Il Padre ci chiama a stare con Lui, lasciandoci la possibilità di accettare o non accettare. Il rapporto del padre con noi non è di sudditanza, ma di figliolanza.
Quante volte cari fratelli e sorelle non ci curiamo dell’invito di Dio? Gesù oggi ci invita a trovare il tempo che libera, quello da dedicare a Dio!
E’ bello stare con il Signore – ricorda Papa Francesco – fargli un pò di spazio!
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Il Vangelo oggi ci parla di un re che prepara un banchetto di nozze per suo figlio (cfr Mt 22,1- 14). È un uomo potente, ma è soprattutto un padre generoso, che invita a condividere la sua gioia. In particolare, rivela la bontà del suo cuore nel fatto che non costringe nessuno, ma invita tutti, anche se questo suo modo di fare lo espone alla possibilità di un rifiuto. Notiamo: prepara un banchetto, offrendo gratuitamente un’occasione di incontro, di festa.
Questo è ciò che Dio prepara per noi: un banchetto, per essere in comunione con Lui e tra di noi. E noi, tutti noi, siamo dunque gli invitati di Dio. Ma un banchetto nuziale richiede da parte nostra tempo e coinvolgimento: richiede un “sì”.
Ecco il tipo di relazione che il Padre ci offre: ci chiama a stare con Lui, lasciandoci la possibilità di accettare. Non ci propone un rapporto di sudditanza, ma di paternità e di figliolanza, che necessariamente è condizionato dal nostro libero assenso.
Sant’Agostino usa un’espressione molto bella al riguardo, dicendo: «Dio, che ti ha creato senza di te, non può salvarti senza di te» (Sermo CLXIX, 13). E non certo perché non ne abbia la capacità – è onnipotente! – ma perché, essendo amore, rispetta fino in fondo la nostra libertà. Dio si propone, non si impone, mai.
Torniamo così alla parabola: il re – dice il testo – «mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire» (v. 3). Ecco il dramma della storia: il “no” a Dio. Ma perché gli uomini rifiutano il suo invito? Era forse un invito spiacevole? No, eppure – dice il Vangelo – «non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari» (v. 5). Non se ne curano, perché pensano alle proprie cose. E quel re che è padre, Dio, cosa fa? Non si arrende, continua a invitare, anzi allarga l’invito, finché trova chi lo accetta, tra i poveri. Fra loro, che sanno di non avere molto altro, tanti vengono, fino a riempire la sala (cfr vv. 8-10).
(continua dopo il video)
Fratelli e sorelle,
quante volte non ci curiamo dell’invito di Dio perché intenti a pensare alle nostre cose! Spesso si lotta per avere il proprio tempo libero, ma oggi Gesù ci invita a trovare il tempo che ci libera: quello da dedicare a Dio, che ci alleggerisce e risana il cuore, che accresce in noi la pace, la fiducia e la gioia, che ci salva dal male, dalla solitudine e dalla perdita di senso. Ne vale la pena, perché è bello stare con il Signore, fargli spazio. Dove? Nella Messa, nell’ascolto della Parola, nella preghiera e anche nella carità, perché aiutando chi è debole o povero, facendo compagnia a chi è solo, ascoltando chi chiede attenzione, consolando chi soffre, si sta con il Signore, che è presente in chi si trova nel bisogno. Tanti, però, pensano che queste cose siano “perdite di tempo”, e così si chiudono nel loro mondo privato; ed è triste.
Chiediamoci allora: io, come rispondo agli inviti di Dio? Che spazio gli do nelle mie giornate? La qualità della mia vita dipende dai miei affari e dal mio tempo libero o dall’amore per il Signore e per i fratelli, soprattutto per i più bisognosi?
Maria, che con un “sì” ha fatto spazio a Dio, ci aiuti a non essere sordi ai suoi inviti.
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