Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano per Vaticannews.va
“Per un cristiano la cosa più importante è l’incontro continuo con il Signore”. Gesù bussa ogni giorno “alla porta del nostro cuore”. Lo ha sottolineato il Pontefice all’Angelus esortando a sentire “nel cuore quando il Signore bussa”. Francesco ha ricordato che “l’odierna liturgia ci invita a vivere il primo ‘tempo forte’ dell’anno liturgico, l’Avvento, che prepara al Natale, come tempo di attesa e di speranza”:
Il nostro Dio è un Dio-che-viene – non dimenticatevi questo: Dio è un Dio che viene, continuamente viene – : Egli non delude la nostra attesa! Mai delude il Signore. Ci farà aspettare forse, ci farà aspettare qualche momento nel buio per far maturare la nostra speranza, ma mai delude. Il Signore sempre viene, sempre è accanto a noi. Alle volte non si fa vedere, ma sempre viene. È venuto in un preciso momento storico e si è fatto uomo per prendere su di sé i nostri peccati – la festività del Natale commemora questa prima venuta di Gesù nel momento storico – ; verrà alla fine dei tempi come giudice universale; e viene anche una terza volta, in una terza modalità: viene ogni giorno a visitare il suo popolo, a visitare ogni uomo e donna che lo accoglie nella Parola, nei Sacramenti, nei fratelli e nelle sorelle.
“La vita – ha affermato il Pontefice – è fatta di alti e bassi, di luci e ombre”. “Ognuno di noi sperimenta momenti di delusione, di insuccesso e di smarrimento”.
Inoltre, la situazione che stiamo vivendo, segnata dalla pandemia, genera in molti preoccupazione, paura e sconforto; si corre il rischio di cadere nel pessimismo, il rischio di cadere in quella chiusura e nell’apatia. Come dobbiamo reagire di fronte a tutto ciò? Ce lo suggerisce il Salmo di oggi: ‘L’anima nostra attende il Signore: egli è nostro aiuto e nostro scudo. È in lui che gioisce il nostro cuore’. Cioè l’anima in attesa, un’attesa fiduciosa del Signore fa trovare conforto e coraggio nei momenti bui dell’esistenza. E da cosa nasce questo coraggio e questa scommessa fiduciosa? Da dove nasce? Nasce dalla speranza. E la speranza non delude, quella virtù che ci porta avanti guardando all’incontro con il Signore.
La speranza, ha detto infine il Papa, scandisce questo tempo dell’anno liturgico che prepara al Natale:
L’Avvento è un incessante richiamo alla speranza: ci ricorda che Dio è presente nella storia per condurla al suo fine ultimo, per condurla alla sua pienezza, che è il Signore, il Signore Gesù Cristo. Dio è presente nella storia dell’umanità, è il ‘Dio con noi’, Dio non è lontano, sempre è con noi, al punto che tante volte bussa alle porte del nostro cuore. Dio cammina al nostro fianco per sostenerci. Il Signore non ci abbandona; ci accompagna nelle nostre vicende esistenziali per aiutarci a scoprire il senso del cammino, il significato del quotidiano, per infonderci coraggio nelle prove e nel dolore. In mezzo alle tempeste della vita, Dio ci tende sempre la mano e ci libera dalle minacce.
Nel libro del Deuteronomio – ha ricordato Francesco – c’è un passo molto bello, che il profeta dice al popolo: “Pensate quale popolo ha i suoi dei vicini con loro come tu hai vicino me?”. “Nessuno, soltanto noi abbiamo questa grazia di avere Dio vicino a noi”. Il Papa ha auspicato infine che “Maria Santissima, donna dell’attesa, accompagni i nostri passi in questo nuovo anno liturgico che iniziamo, e ci aiuti a realizzare il compito dei discepoli di Gesù indicato dall’apostolo Pietro: rendere ragione della speranza che è in noi”.
Dopo la preghiera dell’Angelus, il Papa ha espresso nuovamente la sua vicinanza alle popolazioni dell’America centrale colpite da forti uragani. Francesco ha poi salutato quanti “in numero assai limitato per la restrizione del Covid sono venuti a Roma in occasione della creazione dei nuovi cardinali avvenuta ieri pomeriggio”. “Preghiamo – ha detto – per i 13 nuovi membri del collegio cardinalizio”. Il Pontefice ha esortato a cercare di “ricavare del bene anche dalla situazione difficile che la pandemia ci impone”. Tre cose, ha affermato infine il Pontefice, ci aiuteranno tanto: “maggiore sobrietà, attenzione discreta e rispettosa ai vicini che possono avere bisogno e poi, tanto importante, qualche momento di preghiera fatto in famiglia con semplicità”.
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