Chi trova il Regno di Dio ‘non ha dubbi, sente che è quello che cercava, che attendeva e che risponde alle sue aspirazioni più autentiche. Ed è veramente così: chi conosce Gesù, chi lo incontra personalmente, rimane affascinato, attratto da tanta bontà, tanta verità, tanta bellezza, e tutto in una grande umiltà e semplicità’. Così stamane Papa Francesco nel corso dell’Angelus, commentando le parabole del Regno di Dio. ‘Il tesoro e la perla – ha spiegato ancora il Pontefice – valgono più di tutti gli altri beni, e pertanto il contadino e il mercante, quando li trovano, rinunciano a tutto il resto per poterli acquistare. Non hanno bisogno di fare ragionamenti, di pensarci, di riflettere: si accorgono subito del valore incomparabile di ciò che hanno trovato, e sono disposti a perdere tutto pur di averlo’.
Citando l’esempio di San Francesco, il Papa ha ricordato inoltre che ‘il Vangelo ti fa conoscere Gesù vero, vivo ; ti parla al cuore e ti cambia la vita. E allora sì, lasci tutto. Puoi cambiare effettivamente tipo di vita, oppure continuare a fare quello che facevi prima ma tu sei un altro, sei rinato: hai trovato ciò che dà senso, sapore, luce a tutto, anche alle fatiche, anche alle sofferenze, anche alla morte. Tutto acquista senso quando trovi questo tesoro, che Gesù chiama il Regno di Dio, cioè Dio che regna nella tua vita, nella nostra vita; è amore, pace e gioia in ogni uomo e in tutti gli uomini. Questo è ciò che Dio vuole, è ciò per cui Gesù ha donato sé stesso fino a morire su una croce, per liberarci dal potere delle tenebre e trasferirci nel regno della vita’. ‘Leggete – ha chiesto Francesco – ogni giorno un passo del Vangelo!’
‘La gioia di avere trovato il tesoro del Regno di Dio traspare, si vede. Il cristiano – ha aggiunto Francesco – non può tenere nascosta la sua fede, perché traspare in ogni parola, in ogni gesto, anche in quelli più semplici e quotidiani: traspare l’amore che Dio ci ha donato mediante Gesù’.
Dopo aver recitato la preghiera mariana, il Papa ha ricordato il 100° anniversario dello scoppio della I Guerra Mondiale. ‘Tale conflitto che Papa Benedetto XV definì una inutile strage, sfociò – ha sottolineato il Pontefice – dopo quattro lunghi anni, in una pace risultata più fragile. Domani sarà una giornata di lutto nel ricordo di questo dramma. Mentre ricordiamo questo tragico evento, auspico che non si ripetano gli sbagli del passato, ma si tengano presenti le lezioni della storia, facendo sempre prevalere le ragioni della pace mediante un dialogo paziente e coraggioso’.
Non è mancato poi un pensiero alle crisi israelo-palestinese, irachena e ucraina. ‘Vi chiedo – ha implorato – di continuare a unirvi alla mia preghiera perché il Signore conceda alle popolazioni e alle Autorità di quelle zone la saggezza e la forza necessarie per portare avanti con determinazione il cammino della pace, affrontando ogni diatriba con la tenacia del dialogo e del negoziato e con la forza della riconciliazione. Al centro di ogni decisione non si pongano gli interessi particolari, ma il bene comune e il rispetto di ogni persona. Tutto si perde con la guerra, nulla si perde con la pace! Fratelli e sorelle, mai la guerra! Penso soprattutto ai bambini ai quali si toglie la speranza di una vita degna e di un futuro. Bambini morti, feriti, mutilati, orfani. Hanno come giocattoli residui bellici, che non sanno sorridere. Fermatevi per favore. Ve lo chiedo con il cuore, fermatevi!’.
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