Un nuovo appello per la pace di Papa Francesco dopo le parole dell’Angelus di questa domenica. Ogni essere umano è sacro – ha ricordato il Pontefice, e poi ha detto per tre volte: ‘Basta! Basta! Basta!’. A Gaza, ha continuato, si protegga la popolazione. “Si liberino gli ostaggi, tra cui tanti anziani e bambini. Ogni essere umano è sacro!”.
Oltre alla Terra santa, l’appello di Francesco anche per non dimenticare la martoriata Ucraina.
Cari fratelli e sorelle, buona domenica!
Il Vangelo oggi ci offre una parabola che riguarda il senso della vita di ciascuno. È la parabola delle dieci vergini, chiamate a uscire incontro allo sposo (cfr Mt 25,1-13). Vivere è questo: una grande preparazione per il giorno quando saremo chiamati a uscire incontro a Colui che ci ama più di tutti, Gesù! Nella parabola però, di quelle dieci vergini, cinque sono sagge e cinque stolte. Vediamo in che cosa consistono la saggezza e la stoltezza. Tutte quelle damigelle sono presenti per accogliere lo sposo, vogliono cioè incontrarlo, come anche noi desideriamo una realizzazione felice della vita: la differenza tra saggezza e stoltezza non sta dunque nella buona volontà. Nemmeno sta nella puntualità con cui si arriva all’incontro: tutte, infatti, sono lì. La differenza tra le sagge e le stolte è un’altra: la preparazione.
Dice il testo: le sagge «insieme alle loro lampade, presero anche l’olio» (v. 4); le stolte invece no. Ecco la differenza: l’olio. E qual è la caratteristica dell’olio? Che non si vede: sta dentro le lampade, non è appariscente, ma senza di esso le lampade non danno luce.
Guardiamo a noi e vediamo che la nostra vita corre lo stesso rischio: tante volte si è molto attenti alle apparenze, l’importante è curare bene la propria immagine e fare bella figura davanti agli altri.
Ma Gesù dice che la saggezza della vita sta altrove: nel curare ciò che non si vede, ma è più importante, perché sta dentro di noi. È la custodia della vita interiore.
Vuol dire sapersi fermare per ascoltare il proprio cuore, per vigilare sui propri pensieri e sentimenti. Vuol dire saper fare spazio al silenzio, per essere capaci di ascoltare. Vuol dire saper rinunciare a un po’ di tempo passato davanti allo schermo del telefono per guardare la luce negli occhi degli altri, nel proprio cuore, nello sguardo di Dio su di noi. Vuol dire, soprattutto per chi svolge un ruolo nella Chiesa, non lasciarsi intrappolare dall’attivismo, ma dedicare tempo al Signore, all’ascolto della sua Parola, all’adorazione.
Il Vangelo ci dà il consiglio giusto per non trascurare l’olio della vita interiore, “l’olio dell’anima”: ci dice che è importante prepararlo. Nel racconto vediamo infatti che le vergini possiedono già le lampade, ma devono preparare l’olio: devono andare dai rivenditori, comprarlo, metterlo nelle lampade… (cfr vv. 7.9). Così è per noi: la vita interiore non si improvvisa, non è questione di un attimo, di una volta ogni tanto, di una volta per tutte; va preparata dedicando un po’ di tempo ogni giorno, con costanza, come si fa per ogni cosa importante.
Allora possiamo chiederci: io che cosa sto preparando in questo momento della vita? Forse sto cercando di mettere da parte qualche risparmio, sto pensando a una casa o a un’automobile nuova, a dei progetti concreti… Sono cose buone. Ma sto pensando anche a dedicare del tempo alla cura del cuore, alla preghiera e al servizio degli altri, al Signore che è la meta della vita? Come va insomma l’olio della mia anima, lo alimento e lo conservo bene?
La Madonna ci aiuti a custodire l’olio della vita interiore.
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