Papa Francesco nell’Angelus invita i cristiani ad essere ‘profeti’ in mezzo al mondo, persone cioè coraggiose. Poi l’appello per lo Yemen e il saluto ai ragazzi dell’ACR di Roma impegnati per la pace.
Papa Francesco inizia commentando il Vangelo del giorno. Lo stupore della gente di Nazaret, nel vedere che uno del loro paese, ‘il figlio di Giuseppe’ si presenta come il Cristo, l’inviato del Padre, su cui si è posato lo Spirito del Signore. E’ ciò che racconta il brano del Vangelo di oggi in continuità con quello di domenica scorsa. Quella gente vuol vedere per credere.
Essi ritengono che, essendo Lui uno di loro, debba dimostrare questa sua strana “pretesa” facendo dei miracoli lì, a Nazaret, come ha fatto nei paesi vicini. Ma Gesù non vuole e non può accettare questa logica, perché non corrisponde al piano di Dio: Dio vuole la fede, loro vogliono i miracoli; Dio vuole salvare tutti, e loro vogliono un Messia a proprio vantaggio.
Il rifiuto all’inizio del ministero di Gesù
Ma i suoi compaesani non accettano l’invito di Gesù “ad aprire i loro cuori alla gratuità e alla universalità della salvezza”, e diventano aggressivi tanto da cacciare Gesù fuori dalla città. Rifiuto e minaccia di morte stanno all’inizio del suo ministero:
Gesù, nel vivere la missione affidatagli dal Padre, sa bene che deve affrontare la fatica, il rifiuto, la persecuzione e la sconfitta. Un prezzo che, ieri come oggi, la profezia autentica è chiamata a pagare. Il duro rifiuto, però, non scoraggia Gesù, né arresta il cammino e la fecondità della sua azione profetica.
I discepoli di Gesù: persone coraggiose e perseveranti
Papa Francesco poi dice, anche il mondo di oggi ha bisogno di vedere nei discepoli del Signore delle persone coraggiose nella vita cristiana:
Persone che seguono la “spinta” dello Spirito Santo, che le manda ad annunciare speranza e salvezza ai poveri e agli esclusi; persone che seguono la logica della fede e non del miracolismo; persone dedicate al servizio di tutti, senza privilegi ed esclusioni.
L’appello per lo Yemen e per la promozione della vita
Dopo l’Angelus, il primo pensiero del pontefice è andato alla grave crisi umanitaria nello Yemen, poi il riferimento all’odierna Giornata della vita che si celebra in Italia sul tema «E’ vita, è futuro». A questo proposito Francesco ha affermato:
Si rende sempre più necessario un concreto impegno per favorire le nascite, che coinvolga le istituzioni e le varie realtà culturali e sociali, riconoscendo la famiglia come grembo generativo della società.
Poi l’augurio di pace per le popolazioni che nell’Estremo Oriente e in varie parti del mondo, celebrano il capodanno lunare.
L’impegno dei ragazzi dell’Azione Cattolica
Successivamente l’affettuoso saluto ai ragazzi e alle ragazze dell’Azione Cattolica della Diocesi di Roma presenti in piazza San Pietro a conclusione della “Carovana della Pace”, per l’apertura dei festeggiamenti per i 150 anni di fondazione dell’Azione Cattolica di Roma e dei 50 anni della nascita dell’ACR. A loro l’augurio di “essere gioiosi testimoni di pace e di fraternità”. E al termine della lettura del loro messaggio da parte di una ragazza, sono volati in cielo palloncini colorati, simbolo, ha detto il Papa, “delle nostre preghiere per la pace nel mondo”.
L’annuncio della partenza per Abu Dhabi
Infine, un accenno al suo imminente viaggio negli Emirati Arabi:
Tra meno di un’ora partirò per un viaggio breve ma importante negli Emirati Arabi Uniti. Per favore, accompagnatemi con la preghiera.
Fonte vaticannews.va – Adriana Masotti – Città del Vaticano