La tratta di esseri umani, una “vergognosa piaga, indegna di una società civile”. Lo ha ricordato il Papa subito dopo l’Angelus domenicale, nell’odierna Giornata di preghiera e riflessione contro la tratta di persone. E nella preghiera mariana, il Pontefice ha riflettuto sul “sul senso e il valore della malattia”: anche oggi – ha detto – “nonostante le molteplici acquisizioni della scienza” la sofferenza delle persone “suscita forti interrogativi” sul dolore e sulla morte.
Ognuno di noi “si senta impegnato ad essere voce” dei fratelli e sorelle “umiliati nella loro dignità”, perché vittime di tratta. Papa Francesco ancora una volta è tornato su quello che già in passato aveva definito un crimine contro l’umanità e, nella memoria liturgica di Santa Giuseppina Bakhita, la suora sudanese che da bambina fece la drammatica esperienza di essere vittima della tratta, subito dopo l’Angelus ha ricordato l’odierna Giornata di preghiera e riflessione contro la tratta di persone:
Tratta di persone, vergognosa piaga
“Incoraggio quanti sono impegnati ad aiutare uomini, donne e bambini schiavizzati, sfruttati, abusati come strumenti di lavoro o di piacere e spesso torturati e mutilati. Auspico che quanti hanno responsabilità di governo si adoperino con decisione a rimuovere le cause di questa vergognosa piaga: è vero, è una piaga vergognosa, una piaga indegna di una società civile”.
Preghiera per mons. Zimowski
Alla preghiera mariana, il Pontefice ha posto in evidenza la prossima Giornata mondiale del malato, che ricorre l’11 febbraio, nella festa della Beata Vergine Maria di Lourdes, e – tra le iniziative al riguardo – ha benedetto la veglia che si terrà a Roma martedì sera. Quindi un pensiero e una preghiera per l’arcivescovo Zygmunt Zimowski, presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per gli Operatori Sanitari, che è in Polonia, molto malato:
“Una preghiera per lui, per la sua salute, perché è stato lui a preparare questa giornata e lui ci accompagna dalla sua sofferenza in questa giornata. Una preghiera per mons. Zimowski”.
Interrogativi su malattia, dolore, morte
La riflessione del Santo Padre si è soffermata “sul senso e il valore della malattia”, partendo dal Vangelo di Marco incentrato su Gesù che “risana una moltitudine di persone afflitte da malattie di ogni genere: fisiche, psichiche, spirituale”. E la Chiesa, ha sottolineato il Papa, prosegue l’opera salvifica del Signore, perché continuamente trova poveri e sofferenti “sulla sua strada, considerando le persone malate come una via privilegiata per incontrare Cristo”, per accoglierlo e servirlo: “curare un malato, accoglierlo, servirlo – ha aggiunto – è servire Cristo: è la carne di Cristo, il malato”:
“Questo avviene anche nel nostro tempo, quando, nonostante le molteplici acquisizioni della scienza, la sofferenza interiore e fisica delle persone suscita forti interrogativi sul senso della malattia e del dolore e sul perché della morte”.
Chiesa e fedeli portino luce del Vangelo
Sono domande esistenziali – ha spiegato il Pontefice – alle quali l’azione pastorale della Chiesa “deve rispondere alla luce della fede, avendo davanti agli occhi il Crocifisso, nel quale appare tutto il mistero salvifico di Dio Padre, che per amore degli uomini non ha risparmiato il proprio Figlio”:
“Ciascuno di noi è chiamato a portare la luce della Parola di Dio e la forza della grazia a coloro che soffrono e a quanti li assistono, familiari, medici, infermieri, perché il servizio al malato sia compiuto sempre più con umanità, con dedizione generosa, con amore evangelico, con tenerezza. La Chiesa madre, tramite le nostre mani, carezza le nostre sofferenze e cura le nostre ferite e lo fa con tenerezza di madre”.
Tenerezza di Dio
La preghiera del Papa si è levata dunque “affinché ogni persona nella malattia possa sperimentare, grazie alla sollecitudine di chi le sta accanto, la potenza dell’amore di Dio e il conforto della sua tenerezza”. D’altra parte, ha aggiunto, Gesù è “venuto sulla terra per annunciare e realizzare la salvezza di tutto l’uomo e di tutti gli uomini”:
“Gesù mostra una particolare predilezione per coloro che sono feriti nel corpo e nello spirito: i poveri, i peccatori, gli indemoniati, i malati, gli emarginati. Egli così si rivela medico sia delle anime sia dei corpi, buon Samaritano dell’uomo. E’ il vero Salvatore; Gesù salva, Gesù cura, Gesù guarisce”.
Tra i pellegrini presenti in Piazza San Pietro, ha infine salutato tra gli altri i fedeli spagnoli di Caravaca de la Cruz, le corali dell’arcidiocesi di Modena-Nonantola e i gruppi provenienti dalla Lettonia e dal Brasile.
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