Sono io gioioso? Questa la domanda che Papa Francesco pone a ciascuno di noi prima della recita dell’Angelus di questa domenica, terza di Avvento, dedicata alla gioia.
Ecco la prima condizione della gioia cristiana: decentrarsi da sé e mettere al centro Gesù. Questa non è alienazione – ha detto Papa Francesco – perché Gesù è effettivamente il centro, è la luce che dà senso pieno alla vita di ogni uomo e donna che viene a questo mondo.
Le parole di Papa Francesco prima della recita dell’Angelus
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
L’invito alla gioia è caratteristico del tempo di Avvento: l’attesa che viviamo è gioiosa, un po’ come quando aspettiamo la visita di una persona che amiamo molto, ad esempio un grande amico che non vediamo da tanto tempo. E questa dimensione della gioia emerge specialmente oggi, la terza domenica, che si apre con l’esortazione di San Paolo «Rallegratevi sempre nel Signore» (Antifona d’ingresso; cfr Fil 4,4.5).
E il motivo qual è? Che «il Signore è vicino» (v. 5). Più il Signore è vicino a noi, più siamo nella gioia; più Lui è lontano, più siamo nella tristezza. Il Vangelo secondo Giovanni oggi ci presenta il personaggio biblico che –eccettuando la Madonna e San Giuseppe –per primo e maggiormente ha vissuto l’attesa del Messia e la gioia di vederlo arrivare: parliamo naturalmente di Giovanni il Battista (cfr Gv1,6-8.19-28).L’Evangelista lo introduce in maniera solenne: «Venne un uomo mandato da Dio […]. Venne come testimone per dare testimonianza alla luce» (vv. 6-7).
Il Battista è il primo testimone di Gesù, con la parola e con il dono della vita. Tutti i Vangeli concordano nel mostrare come lui abbia realizzato la sua missione indicando Gesù come il Cristo, l’Inviato di Dio promesso dai profeti. Giovanni era un leader nel suo tempo. La sua fama si era diffusa in tutta la Giudea e oltre, fino alla Galilea. Ma lui non cedette nemmeno per un istante alla tentazione di attirare l’attenzione su di sé: sempre lui orientava a Colui che doveva venire. Diceva: «A lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo» (v. 27).
L’ANGELUS DI QUESTA DOMENICA CON PAPA FRANCESCO
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Ecco la prima condizione della gioia cristiana: decentrarsi da sé e mettere al centro Gesù. Questa non è alienazione, perché Gesù è effettivamente il centro, è la luce che dà senso pieno alla vita di ogni uomo e donna che viene a questo mondo. È lo stesso dinamismo dell’amore, che mi porta a uscire da me stesso non per perdermi, ma per ritrovarmi mentre mi dono, mentre cerco il bene dell’altro.
Giovanni il Battista ha percorso un lungo cammino per arrivare a testimoniare Gesù. Il cammino della gioia non è una passeggiata. Ha lasciato tutto, fin da giovane, per mettere al primo posto Dio, per ascoltare con tutto il cuore e tutte le forze la sua Parola. Si è ritirato nel deserto spogliandosi di ogni cosa superflua, per essere più libero di seguire il vento dello Spirito Santo.
Certo, alcuni tratti della sua personalità sono unici, irrepetibili, non proponibili a tutti. Però la sua testimonianza è paradigmatica per chiunque voglia cercare il senso della propria vita e trovare la vera gioia. In particolare, il Battista è modello per quanti nella Chiesa sono chiamati ad annunciare Cristo agli altri: possono farlo solo nel distacco da sé stessi e dalla mondanità, non attirando le persone a sé ma orientandole a Gesù.
Pregando ora l’Angelus, noi vediamo tutto questo realizzato pienamente nella Vergine Maria: lei ha atteso nel silenzio la Parola di salvezza di Dio; l’ha ascoltata, l’ha accolta, l’ha concepita. In lei Dio si è fatto vicino. Per questo la Chiesa chiama Maria “Causa della nostra letizia”.