In questa seconda domenica del Tempo di Natale, le Letture bibliche ci aiutano ad allargare lo sguardo, per avere una piena consapevolezza del significato della nascita di Gesù. Il Vangelo, con il Prologo di San Giovanni, ci mostra che il Verbo, la Parola eterna e creatrice, è il Figlio unigenito di Dio (cfr 1,1-18). Verbo eterno «si fece carne» (v. 14). Non solo è venuto ad abitare tra il popolo, ma si è fatto uno del popolo. Dopo questo avvenimento, per orientare la nostra vita non abbiamo più soltanto una legge, una istituzione, ma una Persona divina che ha assunto la nostra stessa natura ed è in tutto simile a noi, eccetto che per il peccato.
Dunque, fratelli e sorelle, mentre continuiamo a contemplare il segno mirabile del Presepe, la Liturgia odierna ci dice che il Vangelo di Cristo non è una favola, un mito, un racconto edificante, no, è la piena rivelazione del disegno di Dio sull’uomo e sul mondo. È un messaggio nello stesso tempo semplice e grandioso, che ci spinge a domandarci: quale progetto concreto ha posto in me il Signore, attualizzando ancora la sua nascita in mezzo a noi? (…)È l’apostolo Paolo a suggerirci la risposta: «[Dio] ci ha scelti […] per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità» (v. 4). Ecco il significato del Natale. Se il Signore continua a venire in mezzo a noi, se continua a farci dono della sua Parola, è perché ciascuno di noi possa rispondere a questa chiamata: diventare santi nell’amore.
erciò, chi accoglie in sé la santità come dono di grazia, non può non tradurla in azione concreta nel quotidiano, nell’incontro con gli altri. E questa carità, questa misericordia verso il prossimo, riflesso dell’amore di Dio, al tempo stesso purifica il nostro cuore e ci dispone al perdono, rendendoci giorno dopo giorno “immacolati”.
La Vergine Maria ci aiuti ad accogliere con gioia e gratitudine il disegno divino d’amorerealizzato in Gesù Cristo.
Papa Francesco a braccio sottolinea che “in molte parti del mondo si sente l’aria di tensione” e dunque ha chiesto a “tutti pace nonché a tenere accesa la fiamma del dialogo per scongiurare ogni inimicizia. Occorre dialogo e autocontrollo”, ha aggiunto il Papa per poi concludere: ” Ora preghiamo in silenzio perché il Signore ci conceda questa grazia”.
Rivolgo un saluto cordiale a voi, pellegrini venuti dall’Italia e da altri Paesi. Saluto le famiglie, le associazioni, i gruppi parrocchiali, in particolare i ragazzi della Cresima di Mozzo e Almè, diocesi di Bergamo, e il gruppo della “Fraterna Domus”.In questa prima domenica dell’anno rinnovo a tutti gli auguri di serenità e di pace nel Signore. Nei momenti lieti e in quelli difficili, affidiamoci a Lui, che è nostra speranza!
Ricordo anche l’impegno che ci siamo presi a capodanno, Giornata della Pace: “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione e conversione ecologica”. Con la grazia di Dio, potremo metterlo in pratica.Vi auguro una buona domenica. E, per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci a domani per la solennità dell’Epifania.
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