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Papa Francesco all’Angelus: Maria è beata perchè ha creduto!

‘Il Vangelo della visita di Maria ad Elisabetta ci prepara a vivere bene il Natale, comunicandoci il dinamismo della fede e della carità. Questo dinamismo è opera dello Spirito Santo’. ‘Quali erano i pensieri di Maria nei mesi dell’attesa? Maria è beata perchè ha creduto!’ sono le parole pronunciate da Papa Francesco prima della recita dell’Angelus di questa domenica in piazza San Pietro. Senza fede – ha continuato il Papa – si resta inevitabilmente sordi alla voce consolante di Dio! Lo vediamo tutti i giorni, la gente che non ha fede o ha fede molto piccola quando deve avvicinarsi ad una persona che soffre e dice parole di circostanza, ma non dice parole che arrivano al cuore altrui, perchè non ha fede. 

LE PAROLE DI PAPA FRANCESCO PRIMA DELLA RECITA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
La liturgia di questa quarta domenica di Avvento pone in primo piano la figura di Maria, la Vergine Madre, in attesa di dare alla luce Gesù, il Salvatore del mondo. Fissiamo lo sguardo su di lei, modello di fede e di carità; e possiamo chiederci: quali erano i suoi pensieri nei mesi dell’attesa? La risposta viene proprio dal brano evangelico di oggi, il racconto della visita di Maria alla sua anziana parente Elisabetta (cfr Lc 1,39-45). L’angelo Gabriele le aveva svelato che Elisabetta aspettava un figlio ed era già al sesto mese (cfr Lc 1,26.36).

E allora la Vergine, che aveva appena concepito Gesù per opera di Dio, era partita in fretta da Nazareth, in Galilea, per raggiungere i monti della Giudea e trovare sua cugina.
Dice il Vangelo: «Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta» (v. 40). Sicuramente si felicitò con lei per la sua maternità, come a sua volta Elisabetta salutò Maria dicendo: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?» (vv. 42-43). E subito ne loda la fede: «E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto» (v. 45). È evidente il contrasto tra Maria, che ha avuto fede, e Zaccaria, il marito di Elisabetta, il quale aveva dubitato, non aveva creduto alla promessa dell’angelo e per questo rimane muto fino alla nascita di Giovanni. E’ un contrasto.


Questo episodio ci aiuta a leggere con una luce del tutto particolare il mistero dell’incontro dell’uomo con Dio. Un incontro che non è all’insegna di strabilianti prodigi, ma piuttosto all’insegna della fede e della carità. Maria, infatti, è beata perché ha creduto: l’incontro con Dio è frutto della fede. Zaccaria invece, che dubitato e non ha creduto, è rimasto sordo e muto. Perché? Per crescere nella fede durante il lungo silenzio: senza fede si resta inevitabilmente sordi alla voce consolante di Dio; e si resta incapaci di pronunciare parole di consolazione e di speranza per i nostri fratelli. Lo vediamo tutti i giorni (…)


La fede, a sua volta, si alimenta nella carità. L’evangelista racconta che «Maria si alzò e andò in fretta» (v. 39) da Elisabetta, in fretta, non ansiosa … . “Si alzò”: un gesto pieno di premura. Avrebbe potuto rimanere a casa per preparare la nascita di suo figlio, invece si preoccupa prima degli altri che di sé stessa, dimostrando nei fatti di essere già discepola di quel Signore che porta in grembo. L’evento della nascita di Gesù è cominciato così, con un semplice gesto di carità; del resto, la carità autentica è sempre frutto dell’amore di Dio.
Il Vangelo della visita di Maria ad Elisabetta, che abbiamo ascoltato oggi durante la Messa,  ci prepara a vivere bene il Natale, comunicandoci il dinamismo della fede e della carità. Questo dinamismo è opera dello Spirito Santo: lo Spirito d’Amore che fecondò il grembo verginale di Maria e che la spinse ad accorrere al servizio dell’anziana parente. Un dinamismo pieno di gioia, come si vede nell’incontro tra le due madri, che è tutto un inno di gioiosa esultanza nel Signore, che compie grandi cose con i piccoli che si fidano di Lui.
La Vergine Maria ci ottenga la grazia di vivere un Natale estroverso ma non disperso: al centro non ci sia il nostro “io”, ma il Tu di Gesù e il tu dei fratelli, specialmente di quelli che hanno bisogno di una mano. Allora lasceremo spazio all’Amore che, anche oggi, vuole farsi carne e venire ad abitare in mezzo a noi.

LE PAROLE DI PAPA FRANCESCO DOPO LA RECITA DELL’ANGELUS

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La preghiera di Francesco per l’Indonesia. E poi ricorda: Gesù è nato per tutti!

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