Categorie: Sancta Sedes

Papa Francesco all’Angelus: Non è mai troppo tardi per convertirsi, ma è urgente, è ora!

“Un tempo di Anno giubilare della Misericordia: l’invincibile pazienza di Gesù,  e la sua irriducibile preoccupazione per i peccatori, come dovrebbero provocarci all’impazienza nei confronti di noi stessi!” Sono le parole di Papa Francesco questa domenica prima della recita dell’Angelus in Piazza San Pietro. “Non è mai troppo tardi per convertirsi, mai, fino all’ultimo momento. E’ la pazienza di Dio che ci aspetta.  Mai è tardi per convertirci, E urgente, è ora!”

Le parole di Papa Francesco alla recita dell’Angelus

Cari fratelli e sorelle, buon giorno!
ogni giorno, purtroppo, le cronache riportano notizie brutte: omicidi, incidenti, catastrofi…. Nel brano evangelico di oggi, Gesù accenna a due fatti tragici che a quel tempo avevano suscitato molto scalpore: una repressione cruenta compiuta dai soldati romani all’interno del tempio; e il crollo della torre di Siloe, a Gerusalemme, che aveva causato diciotto vittime (cfr Lc 13,1-5).
Gesù conosce la mentalità superstiziosa dei suoi ascoltatori e sa che essi interpretano quel tipo di avvenimenti in modo sbagliato. Infatti pensano che, se quegli uomini sono morti così crudelmente, è segno che Dio li ha castigati per qualche colpa grave che avevano commesso; come dire: “se lo meritavano”. E invece il fatto di essere stati risparmiati dalla disgrazia equivaleva a sentirsi “a posto”. Loro lo meritavo. Io invece sono a posto.

Gesù rifiuta nettamente questa visione, perché Dio non permette le tragedie per punire le colpe, e afferma che quelle povere vittime non erano affatto peggiori degli altri. Piuttosto, Egli invita a ricavare da questi fatti dolorosi un ammonimento che riguarda tutti, perché tutti siamo peccatori; dice infatti a coloro che lo avevano interpellato: «Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo» (v. 3).
Anche oggi, di fronte a certe disgrazie e ad eventi luttuosi, può venirci la tentazione di “scaricare” la responsabilità sulle vittime, o addirittura su Dio stesso. Ma il Vangelo ci invita a riflettere: che idea di Dio ci siamo fatti? Siamo proprio convinti che Dio sia così, o quella non è piuttosto una nostra proiezione, un dio fatto “a nostra immagine e somiglianza”? Gesù, al contrario, ci chiama a cambiare il cuore, a fare una radicale inversione nel cammino della nostra vita, abbandonando i compromessi con il male, e che lo dobbiamo fare tutti, le ipocrisie, – penso che tutti abbiamo in noi un pezzettino di ipocrisia -, per imboccare decisamente la strada del Vangelo. Ma ecco di nuovo la tentazione di giustificarci: “Da che cosa dovremmo convertirci? Non siamo tutto sommato brava gente, non siamo dei credenti, anche abbastanza praticanti?”. 


Purtroppo, ciascuno di noi assomiglia molto a un albero che, per anni, ha dato molteplici prove della sua sterilità. Ma, per nostra fortuna, Gesù è simile a quel contadino che, con una pazienza senza limiti, ottiene ancora una proroga per il fico infecondo: «Lascialo ancora quest’anno – dice al padrone – Vedremo se porterà frutto per l’avvenire» (v. 9). Un “anno” di grazia: il tempo del ministero di Cristo, il tempo della Chiesa prima del suo ritorno glorioso, il tempo della nostra vita, scandito da un certo numero di Quaresime, che ci vengono offerte come occasioni di ravvedimento e di salvezza. Un tempo di Anno giubilare della Misericordia, L’invincibile pazienza di Gesù,  e la sua irriducibile preoccupazione per i peccatori, come dovrebbero provocarci all’impazienza nei confronti di noi stessi! Non è mai troppo tardi per convertirsi, mai, fino all’altimo momento. E’ la pazienza di Dio che ci aspetta.  Mai è tardi per convertirci, E urgente, è ora!
La Vergine Maria ci sostenga, perché possiamo aprire il cuore alla grazia di Dio, alla sua misericordia; e ci aiuti a non giudicare mai gli altri, ma a lasciarci provocare dalle disgrazie quotidiane per fare un serio esame di coscienza e ravvederci.

I saluti del Papa dopo la preghiera dell’Angelus

Rivolgo un cordiale saluto a tutti voi pellegrini di Roma, dell’Italia e di diversi Paesi.
Saluto i fedeli provenienti da Danzica, gli indigeni del Biafra, gli studenti di Zaragoza, Huelva, Córdoba e Zafra, i giovani di Formentera e i fedeli di Jaén. Saluto i gruppi di polacchi residenti in Italia; i fedeli di Cascia, Desenzano del Garda, Vicenza, Castiglione d’Adda e Rocca di Neto; come pure i numerosi giovani della Tendopoli di San Gabriele dell’Addolorata, guidati dai Padri Passionisti; i ragazzi degli Oratori di Rho, Cornaredo e Pero, e quelli di Buccinasco; e la Scuola delle Suore Dimesse Figlie di Maria Immacolata di Padova. Saluto il gruppo venuto in occasione della “Giornata per le malattie rare”, con una preghiera speciale e un incoraggiamento alle vostre associazioni di mutuo aiuto. A tutti auguro una buona domenica. Non dimenticatevi, per favore, di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!

IL VIDEO servizio a cura del CENTRO TELEVISIVO VATICANO

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