Fare una sosta per restare un po’ in disparte con Gesù, in ascolto, e non farsi travolgere dalle cose da fare, e allo stesso tempo essere al servizio dei fratelli, con accoglienza. La strada che il Papa indica all’Angelus è quella di Maria e Marta, le sorelle di Lazzaro
Debora Donnini – Città del Vaticano
Contemplazione e azione. La “sapienza del cuore” sta nel saper coniugare questi due atteggiamenti sull’esempio di Maria e Marta, che accolgono Gesù a casa, come narra il Vangelo odierno. Lo ricorda il Papa all’Angelus di questa assolata domenica di luglio ai fedeli accorsi a Piazza San Pietro. L’esortazione di Francesco è quella di amare e servire i fratelli “con le mani di Marta e il cuore di Maria”, rimanendo in ascolto del Signore. “Con questi due atteggiamenti – dice – saremo artigiani di pace e di speranza”.
Se vogliamo assaporare la vita con gioia, dobbiamo associare questi due atteggiamenti: da una parte, lo “stare ai piedi” di Gesù, per ascoltarlo mentre ci svela il segreto di ogni cosa; dall’altra, essere premurosi e pronti nell’ospitalità, quando Lui passa e bussa alla nostra porta, con il volto dell’amico che ha bisogno di un momento di ristoro e di fraternità. Ci vuole questa ospitalità.
Maria lascia tutto quello che stava facendo per ascoltare Gesù, sedendosi ai suoi piedi. “Il Signore ci sorprende sempre: quando ci si mette ad ascoltarlo veramente”, ricorda il Papa, “le nubi svaniscono, i dubbi cedono il posto alla verità, le paure alla serenità, e le diverse situazioni della vita trovano la giusta collocazione”.
Il Signore, infatti, quando viene, sempre “sistema le cose”. Francesco esorta, quindi, a fare una sosta durante la giornata, in silenzio, per rimanere “un po’ in disparte con Lui” e tornare così alle cose di tutti i giorni con più serenità:
Lodando il comportamento di Maria, che «ha scelto la parte migliore» (v. 42), Gesù sembra ripetere a ciascuno di noi: “Non lasciarti travolgere dalle cose da fare, ma ascolta prima di tutto la voce del Signore, per svolgere bene i compiti che la vita ti assegna”.
Mentre Maria sta ad ascoltare, Marta è tutta presa da molti servizi. Dicendole che si affanna per molte cose, Gesù “non intende certo condannare l’atteggiamento di servizio” ma “l’affanno con cui a volte lo si vive”:
Anche noi condividiamo la preoccupazione di Santa Marta e, sul suo esempio, ci proponiamo di far sì che, nelle nostre famiglie e nelle nostre comunità, si viva il senso dell’accoglienza, della fraternità, perché ciascuno possa sentirsi “a casa”, specialmente i piccoli e i poveri quando bussano alla porta.
Al termine della preghiera mariana, il Papa ricorda il 50.mo anniversario della conquista della luna auspicando che il ricordo di quel grande passo porti a “traguardi ancora maggiori” di maggiore giustizia e dignità e di più futuro per la casa comune. Nei saluti, in particolare, si rivolge alle novizie delle Figlie di Maria Ausiliatrice. “Spero – dice – che alcune di voi andranno in Patagonia” dove c’è bisogno di lavorare.
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