Papa Francesco all’Angelus: perchè cerchiamo il Signore? Alcune volte la fede diventa ‘miracolistica’
“Una prima domanda che possiamo farci tutti è: perchè cerchiamo il Signore? Perchè cerco io il Signore? Tra le tante tentazioni della vita – ha detto Francesco oggi – c’è una prima tentazione che possiamo chiamare ‘idolatrica’, una tentazione che ci spinge a chiedere a Dio per interesse, a nostro uso e consumo, ma così la fede superficiale”… sono le parole di Papa Francesco prima della recita della preghiera mariana dell’Angelus, di questa domenica 1 agosto 2021.
Dio desidera vivere con noi un amore disinteressato, gratuito. Tante volte invece nella vita noi siamo interessati.
Le parole di Papa Francesco prima dell’Angelus
Cari fratelli e sorelle, buongiorno! La scena iniziale del Vangelo, nella Liturgia odierna (cfr Gv 6,24-35), ci presenta alcune barche in movimento verso Cafarnao: la folla sta andando a cercare Gesù. Potremmo pensare che sia una cosa molto buona, eppure il Vangelo ci insegna che non basta cercare Dio, bisogna anche chiedersi il motivo per cui lo si cerca. Infatti, Gesù afferma: «Voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati» (v. 26). La gente, infatti, aveva assistito al prodigio della moltiplicazione dei pani, ma non aveva colto il significato di quel gesto: si era fermata al miracolo esteriore e al pane materiale. Senza andae oltre, al significato …
Ecco allora una prima domanda che possiamo farci: perché cerchiamo il Signore? Quali sono le motivazioni della nostra fede? Abbiamo bisogno di discernere questo, perché tra le tante tentazioni – che abbiamo nella vita, ce n’è una che potremmo chiamare tentazione idolatrica. È quella che ci spinge a cercare Dio a nostro uso e consumo, per risolvere i problemi, per avere grazie a Lui quello che da soli non riusciamo a ottenere. Ma in questo modo la fede rimane superficiale e miracolistica: cerchiamo Dio per sfamarci e poi ci dimentichiamo di Lui quando siamo sazi. Al centro di questa fede immatura non c’è Dio, ci sono i nostri bisogni. È giusto presentare al cuore di Dio le nostre necessità, ma il Signore, che agisce ben oltre le nostre attese, desidera vivere con noi anzitutto una relazione d’amore. E l’amore vero è disinteressato, è gratuito: non si ama per ricevere un favore in cambio!
(continua dopo il video)
L’Angelus integrale di questa domenica 1 agosto con Papa Francesco
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Ci può aiutare una seconda domanda, quella che la folla rivolge a Gesù: «Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?» (v. 28). È come se la gente, provocata da Gesù, dicesse: “Come fare per purificare la nostra ricerca di Dio? Come passare da una fede magica, che pensa solo ai propri bisogni, alla fede che piace a Dio?”. E Gesù indica la strada: risponde che l’opera di Dio è accogliere Colui che il Padre ha mandato, cioè Lui stesso, Gesù. Non è aggiungere pratiche religiose o osservare speciali precetti; è accogliere Gesù nella vita, vivere una storia d’amore con Lui. Sarà Lui a purificare la nostra fede. Da soli non siamo in grado. Ma il Signore desidera con noi un rapporto d’amore: prima delle cose che riceviamo e facciamo, c’è Lui da amare.
C’è una relazione con Lui che va oltre le logiche dell’interesse e del calcolo. Questo vale nei riguardi di Dio, ma anche nelle nostre relazioni umane e sociali: quando cerchiamo soprattutto il soddisfacimento dei nostri bisogni, rischiamo di usare le persone e di strumentalizzare le situazioni per i nostri scopi.
E una società che mette al centro gli interessi invece delle persone è una società che non genera vita. L’invito del Vangelo è questo: piuttosto che essere preoccupati soltanto del pane materiale che ci sfama, accogliamo Gesù come il pane della vita e, a partire dalla nostra amicizia con Lui, impariamo ad amarci tra di noi. Con gratuità e senza calcoli.
Preghiamo ora la Vergine Santa, Colei che ha vissuto la più bella storia d’amore con Dio, perché ci doni la grazia di aprirci all’incontro con il suo Figlio.
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