L’invio, da parte di Gesù, di settantadue discepoli in aggiunta ai dodici apostoli “prefigura la missione della Chiesa di annunciare il Vangelo a tutte le genti”. All’Angelus Papa Francesco lega l’odierna pagina evangelica alla preghiera affinché Dio Padre “mandi operai a lavorare nel suo campo che è il mondo”.
E ciascuno di noi lo deve fare con cuore aperto, con un atteggiamento missionario; la nostra preghiera non dev’essere limitata solo ai nostri bisogni, alle nostre necessità: una preghiera è veramente cristiana se ha anche una dimensione universale.
La missione di annunciare il Vangelo a tutte le genti, aggiunge Francesco, “si basa sulla preghiera”. È “itinerante” e richiede “distacco e povertà”. Porta “pace e guarigione”, che sono segni della “vicinanza di Dio”. Tale missione, sottolinea, “non è proselitismo ma annuncio e testimonianza”.
Richiede anche la franchezza e la libertà evangelica di andarsene evidenziando la responsabilità di aver respinto il messaggio della salvezza, ma senza condanne e maledizioni.
Ogni discepolo, ricorda il Pontefice, è un missionario che “cammina in compagnia del Signore Gesù”, che “impara da Lui a spendersi senza riserve per gli altri, libero da sé stesso e dai propri averi”. Se vissuta autenticamente, la missione della Chiesa – spiega il Papa – sarà caratterizzata dalla gioia:
“I settantadue tornarono pieni di gioia” (v. 17). Non si tratta di una gioia effimera, che scaturisce dal successo della missione; al contrario, è una gioia radicata nella promessa che – dice Gesù – «i vostri nomi sono scritti nei cieli» (v. 20). Con questa espressione Egli intende la gioia interiore, la gioia indistruttibile che nasce dalla consapevolezza di essere chiamati da Dio a seguire il suo Figlio. Cioè la gioia di essere suoi discepoli.
Ognuno di noi, sottolinea inoltre il Papa, “può pensare al nome che ha ricevuto nel giorno del Battesimo: quel nome è scritto nei cieli, nel cuore di Dio Padre”. Una sottolineatura ribadita nel tweet lanciato dall’acconut @Pontifex :”Oggi nel Vangelo Gesù – scrive il Pontefice – ci dice qual è la vera gioia dei suoi discepoli: Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli”.
Il Santo Padre esorta infine ad invocare “la materna protezione di Maria Santissima, perché sostenga in ogni luogo la missione dei discepoli di Cristo”. La missione di annunciare “a tutti che Dio ci ama, ci vuole salvare e ci chiama a far parte del suo Regno”.
Dopo la recita dell’Angelus, Papa Francesco ha infine invitato fedeli e pellegrini a pregare per le persone uccise o ferite in seguito all’attacco aereo che ha colpito nei giorni scorsi un centro di detenzione di migranti in Libia. Il Pontefice ha anche ricordato tutte le vittime delle stragi recentemente avvenute in Afghanistan, Mali, Burkina Faso e Niger.
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