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Papa Francesco all’Angelus: riconoscere e combattere le “bestie” che sbranano il cuore

Vizi, passioni disordinate, avidità di ricchezza e fama, protagonismo: all’Angelus in Piazza San Pietro, prima di iniziare gli esercizi spirituali per la Quaresima, Francesco mette in guardia da ciò che seduce e divora la libertà dell’uomo ed esorta i fedeli ad entrare nel deserto spirituale per far spazio alla voce di Dio e degli angeli. Forte l’appello per fermare le armi in Sudan, Mozambico, Ucraina e Medio Oriente

Cecilia Seppia – Città del Vaticano per Vaticannews.va 

Bestie selvatiche e angeli. Erano i “compagni” di Gesù durante i quaranta giorni nel deserto, descritti nel Vangelo odierno, e sono presenze dell’anima che accompagnano la vita di ogni uomo e che ancor di più si palesano nel deserto interiore, quello del cuore. Le prime – spiega Francesco dalla finestra dell’Angelus – vanno ammansite e combattute, i secondi ascoltati e seguiti.

Vizi e passioni che rischiano di sbranarci

Il Papa cala la Parola di questa prima Domenica di Quaresima nel vissuto di ciascuno e subito mette in guardia dalle tante “bestie” che dividono il cuore e tentano di possederlo, passioni disordinate che suggestionano, sembrano seducenti ma, se non stiamo attenti, rischiano di sbranarci.

Possiamo dare dei nomi a queste “bestie” dell’anima: i vari vizi, la bramosia della ricchezza, che imprigiona nel calcolo e nell’insoddisfazione, la vanità del piacere, che condanna all’inquietudine e alla solitudine, e ancora l’avidità della fama, che genera insicurezza e un continuo bisogno di conferme e di protagonismo. Sono come bestie “selvatiche” e come tali vanno ammansite e combattute: altrimenti ci divorano la libertà. E la Quaresima ci aiuta ad entrare nel deserto interiore per correggere queste cose.

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Il servizio contro il possesso

Ma la Quaresima è anche il tempo propizio per ascoltare gli angeli, “messaggeri di Dio che ci aiutano e ci fanno del bene”. Essi richiamano “pensieri e sentimenti buoni suggeriti dallo Spirito Santo” perché la loro principale caratteristica è il “servizio”, ovvero l’esatto opposto del possesso, tipico delle passioni.

Mentre le tentazioni ci dilaniano, le buone ispirazioni divine ci unificano e ci fanno entrare nell’armonia: acquietano il cuore, infondono il gusto di Cristo, “il sapore del Cielo”. E per cogliere l’ispirazione di Dio e capire bene, ci vuole entrare nel silenzio, nella preghiera.

Mentre esorta i fedeli a comprendere quali bestie si agitano nel cuore, a dare loro un nome, così da evitare di finire sbranati da quelle stesse passioni, il Pontefice richiama ancora l’attenzione sugli strumenti giusti per far posto a Cristo e resistere alle tentazioni: preghiera e silenzio. Altro invito che Francesco rivolge a tutti: quello di non aver paura di entrare nel deserto, perché solo in ascolto del cuore, si comprende la verità.

L’appello per fermare le armi nelle zone di conflitto

Al termine della preghiera mariana, il pensiero di Francesco corre con forza ai Paesi che vivono il dramma della guerra: “Ovunque si combatte – afferma – le popolazioni sono stanche della guerra, ovunque si combatte la guerra è inutile e inconcludente”. Preoccupa il Papa in particolare il conflitto in Sudan, iniziato 10 mesi fa e la grave situazione umanitaria che il Paese si trova a fronteggiare; gli attacchi in Mozambico, poi la martoriata Ucraina e infine il Medio Oriente, dove secondo il nuovo report del Ministero della Sanità di Gaza il bilancio dei morti dal 7 ottobre scorso è salito a quasi 29mila, con 127 decessi nelle ultime 24 ore e circa 69mila feriti.  Tra i saluti ai fedeli in Piazza, il Successore di Pietro ne rivolge uno in particolare ai coltivatori e agli allevatori presenti, protagonisti in questi giorni di manifestazioni, cortei e proteste con la marcia dei trattori, per chiedere più garanzie e tutele del loro lavoro e adeguamenti della Politica agricola comune.

Iniziano gli esercizi spirituali

Dal pomeriggio di oggi per il Papa e la Curia romana iniziano gli esercizi spirituali. Francesco nei giorni scorsi ha invitato i cardinali residenti a Roma, i Capi Dicastero ed i Superiori della Curia, a vivere in modo personale questo periodo “sospendendo l’attività lavorativa e raccogliendosi in preghiera fino a venerdì 23 febbraio 2024. In questa settimana saranno sospesi anche tutti gli impegni del Santo Padre, compresa l’Udienza generale di mercoledì 21 febbraio.

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