Cecilia Seppia – Città del Vaticano per Vaticannews.va
Seminare con fiducia e poi attendere con altrettanta fiducia e pazienza che quel seme buchi il terreno, germogli e porti frutto. E’ un processo difficile e faticoso per l’uomo, un atteggiamento che quasi contraddice la natura umana incline al “tutto e subito”, persino quando si tratta di evangelizzare, ma il Papa, dalla finestra dell’Angelus, invita i fedeli a metterlo in pratica imitando la saggezza del contadino.
Lo spunto arriva dal Vangelo del giorno in cui l’Evangelista Marco parla del Regno di Dio attraverso l’immagine del seme. “Ci vuole tempo” dice Francesco “per permettere ai semi di aprirsi al momento giusto e ai germogli di spuntare dal terreno e di crescere, abbastanza forti da garantire, alla fine, un raccolto abbondante” e questo nonostante il contadino abbia sparso ottima e abbondante semente, abbia preparato a dovere la terra, facendo bene il suo lavoro.
Sottoterra il miracolo è già in atto (cfr v. 27), c’è uno sviluppo enorme ma è invisibile, ci vuole pazienza, e nel frattempo è necessario continuare a curare le zolle, annaffiarle e tenerle pulite, nonostante in superficie sembra che non succeda nulla.
Lo stesso accade per il Regno di Dio: il Signore semina in noi la sua Parola, la sua grazia, mette in noi semi buoni e abbondanti e poi attende, senza mai smettere di accompagnarci.
Continua a prendersi cura di noi, con la fiducia di un Padre, ma ci dà tempo, affinchè i semi si aprano, crescano e si sviluppino fino a portare frutti di opere buone. E questo perché vuole che nel suo campo nulla vada perduto, che tutto giunga a piena maturazione; vuole che tutti noi possiamo crescere come spighe cariche di chicchi.
L’attesa fiduciosa vale anche per tutte quelle volte in cui ci prodighiamo nell’annuncio del Vangelo come genitori, catechisti, formatori, sacerdoti, religiosi, insegnanti, nei vari contesti di vita. Mai scoraggiarsi, mai smettere di sostenerci a vicenda, di perseverare nell’attesa esorta Francesco, soprattutto quando il terreno appare ostile e i risultati non sono immediati.
Spesso infatti anche tra noi, al di là delle apparenze, il miracolo è già in atto, e a suo tempo porterà frutti abbondanti!… La Vergine Maria, che ha accolto e fatto crescere in sé il seme della Parola, ci aiuti ad essere seminatori generosi e fiduciosi del Vangelo.
Al termine della preghiera mariana, il Papa che lo scorso venerdì si è seduto al tavolo del G7, primo Pontefice a prendere parte a un summit dei ‘Grandi della terra’, incontrando numerosi leader e capi di Stato, non poteva non rilanciare la parola che più di tutte sembra non trovare attuazione: pace! Il suo appello è per il Congo teatro nei giorni scorsi di sanguinosi scontri ma ancora forte risuona quello per l’Ucraina, il Medio Oriente, Sudan e Myanmar. Un ricordo poi per tutti i cristiani uccisi in odium fidei e per la beatificazione, ieri a Cracovia, di don Michał Rapacz sacerdote diocesano martire, ucciso a 42 anni dal regime comunista. L’applauso della Piazza sale anche quando il Papa meniona la Giornata mondiale dei donatori di sangue, ribadendo quanto sia importante questo gesto per salvare vite.
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