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Barbara Castelli – Città del Vaticano
Per conformarsi davvero al Figlio di Dio, “occorre distaccarsi da certi legami”, “occorre tagliare dei ponti, lasciandoli alle spalle, per intraprendere la nuova Via che è Cristo”. Nella catechesi dell’udienza generale, in piazza San Pietro, Papa Francesco si sofferma ancora sul significato del Battesimo, “sorgente di vita”.
L’acqua, “sulla quale viene invocata la potenza dello Spirito affinché abbia la forza di rigenerare e rinnovare”, è sorgente di vita e la sua assenza “provoca lo spegnersi di ogni fecondità”. Allo stesso tempo, l’acqua “può essere anche causa di morte, quando sommerge tra i suoi flutti”; e “ha la capacità di lavare, pulire, purificare”. Proprio a partire da “questo simbolismo naturale”, precisa il Pontefice, “la Bibbia descrive gli interventi e le promesse di Dio attraverso il segno dell’acqua”; e la “Chiesa invoca l’azione dello Spirito sull’acqua perché coloro che in essa riceveranno il Battesimo, siano sepolti con Cristo nella morte e con lui risorgano alla vita immortale”.
Per accedere al Battesimo, una volta “santificata l’acqua del fonte”, “bisogna disporre il cuore”. E questo, chiarisce Papa Bergoglio, “avviene con la rinuncia a Satana”, “colui “che divide”, mentre “Dio unisce sempre la comunità, la gente in un solo popolo”. Non è, dunque, “possibile aderire a Cristo ponendo condizioni”, “occorre distaccarsi da certi legami per poterne abbracciare davvero altri”: o si sta “bene con Dio” o si sta “bene con il diavolo”. “Per questo la rinuncia e l’atto di fede vanno insieme”.
L’atto di fede “suppone un impegno che lo stesso Battesimo aiuterà a mantenere con perseveranza nelle diverse situazioni e prove della vita”. E la presenza dello Spirito Santo, aggiunge Papa Francesco, “ci dà la forza per lottare bene”. Ecco perché, entrando in una chiesa e toccando l’acqua benedetta, dovremmo pensare con “gioia e gratitudine al Battesimo che abbiamo ricevuto”, rinnovando il nostro “Amen”, per “vivere immersi nell’amore della Santissima Trinità”. “Ricordatevi sempre – insiste il Pontefice, nei saluti in lingua araba – che la rinuncia al peccato, alle seduzioni del male”, “è ciò in cui la Chiesa crede”, e non si tratta di “atti momentanei”, “ma atteggiamenti che accompagnano tutta la crescita e la maturazione della vita cristiana”.
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Nel saluto in lingua polacca, Papa Bergoglio saluta, in particolare, la delegazione della Caritas Polacca, insieme con alcuni giovani dalla Siria, giunti a Roma con uno speciale bus, l’Ambasciata mobile della Caritas Giovani. L’iniziativa si propone di sensibilizzare la società ai problemi dei più poveri, promuovendo “il volontariato dei giovani e l’aiuto alle vittime delle persecuzioni in Siria”. “Pregate per la pace nel mondo – esorta – e in modo particolare per il Medio Oriente e per la Siria”.
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