Il ricordo ancora vivo del viaggio in Africa accende il cuore di Francesco in questo mercoledì nel quale ritorna l’appuntamento con l’udienza generale in piazza San Pietro. «Lodiamo insieme il Signore per questo pellegrinaggio in terra d’Africa – dice il Papa – e lasciamoci guidare dalle sue parole-chiave: “Siate saldi nella fede, non abbiate paura”; “Sarete miei testimoni”; “Passiamo all’altra riva”»
Ecco le parole pronunciate da Papa Francesco questo mercoledì:
Cari fratelli e sorelle, buon giorno,
nei giorni scorsi ho compiuto il mio primo Viaggio apostolico in Africa.Che bell è l’Africa! Rendo grazie al Signore per questo suo grande dono, che mi ha permesso di visitare tre Paesi: dapprima il Kenia, poi l’Uganda e infine la Repubblica Centrafricana. Esprimo nuovamente la mia riconoscenza alle Autorità civili e ai Vescovi di queste Nazioni per avermi accolto, e ringrazio tutti coloro che in tanti modi hanno collaborato. Grazie di cuore!
Il Kenia è un Paese che rappresenta bene la sfida globale della nostra epoca: tutelare il creato riformando il modello di sviluppo perché sia equo, inclusivo e sostenibile. Tutto questo trova riscontro in Nairobi, la più gande città dell’Africa orientale, dove convivono ricchezza e miseria, ma questo è uno scandalo … (…) e dove ha sede proprio l’Ufficio delle Nazioni Unite per l’Ambiente, che ho visitato. In Kenia ho incontrato le Autorità e i Diplomatici, e anche gli abitanti di un quartiere popolare; ho incontrato i leader delle diverse confessioni cristiane e delle altre religioni, i sacerdoti e i consacrati, e ho incontrato i giovani, tanti giovani! In ogni occasione ho incoraggiato a fare tesoro della grande ricchezza di quel Paese: ricchezza naturale e spirituale, costituita dalle risorse della terra, dalle nuove generazioni e dai valori che formano la saggezza del popolo. In questo contesto così drammaticamente attuale ho avuto la gioia di portare la parola di speranza di Gesù Risorto: “Siate saldi nella fede, non abbiate paura”. Questo era il motto della visita. Una parola che viene vissuta ogni giorno da tante persone umili e semplici, con nobile dignità; una parola testimoniata in modo tragico ed eroico dai giovani dell’Università di Garissa, uccisi il 2 aprile scorso perché cristiani. Il loro sangue è seme di pace e di fraternità per il Kenia, per l’Africa e per il mondo intero.
In Uganda la mia visita è avvenuta nel segno dei Martiri di quel Paese, a 50 anni dalla loro storica canonizzazione, da parte del beato Paolo VI. Per questo il motto era: «Sarete miei testimoni» (At 1,8). Un motto che presuppone le parole immediatamente precedenti: «Avrete forza dallo Spirito Santo», perché è lo Spirito che anima il cuore e le mani dei discepoli missionari.
E tutta la visita in Uganda si è svolta nel fervore della testimonianza animata dallo Spirito Santo. Testimonianza in senso esplicito è il servizio dei catechisti, che ho ringraziato e incoraggiato per il loro impegno, che spesso coinvolge anche le loro famiglie. Testimonianza è quella della carità, che ho toccato con mano nella Casa di Nalukolongo, ma che vede impegnate tante comunità e associazioni nel servizio ai più poveri, ai disabili, ai malati. Testimonianza è quella dei giovani che, malgrado le difficoltà, custodiscono il dono della speranza e cercano di vivere secondo il Vangelo e non secondo il mondo, andando contro-corrente. Testimoni sono i sacerdoti, i consacrati e le consacrate che rinnovano giorno per giorno il loro “sì” totale a Cristo e si dedicano con gioia al servizio del popolo santo di Dio. (…) Tutta questa multiforme testimonianza, animata dal medesimo Spirito Santo, è lievito per l’intera società, come dimostra l’opera efficace compiuta in Uganda nella lotta all’AIDS e nell’accoglienza dei rifugiati.
La terza tappa del viaggio è stata nella Repubblica Centrafricana, nel cuore geografico del continente. Questa visita era in realtà la prima nella mia intenzione, perché quel Paese sta cercando di uscire da un periodo molto difficile, di conflitti violenti e tanta sofferenza nella popolazione. Per questo ho voluto aprire proprio là, a Bangui, con una settimana di anticipo, la prima Porta Santa del Giubileo della Misericordia, in un Paese che soffre tanto, come segno di fede e di speranza per quel popolo, e simbolicamente per tutte le popolazioni africane più bisognose di riscatto e di conforto. L’invito di Gesù ai discepoli: «Passiamo all’altra riva» (Lc 8,22), era il motto per il Centrafrica. “Passare all’altra riva”, in senso civile, significa lasciare alle spalle la guerra, le divisioni, la miseria, e scegliere la pace, la riconciliazione, lo sviluppo. Ma questo presuppone un “passaggio” che avviene nelle coscienze, negli atteggiamenti e nelle intenzioni delle persone. E a questo livello è decisivo l’apporto delle comunità religiose. Perciò ho incontrato le Comunità Evangeliche e quella musulmana, condividendo la preghiera e l’impegno per la pace. Con i sacerdoti e i consacrati, ma anche con i giovani, abbiamo condiviso la gioia di sentire che il Signore risorto è con noi sulla barca, ed è Lui che la guida all’altra riva.
E infine nell’ultima Messa, allo stadio di Bangui, nella festa dell’apostolo Andrea, abbiamo rinnovato l’impegno a seguire Gesù, nostra speranza, nostra pace, Volto della divina Misericordia. Quell’ultima Messa erameravigliosa, era pieno di giovani … (…) (Il Papa aggiunge a braccio alcune riflessioni sui missionari che lavorano e vivono in Africa; sulla loro scelta, sacrificio e impegno … Poi il Santo Padre racconta la vita di una missionaria italiana di 81 anni che vive in Africa da quando aveva poco più di 20 anni). Lodiamo insieme il Signore per questo pellegrinaggio in terra d’Africa, e lasciamoci guidare dalle sue parole-chiave: “Siate saldi nella fede, non abbiate paura”; “Sarete miei testimoni”; “Passiamo all’altra riva”.
Speaker: Je salue cordialement les pèlerins de langue française. Nous sommes entrés dans le temps l’Avent. C’est un temps d’espérance que le Seigneur nous propose de vivre pour mieux nous disposer à le recevoir dans notre vie et dans notre monde. Que la Vierge Marie vous accompagne sur votre route et vous conduise à son Fils.
Que Dieu vous bénisse.
Agradezco, una vez más, a las Autoridades civiles y a los Obispos de estas naciones su acogida, y doy las gracias a todos los que de diversos modos han colaborado. **** Saludo a los peregrinos de lengua española, en particular a los grupos venidos de España y Latinoamérica. Invito a todos a dar gracias al Señor por este primer Viaje Apostólico a África, y a pedirle que de abundantes frutos y muchos misioneros. Muchas gracias.
di Francesco Rossi per la Redazione Papaboys
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