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Papa Francesco: anche oggi Gesù ci invia nella sua vigna per servire, e non per sfruttare gli altri!

L’immagine della Vigna rappresenta il popolo che il Signore si è scelto con tanta cura e tanto amore – sono le parole di Papa Francesco prima della preghiera dell’Angelus di questa domenica, commentando il Vangelo del giorno. In questa parabola Gesù mette i suoi interlocutori con durezza davanti ai fatti; questo vale anche oggi, ed anche oggi Gesù aspetta i frutti da chi ha inviato a lavorare nella vigna. 

Anche oggi Gesù ci invia nella vigna, San Paolo ci dice come essere buoni operai; Gesù ci invia per servire, e non per sfruttare gli altri! Sono le attuali parole di Papa Francesco.

Papa Francesco

Le parole di Papa Francesco prima della recita dell’Angelus di questa domenica

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Nel Vangelo di oggi (cfr Mt 21,33-43) Gesù, prevedendo la sua passione e morte, racconta la parabola dei vignaioli omicidi, per ammonire i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo che stanno per  prendere  una  strada  sbagliata.  Questi,  infatti,  nutrono  intenzioni  cattive  nei  suoi  confronti  e cercano il modo di eliminarlo. Il racconto allegorico descrive un padrone che, dopo aver molto curato la sua vigna (cfr v. 33), dovendo partire la affida a dei contadini. Poi, al tempo del raccolto, manda dei servi a ritirare i frutti; ma quei vignaioli accolgono i servi a bastonate e alcuni addirittura li uccidono. Il padrone invia altri servi,  più  numerosi,  che  però  ricevono  lo  stesso  trattamento  (cfr  vv.  34-36).

Il  colmo  si  raggiunge quando  il  padrone  decide  di  mandare  il  suo  figlio:  i  vignaioli  non  ne  hanno  alcun  rispetto,  anzi, pensano che eliminandolo potranno impadronirsi della vigna, e così uccidono anche lui (cfr vv. 37-39).

L’immagine della vigna rappresenta il popolo che il Signore si è scelto e ha formato con tanta cura, con tanto amore; i servi mandati dal padrone sono i profeti, inviati da Dio, mentre il figlio è figura di Gesù. E come furono rifiutati i profeti, così anche il Cristo è stato respinto  e ucciso. Al termine del racconto, Gesù domanda ai capi del popolo: «Quando verrà dunque il padrone della  vigna, che  cosa  farà  a  questi  contadini?»  (v.  40).  Ed  essi,  presi  dalla  logica  della  narrazione, pronunciano da sé stessi la propria condanna: il padrone – dicono –punirà severamente quei malvagi e affiderà la vigna «ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo» (v. 41).

Con  questa  parabola  molto  dura,  Gesù  mette  i  suoi  interlocutori  di  fronte  alla  loro responsabilità, e lo fa con estrema chiarezza. Ma non pensiamo che questo ammonimento valga solo per quelli che rifiutarono Gesù in quel tempo. Vale per ogni tempo, anche per il nostro. Anche oggi Dio aspetta i frutti della sua vigna da coloro che ha inviato a lavorare in essa. Tutti noi.

In ogni epoca, coloro che hanno un’autorità – anche nella chiesa – nel popolo di Dio possono essere tentati di fare i propri interessi, invece di quelli di Dio stesso. Ma la vigna è del Signore, non nostra. L’autorità è un servizio, e come tale va esercitata, per il bene di tutti e per la diffusione del Vangelo. 
San Paolo, nella seconda Lettura della liturgia odierna, ci dice come essere buoni operai della vigna del Signore: quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato; ciò che è virtù e merita lode,  tutto  questo  sia  oggetto  quotidiano  del  nostro  impegno  (cfr Fil4,8).

Diventeremo  così  una Chiesa sempre più ricca di frutti di santità, daremo gloria al Padre che ci ama con infinita tenerezza, al  Figlio  che  continua  a  donarci  la  salvezza,  allo  Spirito  che  ci  apre  il  cuore  e  ci  spinge  verso  la pienezza del bene.
Ci rivolgiamo ora a Maria Santissima, spiritualmente uniti ai fedeli radunati nel Santuario di Pompei per la Supplica, e nel mese di ottobre rinnoviamo l’impegno di pregare il santo Rosario.
Il Santo Padre nell’allocuzione del dopo-Angelus ovviamente ha fatto riferimento, con importanti sottolineature, alla pubblicazione della encicllica “Fratelli tutti” firmata ieri presso la tomba di san Francesco ad Assisi.
Questa terza enciclica – distribuita ai giornalisti sotto embargo – è pubblicabile proprio a partire di questo momento. “Fratelli tutti” è la 299.ma enciclica nella storia del Papato.
Le ultime 73 Lettere encicliche sono state pubblicate dagli ultimi cinque Pontefici.
Pio XII pubblicò 41. Giovanni XXIII pubblicò 8. Paolo VI pubblicò 7. Giovanni Paolo II  pubblicò 14 e Francesco 3.
Nota. Il testo dell’enciclica è stata donata ai fedeli in Piazza San Pietro nell’edizione cartacea dell’Osservatore Romano che riprende dopo una lunga pausa.
Redazione Papaboys / Fonte: Il Sismografo

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