“Il fuoco, il battesimo e la divisione: sono 3 immagini di Gesù usa per andare verso la crocifissione. In questa domenica vorrei parlare del fuoco – ha detto Francesco – ricordando che il fuoco di cui parla Gesù è il fuoco dello Spirito Santo, operante in noi, fino dal giorno del nostro battesimo” sono le parole pronunciate da Papa Francesco in piazza San Pietro prima della recita della preghiera mariana dell’Angelus di questa domenica 14 agosto. Gesù vuole che questo fuoco entri nel nostro cuore, e se ci apriamo a questo fuoco Egli ci donerà l’audacia ed il fervore per annunciare a tutti Gesù ed il suo consolante messaggio di misericordia e di salvezza, navigando in mari aperti, senza paura. Il fuoco comincia nel cuore!
Le parole del Papa prima della recita dell’Angelus
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
il Vangelo di questa domenica (Lc 12,49-53) fa parte degli insegnamenti di Gesù rivolti ai discepoli lungo la sua salita verso Gerusalemme, dove l’attende la morte di croce. Per indicare lo scopo della sua missione, Egli si serve di tre immagini: il fuoco, il battesimo e la divisione. Oggi desidero parlare della prima immagine, quella del fuoco.
Gesù la esprime con queste parole: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!» (v.49). Il fuoco di cui Gesù parla è il fuoco dello Spirito Santo, presenza viva e operante in noi dal giorno del nostro Battesimo. Esso, il fuoco, è una forza creatrice che purifica e rinnova, brucia ogni umana miseria, ogni egoismo, ogni peccato, ci trasforma dal di dentro, ci rigenera e ci rende capaci di amare.
Gesù desidera che lo Spirito Santo divampi come fuoco nel nostro cuore, perché è solo partendo dal cuore – attenzione a questo – che l’incendio dell’amore divino potrà svilupparsi e far progredire il Regno di Dio. Non parte dalla testa, parte dal cuore (…) Se ci apriamo completamente all’azione dello Spirito Santo, Egli ci donerà l’audacia e il fervore per annunciare a tutti Gesù e il suo consolante messaggio di misericordia e di salvezza, navigando in mare aperto. Senza paura. Ma il fuoco comincia nel cuore.
Nell’adempimento della sua missione nel mondo, la Chiesa, cioè tutti noi, ha bisogno dell’aiuto dello Spirito Santo per non lasciarsi frenare dalla paura e dal calcolo, per non abituarsi a camminare entro i confini sicuri. (…)
Invece il coraggio apostolico che lo Spirito Santo accende in noi come un fuoco ci aiuta a superare i muri e le barriere, ci rende creativi e ci sprona a metterci in movimento per camminare anche su strade inesplorate o scomode, offrendo speranza a quanti incontriamo. Con questo fuoco dello Spirito Santo siamo chiamati a diventare sempre più comunità di persone guidate e trasformate dallo Spirito Santo, piene di comprensione, dal cuore dilatato e dal volto gioioso. Più che mai c’è bisogno – più che mai oggi, c’è bisogno – di sacerdoti, di consacrati e di fedeli laici, con lo sguardo attento dell’apostolo, per commuoversi e sostare dinanzi ai disagi e alle povertà materiali e spirituali, caratterizzando così il cammino dell’evangelizzazione e della missione con il ritmo sanante della prossimità.
In questo momento, penso con ammirazione soprattutto ai numerosi sacerdoti e religiosi e laici che, in tutto il mondo, si dedicano all’annuncio del Vangelo con grande amore e fedeltà, non di rado anche a costo della vita. La loro esemplare testimonianza ci ricorda che la Chiesa non ha bisogno di burocrati e di diligenti funzionari, ma di missionari appassionati, divorati dall’ardore di portare a tutti la consolante parola di Gesù e la sua grazia.
Chiediamo alla Vergine Maria di pregare con noi e per noi il Padre celeste, affinché effonda su tutti i credenti lo Spirito Santo, fuoco divino che riscalda i cuori e ci aiuta ad essere solidali con le gioie e le sofferenze dei nostri fratelli. Ci sostenga nel nostro cammino l’esempio di San Massimiliano Kolbe, martire della carità, di cui oggi ricorre la festa: egli ci insegni a vivere il fuoco di amore per Dio e per il prossimo.
I saluti di Papa Francesco dopo la recita dell’Angelus di questa domenica
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Cari fratelli e sorelle, saluto con affetto tutti voi, romani e pellegrini presenti! Anche oggi ho la gioia di salutare alcuni gruppi di giovani: anzitutto gli scout venuti da Parigi; e poi i giovani giunti a Roma in pellegrinaggio a piedi o in bicicletta da Bisuschio, Treviso, Solarolo, Macherio, Sovico, Vall’Alta di Bergamo e i Seminaristi del Seminario minore di Bergamo. Ripeto anche a voi le parole che sono state il tema del grande incontro di Cracovia: «Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia»; sforzatevi di perdonare sempre e abbiate un cuore compassionevole. Saluto anche le Associazioni del progetto “Cartoline in bicicletta”. A tutti auguro una buona domenica e un buon pranzo. E, per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Arrivederci!
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a cura di Francesco Rossi per la Redazione Papaboys
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