Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano per Vaticannews.va
È questo il giorno in cui si celebra l’Epifania, cioè la manifestazione del Signore “a tutti i popoli, impersonati dai Magi”. Papa Francesco all’Angelus esorta a trovare il tempo per guardare i bambini, “i piccoli che pure ci parlano di Gesù, con la loro fiducia, la loro immediatezza, il loro stupore, la loro sana curiosità, la loro capacità di piangere e ridere con spontaneità, di sognare”. “Dio si è fatto così: bambino, fiducioso, semplice, amante della vita”:
Se staremo davanti a Gesù bambino e in compagnia dei bambini impareremo a stupirci e ripartiremo più semplici e migliori, come i Magi. E sapremo avere sguardi nuovi e sguardi creativi di fronte ai problemi del mondo.
Francesco invita a soffermarsi sulla dinamica della scena dell’Epifania. I Magi, partiti dall’Oriente, sono “saggi ricercatori” che, dopo essersi lasciati interrogare dall’apparizione di una stella, “si mettono in cammino e giungono a Betlemme”. “Lì trovano Gesù, con Maria sua madre, si prostrano e gli offrono oro, incenso e mirra”.
Uomini sapienti che riconoscono la presenza di Dio in un semplice Bambino: non in un principe o in un nobile, ma in un figlio di povera gente, e si prostrano davanti a Lui, adorandolo. La stella li ha condotti lì, davanti a un Bimbo; e loro, nei suoi occhi piccoli e innocenti, colgono la luce del Creatore dell’universo, alla cui ricerca hanno dedicato l’esistenza.
Quella di riconoscere “il Signore della vita” è un’esperienza decisiva per i Magi. Ed e importante, spiega il Papa, anche per noi.
In Gesù Bambino, infatti, vediamo Dio fatto uomo. E allora guardiamo a Lui, meravigliamoci della sua umiltà. Contemplare Gesù, restare davanti a Lui, adorarlo nell’Eucaristia: non è perdere tempo, ma è dare senso al tempo. Adorare non è perdere tempo, ma dare senso al tempo: questo è importante, lo ripeto: adorare non è perdere tempo, ma dare senso al tempo; è ritrovare la rotta della vita nella semplicità di un silenzio che nutre il cuore.
Sostare davanti alla scena della Natività significa anche fare spazio a interrogativi profondi. Francesco pone, in particolare, alcune cruciali domande rivolte al cuore di ogni uomo.
Chiediamoci dunque: in questi giorni ci siamo fermati ad adorare, abbiamo fatto un po’ di spazio a Gesù nel silenzio, pregando davanti al presepe? Abbiamo dedicato del tempo ai bambini, a parlare e a giocare con loro? E infine, riusciamo a vedere i problemi del mondo con lo sguardo dei bambini?
Dal Pontefice infine la preghiera che “Maria, Madre di Dio e nostra, accresca il nostro amore per Gesù Bambino e per tutti i bambini, specialmente quelli provati da guerre e ingiustizie”.
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