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Papa Francesco, Angelus di Santo Stefano: ‘Abbiamo bisogno di tenere lo sguardo fisso su Gesù!’

Papa Francesco, Angelus di Santo Stefano: ‘Abbiamo bisogno di tenere lo sguardo fisso su Gesù!’

La festa di questo primo martire Stefano ci chiama a ricordare tutti i martiri di ieri e di oggi, e sono tanti, a sentirci in comunione con loro, e a chiedere a loro la grazia di vivere e morire con il nome di Gesù nel cuore e sulle labbra. Sono le parole prima della recita dell’Angelus di questo giovedì che Papa Francesco ha pronunciato prima della recita dell’Angelus in san Pietro, ringraziando per i tanti auguri ricevuti in questi giorni e per le preghiere.

L’Angelus di questa festa di Santo Stefano

Le parole di Papa Francesco prima della recita dell’Angelus

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Si celebra oggi la festa di Santo Stefano, primo martire. Il Libro degli Atti degli Apostoli ci parla di lui (cfr cap. 6-7) e nella pagina della liturgia di oggi ce lo presenta nei momenti finali della sua vita, quando viene catturato e lapidato (cfr 6,12; 7,54-60). Nel clima gioioso del Natale, questa memoria del primo cristiano ucciso per la fede potrebbe apparire fuori luogo. Tuttavia, proprio nella prospettiva della fede, l’odierna celebrazione si pone in sintonia con il vero significato del Natale.Nel martirio di Stefano, infatti, la violenza è sconfitta dall’amore, la morte dalla vita: egli, nell’ora della testimonianza suprema, contempla i cieli aperti e dona ai persecutori il suo perdono (cfr v. 60).


Questo giovane servitore del Vangelo, pieno di Spirito Santo, ha saputo narrare Gesù con le parole, e soprattutto con la sua vita. Guardando a lui, vediamo realizzarsi la promessa di Gesù ai suoi discepoli: “Quando vi maltratteranno per causa mia, lo Spirito del Padre vi darà la forza e le parole per dare testimonianza” (cfr Mt 10,19-20). Così lo aveva promesso Gesù. Alla scuola di Santo Stefano, diventato simile al suo Maestro sia nella vita sia nella morte, anche noi fissiamo lo sguardo su Gesù, testimone fedele del Padre. Impariamo che la gloria del Cielo, quella che dura per tutta la vita e anche nella vita eterna, non è fatta di ricchezze e potere, ma di amore e donazione di sé.


Abbiamo bisogno di tenere lo sguardo fisso su Gesù, «autore e perfezionatore della nostra fede» (Eb 12,2), per poter rendere ragione della speranza che ci è stata donata (cfr 1Pt 3,15), attraverso le sfide e le prove che dobbiamo affrontare quotidianamente. Per noi cristiani, il cielo non è più lontano, separato dalla terra: in Gesù, il Cielo è disceso sulla terra. E grazie a Lui, con la forza dello Spirito Santo, noi possiamo assumere tutto ciò che umano e orientarlo verso il Cielo. Così che la prima testimonianza sia proprio il nostro modo di essere umani, uno stile di vita plasmato secondo Gesù: mite e coraggioso, umile e nobile, non violento e forte.


Stefano era diacono, uno dei primi sette diaconi della Chiesa (cfr At 6,1-6). Egli ci insegna ad annunciare Cristo attraverso gesti di fraternità e di carità evangelica. La sua testimonianza, culminata nel martirio, è fonte di ispirazione per il rinnovamento delle nostre comunità cristiane. Esse sono chiamate a diventare sempre più missionarie, tutte protese all’evangelizzazione, decise a raggiungere gli uomini e le donne nelle periferie esistenziali e nelle periferie geografiche, dove più c’è sete di speranza e di salvezza. Comunità che non seguono la logica mondana, che non mettono al centro sé stesse, la propria immagine, ma unicamente la gloria di Dio e il bene della gente, specialmente dei piccoli e dei poveri.

Angelus in piazza San Pietro


La festa di questo primo martire Stefano ci chiama a ricordare tutti i martiri di ieri e di oggi, e sono tanti, a sentirci in comunione con loro, e a chiedere a loro la grazia di vivere e morire con il nome di Gesù nel cuore e sulle labbra.

Maria, Madre del Redentore, ci aiuti a vivere questo tempo di Natale fissando lo sguardo su Gesù, per diventare ogni giorno più simili a Lui.

La preghiera per le Filippine ed il saluto dopo la recita dell’Angelus

Papa Francesco si è unito al dolore che ha colpito la popolazione delle Filippine a causa dei recenti tifoni che hanno seminato lutto e distruzione.

Poi il Santo Padre ha salutato tutti i pellegrini e fedeli giunti dall’estero e dai diversi luoghi dell’Italia.Francesco inoltre ha ringraziato tutti per i messaggi augurali che ha ricevuto da tutto il mondo. Ha ringraziato di cuore, in particolare, per le preghiere.

Infine il Papa ha augurato a tutti una buona festa di santo Stefano.

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