L’esperienza di don Pasqualino Di Dio, sacerdote della Divina Misericordia
TESTIMONIANZE DI FEDE – Don Pasqualino di Dio è un giovane e infaticabile presbitero di 32 anni che ha fatto del messaggio della Misericordia il cuore della sua vita ha iniziato all’età di 14 anni il Movimento Apostolico della Divina Misericordia presente in varie Diocesi d’Italia, ha dato inizio alla rubrica giornaliera “alle soglie del cuore. Coroncina alla Divina Misericordia” su TV2000 e la Piccola Casa della Misericordia di Gela.
Don Lino (così è chiamato da tutti) ha avuto la grazia d’incontrare Papa Francesco l’indomani della sua elezione e il 2 aprile 2013 ha concelebrato con lui e nell’incontro privato il giovane sacerdote siciliano ha descritto al Santo Padre Francesco il legame che tante persone hanno con il messaggio della Divina Misericordia trasmesso da Suor Faustina e promosso da Giovanni Paolo II. Papa Francesco gli ha detto: “Tu devi essere il sacerdote della Misericordia, vai con la mia benedizione e porta ovunque questo messaggio perché questo messaggio salverà il mondo!” Il Papa inoltre ha benedetto un’icona della Misericordia che sta visitando le comunità parrocchiali e le famiglie.
Don Pasqualino, cosa pensi dell’annuncio di Papa Francesco sull’anno dedicato alla Divina Misericordia a partire dall’8 dicembre 2015?
L’annuncio che ha dato Papa Francesco al mondo cioè quello di aprire un Giubileo straordinario dedicato alla Misericordia è una cosa inconsueta perché solitamente i giubilei si indicono ogni 25 – 50 anni. Ma oggi la Chiesa, il mondo ha bisogno di questo annunzio che troviamo già nella Sacra Scrittura e sperimentiamo ogni volta che con fiducia e sincerità celebriamo il sacramento della Riconciliazione. Papa Bergoglio dall’inizio del suo pontificato ha parlato della Misericordia, nel suo primo angelus in Piazza San Pietro varie volte ha ripetuto: “Dio è un padre che non si stanca di perdonarci anche se noi ci stanchiamo di chiedere perdono. Il limite al male è la Divina Misericordia”. Papa Francesco a partire dal suo motto episcopale sta cercando di realizzare un pontificato alla luce della Misericordia. Misericordia vuol dire andare accanto a chi soffre, avere compassione, tenerezza. Dio non ha fretta, perché i tempi sono misurati dall’amore e l’amore sa anche aspettare, pazientare ed accogliere. Un Dio che non si stanca dell’uomo. Tanti speravamo in un’anno dedicato alla Misericordia ma non a un giubileo straordinario, questo è un grande dono da parte del Signore e del cuore di Papa Francesco! Spero che l’Anno giubilare porti tante persone a comprendere quanto Dio ci ama ed è sempre pronto a ricominciare da capo con noi. Auspico che il messaggio della Misericordia venga compreso non come una devozione ma come essenza principale del cristiano per usare le parole di Papa Benedetto.”
Tu hai dato inizio con delle giovani famiglie alla “Piccola Casa della Misericordia” di Gela, quali sono gli scopi?
La scopo principale del Centro è l’annunzio di Cristo misericordioso buon samaritano, la promozione dell’individuo come soggetto unico e irripetibile e il suo reinserimento nel tessuto relazionale sociale. Opera in collaborazione sinergica con la diocesi di Piazza Armerina e con le istituzioni locali, nel territorio di Gela oggi interessato da crescenti disagi sociali dovuti al processo di de-industrializzazione progressivo dovuto alla crisi del polo petrolchimico gelese. Questa situazione diventa esplosiva se rapportata al problema del disagio sociale legato alla malavita organizzata che fa leva sul bisogno della gente, per reclutare masse crescenti di giovani che hanno perso ogni fiducia nelle istituzioni locali e che non riescono più a fronteggiare le istanze sempre crescenti di giustizia sociale, di sicurezza nel futuro, di certezza per i propri figli. In questo difficile contesto sociale si inserisce l’attività messa in campo dall’Associazione, con lo sforzo dei tanti volontari che ogni giorno nel silenzio lavorano per andare incontro al disagio di oltre 2000 persone che la Piccola Casa assiste. L’Associazione cerca di soddisfare le necessità primarie della persona accolta: mangiare, lavarsi, lavare la propria biancheria, essere ascoltati, sentirsi riconosciuti, recuperare risorse personali fisiche e psicologiche attraverso il centro d’ascolto con consulenze professionali (psicologo – ginecologo – avvocato – commercialista – medici), sostiene le famiglie con disagio socio-economico con la mensa della solidarietà, distribuzione di pacchi alimenti e abbigliamento, accompagnamento ai servizi e centro aggregativo.
Quali sono le attività dell’associazione e come è organizzata?
La Piccola Casa è anche un centro di spiritualità, ha organizzato una scuola di preghiera settimanale, un centro studi, un corso a cadenza mensile riservato alle famiglie, due di esercizi spirituali, varie mostre e il Convegno annuale regionale sulla Divina Misericordia. Svolge un servizio di supporto alle famiglie dei carcerati, all’Azienda Sanitaria e offre un sostegno scolastico ai ragazzi della scuola dell’obbligo. Ha un atelier artistico che produce manufatti in olivo, icone e paramenti sacri e promuove anche dei corsi di cucina. Garantisce la continuità del processo di presa in carico attraverso l’accoglienza in strutture di secondo livello.
Vediamo come la Provvidenza ci assiste e opera, il messaggio della Misericordia se non passa dalla preghiera all’azione diventa sterile.
Servizio di Rita Sberna
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