In occasione dell’odierna apertura a New York del summit mondiale Onu sui cambiamenti climatici, Francesco fa giungere ai partecipanti un videomessaggio in cui parla di sfide, soluzioni, impegno troppo “fluido” da parte degli Stati e incoraggia a sfruttare le opportunità che ancora ci sono per salvare il pianeta sofferente
Gabriella Ceraso – Città del Vaticano
Il cambiamento climatico è uno dei “fenomeni più gravi e preoccupanti del nostro tempo” dinanzi al quale serve una “risposta collettiva”, una “reale volontà politica” e nuovi modelli di consumo “coerenti con la dignità umana”. Francesco nel Videomessaggio torna su un tema a lui molto caro, al centro anche dell’Enciclica Laudato si’-
ed esprime tutta la sua preoccupazione ai capi di Stato e di governo, agli imprenditori, alle Ong e a quanti partecipano oggi al Climate Action Summit 2019 dell’Onu, a margine dell’Assemblea Generale, alla quale – per motivi di tempistica legati ai lavori della plenaria – è stata inviata una versione sintetica del messaggio papale.Sul tavolo, come detto anche dallo stesso segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, gli sforzi di ciascuno in vista della 25esima Conferenza delle Parti che si terrà il prossimo dicembre in Cile: servono piani concreti e non solo dichiarazioni, secondo Guterres, per tagliare le emissioni di gas serra del 45% nel decennio prossimo – come stabilito dall’Accordo di Parigi del 2015 – per bloccare nuove centrali a carbone e porre fine ai finanziamenti delle energie fossili.
Il Papa entra nel merito proprio del percorso compiuto fino ad oggi dall’appuntamento di Parigi, per interrogarsi sull’effettivo impegno degli Stati che definisce, in questi quattro anni, ancora molto “fluido” e lontano dagli obiettivi prefissati: l’umanità degli inizi del XXI secolo – è il suo auspicio – dovrebbe essere ricordata per l’assunzione delle sue gravi responsabilità. Il tempo c’è, così come ci sono le soluzioni ad un degrado che prima ancora che ambientale è umano, etico e sociale
Da rinnovare sono i modelli di consumo e produzione, i processi di educazione e sensibilizzazione: un “altro tipo di progresso” al servizio della persona, della pace e dell’ambiente e misurato sulla “dignità umana”. Necessarie a questo scopo sono tre qualità morali che Francesco ribadisce con forza e sulle quali chiude il suo videomessaggio incoraggiando i partecipanti a farle proprie: onestà, coraggio e responsabilità.
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