Nove mesi fa, era il 13 marzo di quest’anno, Papa Francesco annunciava alla Chiesa e al mondo l’intenzione di indire un Anno Santo straordinario della misericordia. Un mese dopo, l’11 aprile, l’indizione era ufficializzata dalla consegna della Bolla Misericordiae Vultus”, letta alla presenza del Papa davanti alla Porta Santa chiusa della Basilica di San Pietro. La stessa Porta che nella Solennità dell’Immacolata Francesco aprirà, alla presenza del Papa emerito Benedetto XVI, dando inizio al Giubileo che si concluderà il 20 novembre del 2016. Alessandro De Carolis della Radio Vaticana ricorda nel suo servizio il significato e i momenti salienti della cerimonia che sarà trasmessa in mondovisione a partire dalle 9.30.
Il segno più bello è che alla paura che di recente ha sbarrato tante porte e finestre, al terrore che ha lasciato su di esse le stigmate dei proiettili, al senso di insicurezza e ai sentimenti di odio che l’una e l’altro stanno instillando nel cuore di tanta gente, risponderà un’altra porta più grande, anch’essa fatta per le folle, che si spalancherà per dire a chiunque – come ripetuto all’infinito dal Papa Francesco – che se c’è chi, sfregiando il nome di Dio, lascia dietro di sé una scia di vendetta e di morte spacciandole come sacre, nella casa di Dio di sacro c’è solo lo spazio per un perdono che non si stanca mai e per un abbraccio di pace che spera sempre.
Un anno di gioia e perdono
“Donaci di vivere un anno di grazia”, dirà Papa Francesco davanti alla Porta Santa prima di poggiare la mano sui battenti e aprire l’Anno Santo della misericordia. Il bisogno aumentato di sicurezza indotto dall’ultimo dramma di Parigi, e in generale da mesi di cronache insanguinate sulla guerra “a pezzi”, ha costretto a blindare anche il percorso per antonomasia più pacifico che esista, il pellegrinaggio verso un luogo sacro. Ma il pellegrinaggio giubilare che Francesco inizierà per primo vorrà essere – e il Papa lo ricorderà una volta entrato in Basilica e giunto davanti all’Altare della Confessione – un’esperienza “viva” di gioia, della “tenerezza paterna” di Dio.
Giubileo nel solco del Concilio
Il momento clou dell’apertura della Porta Santa avverrà dopo la comunione della Messa che Francesco presiederà in Piazza San Pietro. L’8 dicembre 2015 ricorda anche i 50 anni dalla fine del Vaticano II. Per questo la celebrazione sarà introdotta dalla lettura di alcuni brani delle quattro Costituzioni conciliari (Dei Verbum, Lumen gentium, Sacrosanctum concilium e Gaudium et spes), e da due brani rispettivamente di Unitatis redintegratio sull’ecumenismo eDignitatis humanae sulla libertà religiosa. L’eredità del Concilio sarà peraltro simboleggiata da un gesto speciale: sullo stesso tronetto sul quale, durante tutte le sessioni di lavoro di 50 anni fa, veniva poggiato l’Evangeliario sarà collocato quello appositamente preparato per l’Anno Santo dall’artista gesuita, padre Marco Ivan Rupnik.
Benedizione dalla tomba di Pietro
Una volta completata la prima processione giubilare attraverso la Porta Santa, sulla tomba di Pietro Papa Francesco svolgerà il rito conclusivo della Messa impartendo la sua benedizione, per poi raggiungere la finestra del suo studio e affacciarsi a mezzogiorno per la recita dell’Angelus.
di Alessandro De Carolis per la Radio Vaticana
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