Papa Francesco invita a “far riecheggiare il grido delle numerose persone, famiglie e comunità che soffrono direttamente o indirettamente a causa delle conseguenze troppo spesso negative delle attività minerarie. Un grido per i terreni perduti; un grido per l’estrazione di ricchezze dal suolo che paradossalmente non ha prodotto ricchezza per le popolazioni locali rimaste povere; un grido di dolore in reazione alle violenze, alle minacce e alla corruzione”.
“Un grido di sdegno e di aiuto – afferma ancora – per le violazioni dei diritti umani, clamorosamente o discretamente calpestati per quanto concerne la salute delle popolazioni, le condizioni di lavoro, talvolta la schiavitù e il traffico di persone che alimenta il tragico fenomeno della prostituzione; un grido di tristezza e di impotenza per l’inquinamento delle acque, dell’aria e dei suoli; un grido di incomprensione per l’assenza di processi inclusivi e di appoggio da parte di quelle autorità civili, locali e nazionali, che hanno il fondamentale dovere di promuovere il bene comune”.
Ribadisce quindi il suo appello lanciato nell’Enciclica Laudato si’ “a collaborare nell’aver cura della nostra casa comune, contrastando le drammatiche conseguenze del degrado ambientale nella vita dei più poveri e degli esclusi, e avanzando verso uno sviluppo integrale, inclusivo e sostenibile (cfr n. 13). L’intero settore minerario – scrive – è indubbiamente chiamato a compiere un radicale cambiamento di paradigma per migliorare la situazione in molti Paesi. A ciò possono dare il loro contributo i Governi nei Paesi di origine delle società multinazionali e di quelli in cui esse operano, gli imprenditori e gli investitori, le autorità locali che sorvegliano lo svolgimento delle operazioni minerarie, gli operai e i loro rappresentanti, le filiere di approvvigionamento internazionali con i vari intermediari e coloro che operano sui mercati di queste materie, i consumatori di merci per la realizzazione delle quali ci si è serviti di minerali. Tutte queste persone sono chiamate ad adottare un comportamento ispirato dal fatto che costituiamo un’unica famiglia umana, «che tutto è in relazione, e che la cura autentica della nostra stessa vita e delle nostre relazioni con la natura è inseparabile dalla fraternità, dalla giustizia e dalla fedeltà nei confronti degli altri» (ibid., 70)”. “E’ partendo dalla dignità umana – conclude il messaggio – che si crea la cultura necessaria per affrontare la crisi attuale”.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana
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