Cresce di ora in ora, fra i corridoi e nelle stanze dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù, l’attesa per la visita di Papa Francesco: arriverà nel pomeriggio di sabato 21 dicembre. «Ci ha fatto sapere che vuole trattenersi il più possibile», confida Giuseppe Profiti, dal 2008 presidente del nosocomio che fin dalla sua nascita è nel cuore dei pontefici. Ricevuto in udienza il 16 maggio scorso, dopo aver comunicato al Santo Padre la notizia dell’inaugurazione di un nuovo reparto di pediatria in Vietnam, Profiti aveva consegnato nelle sue mani i tanti disegni e inviti preparati dai piccoli ricoverati: «In quel momento ha cambiato decisamente espressione, il suo volto si è illuminato. D’altronde, conoscendo l’attenzione e l’amore del Papa nei confronti dei bambini, ci aspettavamo una reazione del genere. E immaginiamo già che l’incontro con loro sarà molto sentito».
In quei messaggi, tanta spontaneità: «A Papa Francesco vorrei dire di pregare tanto per tutti i bambini malati, non solo quelli dell’ospedale, ma per tutti i bambini del mondo. Tutti i bambini non devono stare negli ospedali, ma nelle loro case», scrive Flavio in stampatello, con un pennarello azzurro, su un foglio bianco. Erano passati pochi giorni dall’elezione al soglio di Pietro del Pontefice arrivato «quasi dalla fine del mondo», come ha detto lui stesso affacciandosi per la prima volta dal loggione centrale della basilica petrina. Un evento seguito anche dai degenti dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù, che hanno iniziato subito a preparare letterine illustrate per invitarlo: «Caro Papa, vienici a trovare: ti aspettiamo in ospedale», chiedevano i piccoli della ludoteca. In molti gli auguravano un caloroso «Benvenuto», disegnando un ponte ideale fra Italia e Argentina, altri gli domandavano incuriositi «Perché non sei della Roma?».
Altri ancora avevano provato a comporre una poesia in rima: «Ora con il tuo amore e la tua preghiera aiuta tutta l’umanità intera. Noi bambini per te tifiamo e con tanto amore ti salutiamo». In questi giorni sono proprio loro, insieme ai genitori, i protagonisti della preparazione all’evento: «Stiamo accogliendo, per quanto possibile, la loro richiesta di vederlo e salutarlo personalmente, di avere un contatto con lui. Ci chiedono un incontro, non una visita. E noi stiamo cercando di incanalare questa energia emotiva: pensiamo che ricevere il Santo Padre nel “suo” ospedale pochi giorni prima del Natale sia davvero il regalo più bello», riferisce il presidente Profiti, che con il suo staff sta allestendo dei collegamenti video con le sedi di Palidoro e Santa Marinella «per consentire a tutti i nostri pazienti una partecipazione, seppur a distanza. Sicuramente i circa 400 bambini ricoverati proveranno a “stupire con effetti speciali” Papa Francesco, dimostrandogli il loro affetto con un grande abbraccio: se calcoliamo la presenza di entrambi i genitori di ogni paziente, di 1.500 operatori sanitari e altri, si prevede la presenza di almeno 4mila persone».
Sicuramente il Pontefice sosterà per un momento di preghiera nella cappella dell’ospedale, ma ancora non si conoscono i dettagli della visita. «Ci terrei a poterlo accompagnare nelle stanze dove ci sono i bambini che non potranno andargli incontro, perché appena operati o trapiantati o comunque allettati», auspica Profiti, aggiungendo: «Le sorprese sicuramente non mancheranno. Come nelle visite dei suoi predecessori, questo momento sarà ricordato con l’affissione di una foto. Ma ci auguriamo che a questa prima visita ne seguano altre informali: quando avrà il desiderio di uscire e venirci a trovare, lo aspettiamo sempre a braccia aperte. Perché anche questa è casa sua, il “suo” ospedale». Ad annunciare la data della visita, il segretario di Stato monsignor Pietro Parolin, a conclusione del concerto solidale «La luce dei bambini», tenuto il 2 dicembre scorso dal maestro Andrea Bocelli nell’Aula Paolo VI in Vaticano e mirato alla raccolta fondi per il rinnovamento infrastrutturale e tecnologico della Terapia intensiva cardiochirurgica.
«Papa Francesco, come i suoi predecessori, dimostra per i bambini un traboccante amore paterno: quanto più l’infanzia viene promossa, tanto migliore sarà il nostro futuro», ha sottolineato il presule. Papa Bergoglio rinnoverà quindi una tradizione cara ai suoi predecessori: era il giorno di Natale del 1958 quando Giovanni XXIII venne per la prima volta al Bambino Gesù. Il «Papa buono» tornò a far visita ai bambini quattro anni più tardi, il 25 dicembre 1962. Il primo gennaio 1968 fu la volta di Paolo VI , il 7 gennaio 1979 di Giovanni Paolo II, mentre il 30 settembre 2005 Benedetto XVI varcò la soglia dell’ospedale pediatrico per «testimoniare l’amore di Gesù per i bambini». E nel 2014 ricorreranno i 90 anni dalla donazione dell’ospedale alla Santa Sede da parte della famiglia Salviati, che nel 1869 fondò a Roma il primo ospedale pediatrico della storia d’Italia e nel 1924, «per garantirgli un futuro certo, volle donarlo al Papa – conclude Profiti -, che ne ha sempre promosso il sostegno a tutela della salute dei bambini».
di Laura Badaracchi per Roma Sette
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