Morì nel pieno della sua attività pastorale il 4 aprile del 1945 in seguito ad un incidente mentre andava in bicicletta.
Papa Francesco ha ricevuto ieri monsignor Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, autorizzando il Dicastero a promulgare i decreti relativi a 128 nuovi prossimi beati e a 6 nuovi Venerabili Servi di Dio con il riconoscimento delle loro virtù eroiche.
Tra i nuovi beati figura l’italiano Mario Ciceri, sacerdote diocesano, nato l’8 settembre 1900 a Veduggio in provincia di Milano. Nominato coadiutore nella parrocchia di Sant’Antonino Martire a Brentana di Sulbiate, vi rimase per tutta la vita, dedicandosi, in particolare, ai giovani, alla gestione dell’Oratorio fondando una “Schola cantorum” e dando impulso all’Azione Cattolica oltre a dedicarsi lui stesso alla cura della struttura.
Scriveva uno dei suoi giovani: “Quello che meraviglia è dove trovi il tempo per attendere a tutte queste cose senza trascurare minimamente il suo ministero”, “dove siete sicuri di non trovarlo è a casa sua, che veramente non è casa sua, ma quella dei giovani”. Un’altra sensibilità particolare di don Mario fu la cura dei malati che seguiva con assiduità, specie quelli più poveri. In paese divennero quasi leggendari i racconti dei suoi mille servizi resi per amore verso di loro. Anche durante la Seconda Guerra Mondiale realizzò molte opere di carità a favore di bisognosi, dei giovani partiti per il fronte, degli ebrei e dei ricercati dai militari nazi-fascisti, fino a rischiare la vita per proteggere chi scappava dai campi di concentramento.
Morì nel pieno della sua attività pastorale il 4 aprile del 1945 in seguito ad un incidente mentre andava in bicicletta. Il decreto sull’eroicità delle virtù è stato promulgato il primo dicembre 2016.
Il miracolo, attribuito all’intercessione di don Mario riguarda la guarigione della piccola Raffaella Di Grigoli, ricoverata all’Ospedale “Valduce” di Como perché affetta da “dolicosigma”, un’anomalia del colon caratterizzata da un abnorme allungamento. L’evento risale al 1975 e la donna guarita è poi diventata mamma nel 2005 di una bambina perfettamente sana. L’iniziativa di ricorrere all’invocazione del Venerabile Servo di Dio fu presa dalla zia materna, la quale organizzò una novena e informò delle condizioni della nipotina anche la sorella di Don Ciceri, che consegnò alla famiglia di Raffaella un foulard a lui appartenuto. La mamma di Raffaella portò il foulard in ospedale e lo pose più volte come reliquia sul corpo della figlia. Alle invocazioni al Venerabile Servo di Dio si aggiunsero i parenti. È dimostrato il nesso causale tra l’invocazione e la guarigione della piccola Raffaella.
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