La Chiesa ha bisogno dello Spirito Santo. E’ quanto affermato da Papa Francesco nel discorso ai membri dell’associazione carismatica mondiale Catholic Fraternity ricevuti in occasione della loro 16.ma Conferenza internazionale. Il Pontefice ha ribadito che l’uniformità non è cattolica ed ha messo l’accento sull’ecumenismo del sangue che unisce i tanti cristiani martiri in varie parti del mondo. A guidare i carismatici, il predicatore della Casa Pontificia, padre Raniero Cantalamessa. Presente anche il pastore Giovanni Traettino, amico di lunga data di Jorge Mario Bergoglio. Il servizio di Alessandro Gisotti per la Radio Vaticana:
Condividere la stessa casa come testimonianza di unità. Papa Francesco ha iniziato il suo intervento ringraziando Catholic Fraternity e i movimenti carismatici cattolici riuniti nell’ICCRS per aver scelto di condividere lo stesso ufficio nel Palazzo San Calisto in Vaticano. Un segno che il Pontefice aveva chiesto in occasione del grande incontro allo Stadio Olimpico con il Rinnovamento Carismatico. Francesco ha centrato il suo intervento sul tema dell’unità nella diversità.
“L’uniformità – ha detto – non è cattolica, non è cristiana”. Bisogna invece cercare “l’unità nella diversità. L’unità cattolica è diversa ma è una”:
“L’unità non è uniformità, non è fare obbligatoriamente tutto insieme, né pensare allo stesso modo, neppure perdere l’identità”.
“Unità nella diversità – ha soggiunto – è precisamente il contrario, è riconoscere e accettare con gioia i diversi doni che lo Spirito Santo dà ad ognuno e metterli al servizio di tutti nella Chiesa”:
“L’unità è saper ascoltare, accettare le differenze, avere la libertà di pensare diversamente e manifestarlo! Con tutto il rispetto per l’altro che è il mio fratello. Non abbiate paura delle differenze!”.
La Chiesa, ha soggiunto, “ha bisogno dello Spirito Santo”, “ogni cristiano, nella sua vita, ha bisogno di aprire il suo cuore all’azione santificante dello Spirito Santo”. E ha esortato il mondo carismatico a condividere questa esperienza, ad “essere testimoni di questo”. Francesco si è quindi soffermato sulla lode che, ha detto, “ci dà vita, perché è l’intimità con Dio”. Il Papa ha paragonato la preghiera alla respirazione. “Quando inspiriamo, nella preghiera – ha osservato – riceviamo l’aria nuova dello Spirito e nell’espirarlo annunciamo Gesù Cristo suscitato dallo stesso Spirito”:
“Nessuno può vivere senza respirare. Lo stesso è per il cristiano: senza la lode e senza la missione non vive da cristiano. E con la lode, l’adorazione. Ma, si parla di adorare, si parla poco. ‘Ma cosa si fa nella preghiera?’ – ‘Ma chiedo cose a Dio, ringrazio, ma si fa l’intercessione…’ Ma l’adorazione, adorare Dio. Ma questo è parte di questa respirazione: la lode e l’adorazione”.
Il Papa ha rammentato che è stato il Rinnovamento Carismatico che ha “ricordato alla Chiesa la necessità e l’importanza della preghiera di lode”. Insieme alla preghiera di lode, ha detto ancora, “la preghiera di intercessione è oggi un grido al Padre per i nostri fratelli cristiani perseguitati e assassinati e per la pace nel nostro mondo sconvolto”:
“Questo si deve fare e non dimenticare che oggi il sangue di Gesù, versato dai suoi molti martiri cristiani in varie parti del mondo, ci interpella e ci spinge all’unità. Per i persecutori, noi non siamo divisi, non siamo luterani, ortodossi, evangelici, cattolici… No! Siamo uno! Per i persecutori siamo cristiani! Non interessa oltre. Questo è l’ecumenismo del sangue che oggi si vive”.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana