Avere un volto da persone redente, perdonate, non da “veglia funebre”. Ruota attorno alla gioia che scaturisce dal perdono dei peccati e dalla vicinanza del Signore, l’omelia di Papa Francesco stamani alla Messa a Casa Santa Marta. Sia la Prima Lettura sia il Vangelo (Lc 1,39-45) parlano di quella gioia profonda che viene da dentro, non la gioia di una festa. Tutta la Liturgia dà questo messaggio di gioia: “sii gioioso, sii gioiosa”.
Tre gli aspetti di questa gioia individuati dal Papa. Prima di tutto si tratta di una gioia che nasce dal perdono: “Il Signore ha revocato la tua condanna”. Il Papa, dunque, invita a rallegrarsi e a non fare una vita tiepida, proprio perché sappiamo che siamo stati perdonati: “Questa è la radice propria della gioia cristiana”. Basti pensare alla gioia di un carcerato quando gli viene commutata la pena o ai malati, ai paralitici guariti nel Vangelo. Bisogna, quindi, essere coscienti della redenzione che ci ha portato Gesù:
Un filosofo criticava i cristiani, lui si diceva agnostico o ateo, non sono sicuro, ma criticava i cristiani e diceva questo: “Ma quelli – i cristiani – dicono di avere un Redentore; io ci crederò, crederò nel Redentore quando loro avranno la faccia di redenti, gioiosi per essere redenti”. Ma se tu hai faccia di veglia funebre, ma come possono credere che tu sei un redento, che i tuoi peccati sono stati perdonati? Questo è il primo punto, il primo messaggio della liturgia di oggi: tu sei un perdonato, ognuno di noi è un perdonato.
“Dio è il Dio del perdono”, dice il Papa esortando, quindi, a ricevere questo perdono e ad andare avanti con gioia, perché il Signore perdonerà poi anche le cose che per debolezza tutti facciamo.
Il secondo invito è ad essere gioiosi, anche perché il Signore “cammina con noi” fin dal momento in cui chiamò Abramo, “è in mezzo a noi”, alle nostre prove, difficoltà, gioie, a tutto. Francesco esorta, quindi, durante la giornata a rivolgere “qualche parola al Signore che è accanto a noi”, alla nostra vita.
Quindi, il terzo aspetto è quello di non lasciarsi “cadere le braccia” nelle sventure:
Quel pessimismo della vita non è cristiano. Nasce da una radice che non sa che è stata perdonata, nasce da una radice che non ha sentito mai le carezze di Dio. E il Vangelo, possiamo dire, ci fa vedere questa gioia: “Maria gioiosa si alzò e andò in fretta”, anche la gioia ci porta in fretta, sempre, perché la grazia dello Spirito Santo non conosce la lentezza, non conosce… Lo Spirito Santo sempre va in fretta, sempre ci spinge: andare avanti, avanti, avanti come il vento nella vela, nella barca…
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Debora Donnini-Città del Vaticano
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