LEGGI: Nella Messa a Santa Marta di stamattina la preghiera di Papa Francesco anche per i detenuti!
Il Vangelo, ha detto il Papa, “è la più grande giustizia che si possa offrire al cuore dell’umanità anche se non se ne rende conto”…
Con le sue parole, trasmesse in streaming su Vatican News e non sugli schermi di Piazza San Pietro – chiusa da ieri per evitare la diffusione del coronavirus – il Papa spiega come la fame e la sete siano “bisogni primari”, che “riguardano la sopravvivenza”: “un’esigenza vitale”, quotidiana, “come è il nutrimento”. La fame e la sete di giustizia di cui parla il Gesù, tuttavia, “è ancora più profonda del legittimo bisogno di giustizia umana che ogni uomo porta nel suo cuore”.
Anche più del dolore dei poveri e degli oppressi, “che Dio conosce e condivide”, come quando è sceso a liberare il popolo di Israele. Una giustizia che viene da Dio “più grande del diritto umano o della perfezione personale”.
Una sete più profonda di quella fisica, “un desiderio posto alla radice del nostro essere”, “una fame interiore, un’inquietudine”. Quella che, come recita il Salmo 63, anela a Dio:
In ogni cuore, perfino nella persona più corrotta e lontana dal bene, è nascosto un anelito verso la luce, anche se si trova sotto macerie di inganni e di errori, ma c’è sempre la sete della verità e del bene, che è la sete di Dio. È lo Spirito Santo che suscita questa sete: è Lui l’acqua viva che ha plasmato la nostra polvere, è Lui il soffio creatore che le ha dato vita.
Per questo, ribadisce Francesco, “La Chiesa è mandata ad annunciare a tutti la Parola di Dio, impregnata di Spirito Santo”:
il Vangelo di Gesù Cristo è la più grande giustizia che si possa offrire al cuore dell’umanità, che ne ha un bisogno vitale, anche se non se ne rende conto.
Una fame che, se conservata viva, permetterà a un uomo e a una donna che si sposano di trovare sempre la strada per andare avanti. Giovani, bambini… “Ogni persona è chiamata a riscoprire cosa conta veramente, di cosa ha veramente bisogno, cosa fa vivere bene e, nello stesso tempo, cosa sia secondario e di cosa si possa tranquillamente fare a meno”.
“Che il Signore ci dia questa grazia”, conclude Francesco dallo studio della Biblioteca apostolica vaticana, “di avere questa sete di giustizia, che è proprio la voglia di trovarlo di vedere Dio e di fare il bene agli altri”.
Al termine dell’udienza, il Papa ha ringraziato la parrocchia del carcere “Due Palazzi” di Padova per la profondità delle meditazioni scritte dalla comunità del penitenziario per la Via Crucis del prossimo Venerdì Santo. “Grazie – ha detto – per aver lavorato tutti insieme”.
Fonte Vatican News – Michele Raviart
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