Categorie: Sancta Sedes

Papa Francesco chiede perdono per gli scandali. Siamo leali con le promesse che facciamo ai bambini?

In una piazza San Pietro nuvolosa, ma alla presenza di numerosi pellegrini (ed altri 700 malati collegati con video dall’Aula Paolo VI come il Papa ricorda) Francesco ha tenuto la catechesi di questo mercoledì 14 ottobre, iniziando con una richiesta di perdono. “La parola di Gesù è forte oggi” – ha detto il Pontefice – “Gesù è realista”. E ha aggiunto:  “Io vorrei, prima di iniziare la catechesi, in nome della Chiesa, chiedervi perdono per gli scandali che in questi ultimi tempi sono caduti sia a Roma che in Vaticano, vi chiedo perdono”.

Papa Francesco ha quindi parlato delle “promesse che facciamo ai bambini. Non parlo tanto delle promesse che facciamo qua e là, durante la giornata, per farli contenti o per farli stare buoni (magari con qualche innocente trucchetto: ma ti do una caramelle, queste promesse…), per invogliarli ad impegnarsi nella scuola o per dissuaderli da qualche capriccio. Parlo di altre promesse, delle promesse  più importanti, decisive per le loro attese nei confronti della vita, per la loro fiducia nei confronti degli esseri umani, per la loro capacità di concepire il nome di Dio come una benedizione. Sono promesse che noi facciamo loro”.

Ecco le parole del Pontefice all’Udienza generale.

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Oggi rifletteremo su un argomento molto importante: le promesse che facciamo ai bambini. Non parlo tanto delle promesse che facciamo qua e là, durante la giornata, per farli contenti o per farli stare buoni (magari con qualche innocente trucchetto), per invogliarli ad impegnarsi nella scuola o per dissuaderli da qualche capriccio. Parlo delle promesse più importanti, decisive per le loro attese nei confronti della vita, per la loro fiducia nei confronti degli esseri umani, per la loro capacità di concepire il nome di Dio come una benedizione.


Noi adulti siamo pronti a parlare dei bambini come di una promessa della vita. (…) E siamo anche facili a commuoverci, dicendo ai giovani che sono il nostro futuro. E’ vero. Ma mi domando, a volte, se siamo altrettanto seri con il loro futuro! (…) Una domanda che dovremmo farci più spesso è questa: quanto siamo leali con le promesse che facciamo ai bambini, facendoli venire nel nostro mondo? (…)


Accoglienza e cura, vicinanza e attenzione, fiducia e speranza, sono altrettante promesse di base, che si possono riassumere in una sola: amore. (…) Questo è il modo più giusto di accogliere un essere umano che viene al mondo, e tutti noi lo impariamo, ancora prima di esserne coscienti. (…) E’ una promessa che l’uomo e la donna fanno ad ogni figlio: fin da quando è concepito nel pensiero. I bambini vengono al mondo e si aspettano di avere conferma di questa promessa: lo aspettano in modo totale, fiducioso, indifeso.

Basta guardarli: in tutte le etnie, in tutte le culture, in tutte le condizioni di vita! Quando accade il contrario, i bambini vengono feriti da uno “scandalo” insopportabile, tanto più grave, in quanto non hanno i mezzi per decifrarlo. (…) Dio veglia su questa promessa, fin dal primo istante. Ricordate cosa dice Gesù? Gli Angeli dei bambini rispecchiano lo sguardo di Dio, e Dio non perde mai di vista i bambini (cfr Mt 18,10). Guai a coloro che tradiscono la loro fiducia, guai! Il loro fiducioso abbandono alla nostra promessa, che ci impegna fin dal primo istante, ci giudica.


E vorrei aggiungere un’altra cosa, con molto rispetto per tutti, ma anche con molta franchezza. La loro spontanea fiducia in Dio non dovrebbe mai essere ferita, soprattutto quando ciò avviene a motivo di una certa presunzione (più o meno inconscia) di sostituirci a Lui. Il tenero e misterioso rapporto di Dio con l’anima dei bambini non dovrebbe essere mai violato. (…) Il bambino è pronto fin dalla nascita per sentirsi amato da Dio. E’ pronto per questo. Non appena è in grado di sentire che viene amato per sé stesso, un figlio sente anche che c’è un Dio che ama i bambini.

I bambini, appena nati, incominciano a ricevere in dono, insieme col nutrimento e le cure, la conferma delle qualità spirituali dell’amore. Gli atti dell’amore passano ora attraverso il dono del nome personale, la condivisione del linguaggio, le intenzioni degli sguardi, le illuminazioni dei sorrisi. Imparano così che la bellezza del legame fra gli esseri umani punta alla nostra anima, cerca la nostra libertà, accetta la diversità dell’altro, lo riconosce e lo rispetta come interlocutore.
Un secondo miracolo, una seconda promessa: noi – papà e mamma – ci doniamo a te, per donare te a te stesso! E questo è amore, che porta una scintilla di quello di Dio! (…)

Solo se guardiamo i bambini con gli occhi di Gesù, possiamo veramente capire in che senso, difendendo la famiglia, proteggiamo l’umanità! Il punto di vista dei bambini è il punto di vista del Figlio di Dio. La Chiesa stessa, nel Battesimo, ai bambini fa grandi promesse, con cui impegna i genitori e la comunità cristiana. La santa Madre di Gesù – per mezzo della quale il Figlio di Dio è arrivato a noi, amato e generato come un bambino – renda la Chiesa capace di seguire la via della sua maternità e della sua fede. E san Giuseppe – uomo giusto, che l’ha accolto e protetto, onorando coraggiosamente la benedizione e la promessa di Dio – ci renda degni di ospitare Gesù in ogni bambino che Dio manda sulla terra. Grazie.
***


Brano biblico della Catechesi del Papa:
In quel tempo Gesù disse: 7 «Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che vengano scandali, ma guai all’uomo a causa del quale viene lo scandalo! 8 Se la tua mano o il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo e gettalo via da te. È meglio per te entrare nella vita monco o zoppo, anziché con due mani o due piedi essere gettato nel fuoco eterno. 10 Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.

I saluti del Santo Padre ai fedeli e pellegrini di lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai fedeli di lingua italiana.  Saluto in particolare i Superiori Maggiori dei Chierici Regolari di Somasca e le Religiose dell’Unione Superiore Maggiori d’Italia.
Sono lieto di accogliere i partecipanti al cammino dell’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia, l’Associazione Italiana Cristiana Centri ed Opere di Solidarietà di Molfetta e i soci della Banca di Viterbo.

Nel giorno in cui si fa memoria del Papa San Callisto martire, a cui sono dedicate le celebri catacombe, auguro a tutti i pellegrini convenuti a Roma che il ricordo di tanti coraggiosi testimoni di Cristo rinvigorisca la fede di ciascuno.
Porgo un pensiero speciale ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. In questo mese di ottobre siamo tutti chiamati a sostenere le missioni con la preghiera e la solidarietà. Cari giovani, accogliete con gioia l’invito del Signore a impiegare le vostre migliori energie nell’annuncio del Vangelo; cari ammalati, vi ringrazio, perché l’offerta del vostro sacrificio è molto preziosa per quanti ancora non conoscono l’amore di Dio; cari sposi, continuate a proclamare con la vita l’affetto fedele del Signore! Grazie.



A cura di Francesco Rossi per la Redazione Papaboys

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