Barbara Castelli – Città del Vaticano
La nostra società ha ottenuto “grandi risultati” in diversi “ambiti del sapere”, ma milioni di persone nel mondo ancora “soffrono la fame e la malnutrizione”. E’ la riflessione che Papa Francesco offre ai partecipanti alla 42.esima sessione del Consiglio dei governatori del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad), sul tema: “Innovazioni e iniziative imprenditoriali nel mondo rurale”. Il Pontefice chiarisce che per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile è necessario l’impegno corale della “comunità internazionale, della società civile e di quanti possiedono risorse”, perché “le responsabilità non si evadono”, ma “vanno assunte per offrire soluzioni concrete e reali”. Solo in questo modo, infatti, si potrà dire senza fare semplici slogan: “la fame non ha presente né futuro, solo passato”.
Nel discorso, pronunciato in spagnolo, Papa Bergoglio precisa che la sua presenza alla cerimonia intende portare “gli aneliti e i bisogni della moltitudine di nostri fratelli che soffrono nel mondo”, perché finalmente sia ascoltato “il loro grido” e considerate le “loro preoccupazioni”, senza dover “arrossire” guardando “i loro volti”. Si tratta di uomini e donne, infatti, che vivono in “situazioni precarie”: “l’aria è viziata, le risorse naturali prosciugate, i fiumi inquinati, i suoli acidificati, non hanno acqua sufficiente né per loro né per le loro coltivazioni; le loro infrastrutture sanitarie sono molto carenti, le loro abitazioni misere e scadenti”.
La Santa Sede incoraggia da sempre “gli sforzi compiuti dalle agenzie internazionali per affrontare la povertà” e guarda al lavoro dell’Ifad con fiducia perché possa “creare possibilità inedite”, “fugare ogni titubanza e mettere ciascun popolo in condizione di affrontare i bisogni che lo affliggono”. Pensando agli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, in modo particolare, “allo sradicamento della povertà, alla lotta contro la fame e alla promozione della sovranità alimentare”, Papa Francesco precisa che “nulla di tutto ciò sarà possibile se non si otterrà lo sviluppo rurale, uno sviluppo di cui si sta parlando da tempo ma che non si è ancora concretizzato”. “E risulta paradossale –aggiunge – che buona parte degli oltre 820 milioni di persone che soffrono la fame e la malnutrizione nel mondo viva in zone rurali, si dedichi alla produzione di alimenti e sia composta da contadini”.
Dinanzi ai problemi che “segnano negativamente il destino” di tanti individui, occorre “unire gli sforzi, ottenere consensi, stringere legami”. Le sfide attuali, infatti, “sono tanto intricate e complesse che non possiamo continuare ad affrontarle in modo occasionale, con risoluzioni di emergenza”: occorre, invece, “dare protagonismo diretto a quanti sono colpiti dall’indigenza, senza considerarli meri recettori di un aiuto che può finire col generare dipendenze”. Si tratta, ha chiarito il Pontefice, “di affermare sempre la centralità della persona umana, ricordando che i nuovi processi in gestazione non possono sempre essere integrati entro modelli stabiliti dall’esterno ma provenienti dalla stessa cultura locale”. Di qui, l’incoraggiamento all’agenzia delle Nazioni Unite a proseguire in una “maggiore decentralizzazione, promuovendo la cooperazione sud-sud, diversificando le fonti di finanziamento e le modalità di azione”.
Auspicando “un copioso raccolto di giustizia e di prosperità” per sconfiggere totalmente la fame, Papa Bergoglio parla, infine, del tema al quale l’Ifad ha dedicato la 42.esima sessione del Consiglio dei governatori: “Innovazioni e iniziative imprenditoriali nel mondo rurale”. “Bisogna puntare sull’innovazione – ha detto – sulla capacità imprenditoriale, sul protagonismo degli attori locali e sull’efficienza dei processi produttivi, per ottenere la trasformazione rurale, al fine di sradicare la denutrizione e sviluppare in modo sostenibile l’ambito agricolo”. “In questo contesto – ha concluso Papa Francesco – è necessario promuovere una ‘scienza con coscienza’ e mettere la tecnologia realmente al servizio dei poveri”.
Da 40 anni l’Ifad investe sulle popolazioni rurali consentendo loro di ridurre la povertà, aumentare la sicurezza alimentare, migliorare i livelli nutrizionali. Dal 1978 sono stati investiti 20,4 miliardi di dollari in donazioni e prestiti a tassi agevolati per finanziare progetti di cui hanno beneficiato circa 480 milioni di persone. L’Ifad è un’istituzione finanziaria internazionale e un’agenzia specializzata delle Nazioni Unite con sede a Roma – il polo delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura.
(Traduzione di lavoro dal discorso originale in spagnolo)
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