Adriana Masotti – Città del Vaticano
E’ alla prima Lettura della liturgia di oggi che Francesco dedica la sua riflessione questa mattina alla Messa a Casa santa Marta. Si tratta del brano degli Atti degli Apostoli che riporta il discorso di Paolo nella sinagoga di Antiochia.
Gli abitanti di Gerusalemme e i loro capi, dice l’apostolo, non hanno riconosciuto Gesù e lo hanno condannato, ma lui dopo essere morto è resuscitato. “E noi, conclude, vi annunciamo che la promessa fatta ai Padri si è realizzata, perché Dio l’ha compiuta per noi, loro figli, resuscitando Gesù”.
Con nel cuore questa promessa di Dio, prosegue il Papa, il popolo si è messo in cammino e con la sicurezza che gli derivava dal sapersi “un popolo eletto”. Il popolo, spesso infedele, “si fidava della promessa, perché sapeva che Dio è fedele”. E per questo andava avanti, fidandosi della fedeltà di Dio.
Anche noi siamo in cammino: noi siamo in cammino. Siamo in cammino … e quando facciamo questa domanda – “Sì, in cammino: ma in cammino, dove?” – “Sì, in cielo!” – “E cosa è, il cielo?”. E lì, incominciamo a scivolare nelle risposte, non sappiamo bene come dire “cosa è il cielo”. E tante volte pensiamo a un cielo astratto, un cielo lontano, un cielo … sì, si sta bene lì … Alcuni pensano: “Ma, sarà un po’ noioso stare lì, tutta l’eternità?”. No: il cielo non è quello. Noi camminiamo verso un incontro: l’incontro definitivo con Gesù. Il cielo è l’incontro con Gesù.
Il Papa dice che dobbiamo tornare su questo pensiero: “Io sto camminando nella vita per incontrare Gesù”. Un incontro che ci farà godere per sempre, afferma Francesco. Ma poi si domanda: “cosa fa Gesù, nel frattempo? E risponde: non sta seduto ad aspettarmi ma, come dice il Vangelo, lavora per noi. Lui stesso infatti ha detto: “Abbiate fede anche in me” e ”Vado a prepararvi un posto”. “E qual è il lavoro di Gesù? L’intercessione. La preghiera di intercessione”.
Gesù prega per me, per ognuno di noi. Ma questo dobbiamo ripeterlo per convincerci: Lui è fedele e Lui prega per me. In questo momento.
Francesco ricorda le parole di Gesù nell’Ultima Cena, quando a Pietro promette: “io pregherò per te”. E dice: quello che dice a Pietro l’ha detto a tutti noi: “Io prego per te” .
E ognuno di noi deve dire: ‘Gesù sta pregando per me’, sta lavorando, ci sta preparando quel posto. E Lui è fedele; Lui è fedele: lo fa, perché lo ha promesso. Il cielo sarà questo incontro, un incontro con il Signore che è andato lì a preparare il posto, l’incontro di ognuno di noi. E questo ci dà fiducia, fa crescere la fiducia.
Gesù è il sacerdote intercessore, fino alla fine del mondo. “Che il Signore ci dia questa consapevolezza di essere in cammino con questa promessa – conclude il Papa – il Signore ci dia questa grazia: di guardare su e pensare: ‘Il Signore sta pregando per me’ ”.
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