Nel Regina Coeli della terza domenica di Pasqua, Francesco commenta il brano evangelico dell’incontro del Risorto con i discepoli di Emmaus. Sottolinea l’importanza di rileggere alla sera la nostra vita insieme a Gesù, attraverso un esame di coscienza quotidiano aprendo il cuore senza difese, così che anche ciò che sembra faticoso e fallimentare può apparire sotto un’altra luce
Antonella Palermo – Città del Vaticano
Nella catechesi del Regina Coeli in piazza San Pietro, Papa Francesco approfondisce il brano dell’incontro tra i discepoli, tristi e rassegnati per la morte del Maestro, e Gesù, che si affianca a loro senza che essi lo riconoscono. Li invita, come raccontano le Scritture, a ripercorrere le loro vicende e così li aiuta a rileggere i fatti in modo diverso, alla luce della Parola di Dio. Su questo si sofferma il Pontefice.
L’importanza di rileggere la nostra vita con Gesù
Di fronte a ciò che ci accade ogni giorno, dice il Papa, agli smarrimenti e alle solitudini in cui possiamo ritrovarci, ricercare e sentire la compagnia di Gesù stempera delusioni e preoccupazioni e restituisce speranza.
Il Vangelo di oggi ci invita a raccontare tutto a Gesù, con sincerità, senza temere di disturbarlo, senza paura di dire cose sbagliate, senza vergognarci della nostra fatica a capire. Il Signore è contento quando ci apriamo a Lui; solo in questo modo può prenderci per mano, accompagnarci e tornare a farci ardere il cuore (cfr v. 32). Allora anche noi, come i discepoli di Emmaus, siamo chiamati a intrattenerci con Lui perché, quando si fa sera, Egli rimanga con noi (cfr v. 29).
Francesco suggerisce un metodo, in cui si ravvisa peraltro la sua spiritualità ignaziana: dedicare un momento, ogni sera, a un breve esame di coscienza. Si tratta di aprire il cuore, portando a Lui persone, scelte, paure, cadute e speranze, “per imparare gradualmente a guardare le cose con occhi diversi”.
Davanti all’amore di Cristo, anche ciò che sembra faticoso e fallimentare può apparire sotto un’altra luce: una croce difficile da abbracciare, la scelta del perdono di fronte a un’offesa, una rivincita mancata, la fatica del lavoro, la sincerità che costa, le prove della vita familiare ci potranno apparire sotto una luce nuova, quella del Crocifisso Risorto, che sa fare di ogni caduta un passo in avanti.
Il Papa precisa di assumere un atteggiamento che chiameremmo sana ‘passività’: “è importante togliere le difese”, afferma: “lasciare tempo e spazio a Gesù, non nascondergli nulla, portargli le miserie, farsi ferire dalla sua verità, lasciare che il cuore vibri al soffio della sua Parola”.
Possiamo cominciare oggi, dedicare, questa sera, un momento di preghiera durante il quale chiederci: com’è stata la mia giornata? Quali sono state le sue perle, magari nascoste, per cui ringraziare? C’è stato un po’ di amore in quello che ho fatto? E quali sono le cadute, le tristezze, i dubbi e le paure da portare a Gesù perché mi apra vie nuove, mi risollevi e mi incoraggi?
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