Benedetta Capelli – Città del Vaticano per Vaticannews.va
Forte e dolce. Potente e gentile. Papa Francesco, per definire lo Spirito Santo nell’omelia della Messa di Pentecoste nella Basilica di San Pietro, ricorre ad immagini che sembrerebbero opporsi tra di loro e invece sono espressione dell’azione che proprio lo Spirito soffia in noi e alimenta la missione della Chiesa. Il “paraclito” che trasforma i cuori, rende anche audaci nel diffondere il messaggio del Vangelo a tutti, “non con prepotenza e imposizioni – afferma il Papa – il cristiano non è prepotente, la sua forza è un’altra, è la forza dello Spirito; nemmeno coi calcoli e colle furbizie”, ma “con l’energia che viene dalla fedeltà alla verità, che lo Spirito insegna ai nostri cuori e fa crescere in noi”.
E così non ci arrendiamo, ci arrendiamo allo Spirito, non ci arrendiamo alla forza del mondo, ma continuiamo a parlare di pace a chi vuole la guerra, , a parlare di perdono a chi semina vendetta, a parlare di accoglienza e solidarietà a chi sbarra le porte ed erige barriere, a parlare di vita a chi sceglie la morte, a parlare di rispetto a chi ama umiliare, insultare e scartare, a parlare di fedeltà a chi rifiuta ogni legame, confondendo la libertà con un individualismo superficiale, opaco e vuoto. Senza lasciarci intimorire dalle difficoltà, né dalle derisioni, né dalle opposizioni che, oggi come ieri, non mancano mai nella vita apostolica.
Francesco si sofferma sulla potenza del vento e del fuoco, simboli della forza di Dio. Senza tale potenza, – sottolinea – “noi, da soli, non riusciremmo mai a sconfiggere il male, né a vincere i desideri della carne” …
…l’impurità, l’idolatria, le discordie, le invidie … (e con lo Spirito si può vincere, Lui ci dà la forza per fare perché Lui entra nel nostro cuore “arido, rigido e gelido” rovinando le nostre relazioni con gli altri e dividendo le nostre comunità: e Lui entra in questo cuore e guarisce tutto.
“Contemporaneamente l’agire del Paraclito in noi – spiega il Papa – è anche gentile”. Ricorre all’esempio di una mano callosa che dissoda le zolle e poi mette a riparo “le pianticelle della virtù”, proteggendole con amore e assaporando poi, “dopo la fatica del combattimento contro il male, la dolcezza della misericordia e della comunione con Dio”. Vento e fuoco dunque non distruggono: uno riempie la casa dei discepoli e l’altro si posa sulle loro teste in forma di fiammelle. È questa l’azione dello Spirito:
Così è lo Spirito: forte, ci dà la forza per vincere, e anche delicato. Si parla dell’unzione dello Spirito, lo Spirito ci unge, è con noi. Come dice una bella preghiera della Chiesa antica: «La tua mitezza rimanga, o Signore, con me e così i frutti del tuo amore!»
Il soffio dello Spirito cambia i cuori e infonde audacia. Come gli apostoli, afferma il Papa, siamo chiamati ad annunciare il Vangelo, andando oltre “anche al di là delle barriere etniche e religiose, per una missione veramente universale”, con forza e gentilezza.
E allo stesso tempo che lo facciamo con questa forza, il nostro annuncio vuol essere gentile, per accogliere tutti – non dimentichiamo questo: tutti, tutti, tutti; non dimentichiamo quella parabola degli invitati a festa che non sono voluti andare: “Andate agli incroci delle strade e portate tutti, tutti, tutti, buoni e cattivi, tutti”. Lo Spirito ci dà la forza per andare avanti e chiamare tutti, con quella gentilezza … ci dà la gentilezza di accogliere tutti.
“Tutti noi, fratelli e sorelle, – aggiunge il Papa – abbiamo tanto bisogno di speranza, che non è ottimismo” ma “un’ancora” alla quale tendere con la corda della speranza.
Abbiamo bisogno di speranza, abbiamo bisogno di alzare gli occhi su orizzonti di pace, di fratellanza, di giustizia e di solidarietà. È questa l’unica via della vita, non ce n’è un’altra. Certo, purtroppo, spesso non appare facile, anzi a tratti si presenta tortuosa e in salita, la via, è vero. Ma noi sappiamo che non siamo soli, abbiamo questa sicurezza che con l’aiuto dello Spirito Santo, con i suoi doni, insieme possiamo percorrerla e renderla sempre più percorribile anche per gli altri
Al termine dell’omelia, Francesco esorta a rinnovare la fede continuando a pregare lo Spirito:
Vieni, Spirito Creatore, illumina le nostre menti,
riempi della tua grazia i nostri cuori, guida i nostri passi,dona al nostro mondo la tua pace.Amen.
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