L’accesso all’acqua, in particolare a quella potabile, “questione prioritaria per la vita del pianeta e per la pace tra i popoli” e che “riguarda tutti”, è lo spunto per Francesco, parlando all’organizzazione di volontariato “Ho avuto sete” che realizza progetti umanitari in varie parti del mondo, per evidenziare che questo e altri problemi della Terra necessitano di un impegno unitario e per condannare la corsa agli armamenti.
Tiziana Campisi – Città del Vaticano per Vaticannews.va
“Certe scelte non sono neutrali” afferma il Papa, e “destinare gran parte della spesa alle armi, vuol dire toglierla ad altro” e “continuare a toglierla ancora una volta a chi manca del necessario”.
E questo è uno scandalo: le spese per le armi. Quanto si spende per le armi: terribile! Non so quale percentuale del Pil, non lo so, non mi viene la cifra esatta, ma un’alta percentuale. E si spende nelle armi per fare le guerre e così – non solo questa, che è gravissima, che stiamo vivendo adesso, e noi la sentiamo di più perché è più vicina, ma in Africa, in Medio Oriente, in Asia, le guerre, continue… Questo è grave. È grave. Creare la coscienza che spendere in armi, in armi, in armi sporca l’anima, sporca il cuore, sporca l’umanità.
Ma Francesco denuncia anche l’inutilità di campagne internazionali per combattere i mali del pianeta quando si continua a ricorrere alla guerra, a camminare indietro e a dover ricominciare ancora.
A che serve impegnarci tutti insieme, solennemente, a livello internazionale, nelle campagne contro la povertà, contro la fame, contro il degrado del pianeta, se poi ricadiamo nel vecchio vizio della guerra, nella vecchia strategia della potenza degli armamenti, che riporta tutto e tutti all’indietro?
Specialmente in Africa, ci sono popolazioni che più di altre soffrono la mancanza di accesso all’acqua potabile, evidenzia il Papa, ricordando che “la vita sulla Terra dipende dall’acqua” e che tutti per vivere ne abbiamo bisogno. Da qui l’invito a cercare soluzioni attraverso il dialogo e la collaborazione.
Perché, allora, farci la guerra per conflitti che dovremmo risolvere parlandoci da uomini? Perché non unire piuttosto le nostre forze e le nostre risorse per combattere insieme le vere battaglie di civiltà: la lotta contro la fame e contro la sete; la lotta contro le malattie e le epidemie; la lotta contro la povertà e le schiavitù di oggi. Perché?
Di fronte a tali problematiche, conclude Francesco, è da apprezzare l’impegno della piccola organizzazione “Ho avuto sete”, che lavora “su un punto critico, e lo fa bene, e nel modo giusto”, come “tante altre realtà di volontariato”. Infine, il Papa evidenzia quanto forte sia il volontariato in Italia, definendolo un’eredità culturale da custodire bene, e ringrazia l’associazione “Ho avuto sete” incoraggiandola ad andare avanti.
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