Un incoraggiamento alla “comunità cristiana e civile a impegnarsi sempre di più nella costruzione di una società giusta, libera dai condizionamenti malavitosi e pacifica, dove le persone oneste e il bene comune siano tutelati dagli organi competenti”. E’ il messaggio inviato dal Papa ai familiari delle vittime di mafia riuniti in questi giorni a Locri per la Giornata della Memoria e dell’impegno, che sarà celebrata il 21 marzo, promossa da Libera con il sostegno della Conferenza episcopale calabra.
A leggere la lettera di Papa Francesco alle centinaia di familiari delle vittime innocenti di mafia è stato il segretario della Cei, mons. Nunzio Galantino, che ha portato loro il saluto e la vicinanza spirituale del Santo Padre. “Sua Santità – ha riferito mons. Galantino – auspica che l’incontro aiuti a riflettere sulle cause delle numerose violazioni del diritto e della legalità, che in non pochi casi sfociano in episodi di violenza e fatti delittuosi”. “Con tali voti – conclude la lettera – Papa Francesco, mentre assicura la sua preghiera per quanti combattono la piaga sociale del crimine e della corruzione, adoperandosi per un futuro di speranza, di cuore invia la benedizione apostolica”.
Dopo la lettura del messaggio, Mons. Galantino ha poi rivolto, sempre a nome di Francesco, alcune riflessioni ai parenti delle vittime di mafia. “Il vostro lutto, il vostro dolore e la vostra sofferenza- ha detto il segretario della Conferenza episcopale italiana- non possono e non devono restare chiusi nella vostra casa e nella cerchia dei vostri parenti e conoscenti”, ma “portati con grande dignità in pubblico, devono provocare rimprovero, vergogna e condanna per coloro che hanno provocato questi lutti per realizzare i propri piani di sopraffazione malavitosa”.
Quindi, mons. Galantino ha rivolto “un richiamo alla responsabilità” per chi amministra la cosa pubblica. “Incontrando queste persone – ha detto il presule – devono sentire forte il bisogno di prendere con chiarezza le distanze dal malaffare, devono avvertire forte lo schifo del compromesso e della vicinanza di chi vi ha privato di un affetto”.
“Il vostro lutto il vostro dolore e la vostra sofferenza – ha poi concluso mons. Galantino – hanno tanto da dire anche a noi. Deve essere sempre chiaro a tutti che con parole forti e gesti credibili la Chiesa è lontana mille miglia da chi con arroganza e prepotenza vuole imporre logiche di sopraffazione e di malavita, da chi a volte cerca in maniera subdola di strumentalizzare la Chiesa e le realtà sacre per coprire le proprie malefatte. Di fronte a chi guida la macchina della violenza della sopraffazione e della morte noi dobbiamo fare tutto il necessario per strappare il volante della violenza dalle mani della malavita. Senza risparmiarci”.
Anche i vescovi della Conferenza episcopale siciliana ribadiscono che “la Chiesa è lontana anni luce dal malaffare“, aggiungendo: “Tutti coloro che, in qualsiasi modo deliberatamente, fanno parte della mafia o ad essa aderiscono o pongono atti di connivenza con essa – hanno aggiunto i vescovi siciliani – sappiano di essere e di vivere in insanabile opposizione al Vangelo di Gesù Cristo e, per conseguenza, alla sua Chiesa”.
Bisogna prosciugare le paludi dell’arbitrio della corruzione, dove la mafia prospera, dice il capo dello Stato, sottolineando che i mafiosi non hanno senso dell’onore o del coraggio. Come Chiese di Calabria abbiamo accolto l’invito di Papa Francesco ad essere fermento di una società animata dal Vangelo che s’impegna quotidianamente nella lotta alla ‘ndrangheta e nella formazione ai valori della legalità, della solidarietà e della partecipazione civile”. Lo ha detto il vescovo di Locri-Gerace mons. Francesco Oliva nel suo intervento all’incontro dei familiari delle vittime di mafia con il Capo dello Stato Sergio Mattarella nell’ambito della Giornata della memoria e dell’impegno organizzato da Libera.
Fonte: it.radiovaticana.va