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Papa Francesco: contro l’indifferenza e la paura servono gesti concreti di amore!

Papa Francesco parla alla Casa Buon Samaritano: gesti concreti di amore contro indifferenza e paura. E si augura soluzioni per il Venezuela!

L’amore per il prossimo attraverso gesti concreti e quotidiani per tenere lontana l’indifferenza, il disprezzo, la paura di contaminarsi. La carezza del Papa agli ospiti de “La Casa Hogar del Buen Samaritano” affetti dal virus dell’HIV. Al termine la recita dell’Angelus e gli appelli per Filippine, Colombia e Venezuela

Cecilia Seppia – Città del Vaticano

E’ un altro gesto all’insegna della misericordia e della carità quello che il Papa compie raggiungendo questo piccolo angolo di pianeta, rifugio per tanti giovani e adulti malati, vittime dell’HIV. Qui, a “La Casa Hogar del Buen Samaritano” si palesa il volto della Chiesa al servizio dei poveri, che tende mani, che soccorre e accoglie quanti vivono la condanna dell’Aids, quanti lottano contro la tossicodipendenza, l’abbandono, l’emarginazione da parte della società. Ecco perché, sebbene diversa da quella vissuta ed espressa in tanti incontri di questa GMG, la gioia continua a risuonare. “Grazie Santo Padre Grazie perché la sua visita è carica di molto significato… La sua presenza ci rivela che Dio ascolta le nostre grida”, dice padre Domingo Escobar, direttore della Casa Famiglia mentre saluta Francesco a nome di tutti. Sotto gli occhi commossi del Pontefice i 60 ospiti, ragazzi e ragazze assistiti anche da altri centri (San Juan Pablo II, Hogar San José e “Casa del Amor”, della Congregazione Hermanos de Jesús Kkottongnae), lo ringraziano con i sorrisi, con i fiori, con i doni fatti a mano e le canzoni scritte per l’occasione, come quella intonata dal piccolo Abrahan Guerra di 13 anni.

Nascere di nuovo

“Stare con voi è per me motivo di rinnovare la speranza. Grazie perché lo rendete possibile!” esordisce il Papa nel suo discorso incentrato sulla possibilità di una vita nuova in Cristo che arriva quando lo Spirito ci dona occhi per vedere gli altri, non solo come nostri vicini ma come nostri prossimi e per andare loro incontro con gesti concreti, lasciando da parte le teorie, i discorsi belli ed elevati, che poi non trovano attuazione.

Preparando questo incontro ho potuto leggere la testimonianza di un membro di questa casa che mi ha toccato il cuore perché diceva: «Qui sono nato di nuovo». Questa casa, e tutti i centri che voi rappresentate, sono segno della vita nuova che il Signore ci vuole donare. È facile confermare la fede di alcuni fratelli quando la si vede agire ungendo ferite, sanando speranza e incoraggiando a credere. Qui non nascono di nuovo solo coloro che potremmo chiamare “beneficiari primari” delle vostre case; qui la Chiesa e la fede nascono e si rinnovano continuamente per mezzo della carità

Lasciarsi commuovere dal prossimo

E sono ancora i volti e le storie, descritti dal Papa come il vero motivo per cui continua a viaggiare, a prevalere nelle sue parole. Volti che Francesco, sull’esempio di Gesù, invita a saper riconoscere nel prossimo qualunque esso sia.

Il prossimo è soprattutto un volto che incontriamo nel cammino, e dal quale ci lasciamo muovere e commuovere: muovere dai nostri schemi e priorità e commuovere intimamente da ciò che vive quella persona, per farle posto e spazio nel nostro andare.

L’indifferenza uccide

Così – prosegue il Papa – lo intese il Buon Samaritano davanti all’uomo che era stato lasciato mezzo morto al bordo della strada non solo da alcuni banditi, ma anche dall’indifferenza di un sacerdote e di un levita che non ebbero il coraggio di aiutare, chi per qualche “misera moneta” chi per paura di “contaminarsi” o per disprezzo e disgusto sociale. “L’indifferenza, grida il Papa ferisce e uccide”, al pari di un virus.

Il buon Samaritano, come tutte le vostre case, ci mostrano che il prossimo è prima di tutto una persona, qualcuno con un volto concreto, reale e non qualcosa da oltrepassare e ignorare, qualunque sia la sua situazione. È un volto che rivela la nostra umanità tante volte sofferente e ignorata. È un volto che scomoda felicemente la vita perché ci ricorda e ci mette sulla strada di ciò che è veramente importante e ci libera dal banalizzare e rendere superflua la nostra sequela del Signore.

Il volto materno e silenzioso della Chiesa

Casa Hogar e luoghi come questo – insiste il Pontefice – rivelano il volto silenzioso e materno della Chiesa che normalmente non si vede o passa inosservato ma che sempre “è segno della concreta misericordia e tenerezza di Dio, segno vivo della buona notizia della resurrezione che agisce oggi nella nostra vita”. Francesco parla poi del bisogno di creare “casa”, di essere famiglia sentendosi uniti gli uni agli altri superando i vincoli utilitaristici o funzionali, e suggerisce di farlo con gesti semplici, quotidiani.

Una casa, lo sappiamo tutti molto bene, ha bisogno della collaborazione di tutti. Nessuno può essere indifferente o estraneo, perché ognuno è una pietra necessaria alla sua costruzione. Questo implica il chiedere al Signore che ci dia la grazia di imparare ad aver pazienza, a perdonarci; imparare ogni giorno a ricominciare… Così si attua il miracolo di sperimentare che qui si nasce di nuovo; qui tutti nasciamo di nuovo perché sentiamo efficace la carezza di Dio che ci rende possibile sognare il mondo più umano e, perciò, più divino.

Sotto il manto di Maria

Infine ringrazia i volontari, i benefattori, le istituzioni e quanti rendono possibile che l’amore di Dio si faccia concreto e reale fissando lo sguardo dell’altro e riconoscendolo come prossimo. Quindi affida i presenti, i loro dolori e le ferite, alla tenerezza della Vergine.

Chiediamo a Lei, che come buona Madre è esperta di tenerezza e di vicinanza, di insegnarci ad essere attenti per scoprire ogni giorno chi è il nostro prossimo e di incoraggiarci ad andargli incontro prontamente e potergli offrire una casa, un abbraccio dove possa trovare protezione e amore di fratelli. Una missione in cui siamo tutti coinvolti.

Dopo aver ricevuto i doni e i saluti da parte degli ospiti delle case famiglia, Francesco benedice la prima pietra di 4 nuovi centri di assistenza sul modello della Casa del Buon Samaritano che nasceranno nasceranno in Giamaica e Argentina, Paraguay e ancora a Panama.

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