Debora Donnini – Città del Vaticano per Vaticannews.va
Il Signore ci ha lasciato un Memoriale che “guarisce la nostra memoria” segnata da ferite e tristezze, trasformandoci in portatori di gioia e capaci di prenderci cura di chi ha fame. Questo Memoriale è la Messa che “è un tesoro da mettere al primo posto nella Chiesa e nella vita”. Lo ricorda il Papa alla Celebrazione Eucaristica del Corpus Domini in un’omelia dai forti tratti esistenziali. Presenti una cinquantina di persone all’Altare della Cattedra nella Basilica di San Pietro insieme al cardinale Comastri e a monsignor Lanzani, rispettivamente Arciprete e Delegato della Basilica. Una Messa che gli ultimi due anni era stata celebrata a Ostia e a Casal Bertone. Una Messa seguita dall’Adorazione e dalla Benedizione Eucaristica e quest’anno, a causa della pandemia, senza la tradizionale processione.
Servono catene di solidarietà
E’ fondamentale fare memoria riunendosi come popolo, dice il Papa richiamandosi alle Letture odierne, ricordare il bene ricevuto dagli interventi di Dio nella nostra vita. Si tratta di una memoria che guarisce “la nostra memoria orfana”, “la memoria negativa” e “la nostra memoria chiusa”, evidenzia il Papa dipanando il senso di questi tre aspetti del vivere umano. Non solo. L’Eucaristia “spegne in noi la fame di cose e accende il desiderio di servire”:
Ci rialza dalla nostra comoda sedentarietà, ci ricorda che non siamo solo bocche da sfamare, ma siamo anche le sue mani per sfamare il prossimo. È urgente ora prenderci cura di chi ha fame di cibo e dignità, di chi non lavora e fatica ad andare avanti. E farlo in modo concreto, come concreto è il Pane che Gesù ci dà. Serve una vicinanza reale, servono vere e proprie catene di solidarietà. Gesù nell’Eucaristia si fa vicino a noi: non lasciamo solo chi ci sta vicino!
L’Eucaristia è un fatto
E se la memoria è sentirsi parte di una storia e va trasmessa di generazione in generazione, bisogna anche farne esperienza e quindi il Signore non ha lasciato solo parole ma un memoriale, un Pane che ha il sapore del suo amore, nel quale “Lui è vivo” e ricevendolo possiamo dire che il Signore si è ricordato di noi. Gesù infatti dice “Fate questo in memoria” e il Papa sottolinea proprio quel “fate”: “L’Eucaristia non è un semplice ricordo, è un fatto: è la Pasqua del Signore che rivive per noi” e nella Messa “la morte e la risurrezione di Gesù sono davanti a noi”.
Gesù può ribaltare le nostre vite, guarendo la memoria orfana
L’Eucaristia sana quindi la memoria orfana segnata da “delusioni cocenti”, inflitte magari da chi avrebbe dovuto dare amore e invece “ha reso orfano il cuore”. Non si può però cambiare il passato, ma Dio può guarire “queste ferite immettendo nella nostra memoria un amore più grande: il suo”. L’Eucaristia “risana la nostra orfanezza” e ci dà l’amore di Gesù, “che ha trasformato un sepolcro da punto di arrivo a punto di partenza e allo stesso modo può ribaltare le nostre vite”.
Guarire dalla memoria negativa per essere portatori di gioia
Ma Gesù guarisce anche la “memoria negativa”, quella che richiama sempre le cose che non vanno e ci lascia l’idea che “non siamo buoni a nulla”. Il Signore, “che è davvero innamorato di noi”, ama il bello e buono che siamo. Sa “che il male e i peccati non sono la nostra identità” ma “malattie” che viene a curare proprio con l’Eucaristia che “contiene gli anticorpi per la nostra memoria malata di negatività” e che ci trasforma in “portatori di Dio”. Il peso della caduta non ci schiaccerà. Quindi “con Gesù possiamo immunizzarci dalla tristezza”, dice il Papa esortando i cristiani a non essere portatori di critiche e lamentale, a non piangersi addosso. “Questo non migliora nulla, mentre la gioia del Signore cambia la vita”.
Solo aprendoci ci liberiamo dalla paralisi del cuore
Ma c’è anche “una memoria chiusa” da cui guarire quando quelle ferite che abbiamo dentro ci rendono “paurosi e sospettosi” e alla lunga “cinici e indifferenti” comportandoci con arroganza verso gli altri. Il Papa sottolinea l’inganno di questo atteggiamento:
Solo l’amore guarisce alla radice la paura e libera dalle chiusure che imprigionano. Così fa Gesù, venendoci incontro con dolcezza, nella disarmante fragilità dell’Ostia; così fa Gesù, Pane spezzato per rompere i gusci dei nostri egoismi; così fa Gesù, che si dona per dirci che solo aprendoci ci liberiamo dai blocchi interiori, dalle paralisi del cuore. Il Signore, offrendosi a noi semplice come il pane, ci invita anche a non sprecare la vita inseguendo mille cose inutili che creano dipendenze e lasciano il vuoto dentro.
Infine il Papa esorta anche a riscoprire l’adorazione che prosegue in noi l’opera della Messa e ci guarisce dentro. La Messa del Corpus Domini è infatti seguita dall’adorazione e dalla Benedizione Eucaristica che suggellano questa Solennità.