Il saluto di Papa Francesco alla benedizione delle candele davanti alla cappellina delle apparizioni di Fatima: no a immagini “soggettive” che fanno apparire la Madonna «migliore» di Gesù: «Dobbiamo anteporre la misericordia al giudizio»
È scesa ormai la notte sulle oltre trecentomila persone che abbracciano Papa Francesco nella spianata della Cova da Iria, di fronte al grande santuario di Fatima, nel luogo dove cento anni fa tre bambini – due dei quali stanno per essere proclamati santi – videro la Madonna e ricevettero un segreto che ha attraversato la storia del Novecento. Ci sono migliaia di candele accese, mentre un vento freddo ha dissolto il tepore del sole del pomeriggio. La processione serale con le candele e la preghiera del Rosario sono appuntamenti caratteristici del santuario.
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Il Papa saluta i pellegrini, dice di portarli «tutti nel cuore», «specialmente quelli che più ne hanno bisogno», come l’apparizione aveva insegnato ai tre pastorelli dopo aver mostrato loro la visione dell’inferno. «Ella, Madre dolce e premurosa di tutti i bisognosi – ha aggiunto – ottenga loro la benedizione del Signore! Su ciascuno dei diseredati e infelici ai quali è stato rubato il presente, su ciascuno degli esclusi e abbandonati ai quali viene negato il futuro, su ciascuno degli orfani e vittime di ingiustizia ai quali non è permesso avere un passato, scenda la benedizione di Dio incarnata in Gesù Cristo».
Francesco ha spiegato che «nessun’altra creatura ha visto risplendere su di sé il volto di Dio come» Maria. Il Papa ha quindi citato le parole usate da Paolo VI durante un pellegrinaggio a Cagliari nel 1970: «Se vogliamo essere cristiani, dobbiamo essere mariani, cioè dobbiamo riconoscere il rapporto essenziale, vitale e provvidenziale che unisce la Madonna a Gesù, e che apre a noi la via che a Lui ci conduce».
Ma Bergoglio ha anche approfittato dell’occasione del saluto serale per sgomberare il campo da modi di considerare la Madonna non consoni al Vangelo. «Pellegrini con Maria… Quale Maria? – si è chiesto – Una Maestra di vita spirituale, la prima che ha seguito Cristo lungo la “via stretta” della croce donandoci l’esempio, o invece una Signora “irraggiungibile” e quindi inimitabile? La “Benedetta per avere creduto” sempre e in ogni circostanza alle parole divine, o invece una “Santina” alla quale si ricorre per ricevere dei favori a basso costo? La Vergine Maria del Vangelo, venerata dalla Chiesa orante, o invece una Maria abbozzata da sensibilità soggettive che La vedono tener fermo il braccio giustiziere di Dio pronto a punire: una Maria migliore del Cristo, visto come Giudice spietato; più misericordiosa dell’Agnello immolato per noi?».
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È evidente qui il richiamo a non cedere a catastrofismi e a visioni che presentano la Madonna come «migliore» e «più misericordiosa» di Dio Padre e di Cristo. «Grande ingiustizia si commette contro Dio e la sua grazia – ha detto ancora Francesco – quando si afferma in primo luogo che i peccati sono puniti dal suo giudizio, senza anteporre – come manifesta il Vangelo – che sono perdonati dalla sua misericordia!».
«Dobbiamo anteporre la misericordia al giudizio – ha ricordato il Pontefice – e, comunque, il giudizio di Dio sarà sempre fatto alla luce della sua misericordia. Ovviamente la misericordia di Dio non nega la giustizia, perché Gesù ha preso su di sé le conseguenze del nostro peccato insieme al dovuto castigo. Egli non negò il peccato, ma ha pagato per noi sulla croce». Ecco perché «siamo liberi dai nostri peccati» e «mettiamo da parte ogni forma di paura e timore, perché non si addice a chi è amato». Non dunque una fede basata sulla paura, sul rincorrere segreti e visioni, ma fondata sul Vangelo e sull’amore.
«Ogni volta che guardiamo a Maria – ha continuato Francesco – torniamo a credere nella forza rivoluzionaria della tenerezza e dell’affetto. In Lei vediamo che l’umiltà e la tenerezza non sono virtù dei deboli ma dei forti, che non hanno bisogno di maltrattare gli altri per sentirsi importanti». Bergoglio ha augurato ai presenti di poter diventare «con Maria, segno e sacramento della misericordia di Dio che perdona sempre, perdona tutto». Così da poter dire: «A causa dell’orgoglio del mio cuore, ho vissuto distratto dietro le mie ambizioni e i miei interessi, senza riuscire però a occupare alcun trono, o Signore! L’unica possibilità di esaltazione che ho è questa: che la tua Madre mi prenda in braccio, mi copra con il suo mantello e mi collochi accanto al tuo cuore».
Dopo la recita del Rosario, Papa Francesco ha lasciato la piazza in papamobile sedendosi però a fianco all’autista, sul sedile davanti e non in piedi, indietro, come di consueto. Probabilmente un modo per non distrarre i fedeli dal clima generale di preghiera, proseguito con la messa celebrata dal cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato.
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di Andrea Tornielli, inviato a Fatima per Vatican Insider