Oggi la natura umana è sempre più ridotta a materia plasmabile secondo qualsiasi disegno, occorre salvarla dalle colonizzazioni ideologiche, da egoismo e menzogna che mascherano i vizi in virtù, gli interessi economici in bene comune: è l’accorato appello lanciato dal Papa durante l’incontro con i partecipanti alla plenaria della Pontificia Accademia per la Vita che si sta svolgendo sul tema delle virtù nell’etica della vita.
Il rischio – ha affermato il Papa – è sempre quello “di chiamare bene il male e male il bene”. Così è vero che oggi ci sono molte istituzioni “impegnate nel servizio alla vita” ma “ci sono anche tante strutture preoccupate più dell’interesse economico che del bene comune”. “Nel nostro tempo”, infatti, “alcuni orientamenti culturali non riconoscono più l’impronta della sapienza divina nelle realtà create e neppure nell’uomo”:
“La natura umana rimane così ridotta a sola materia, plasmabile secondo qualsiasi disegno. La nostra umanità, invece, è unica e tanto preziosa agli occhi di Dio! Per questo, la prima natura da custodire, affinché porti frutto, è la nostra stessa umanità. Dobbiamo darle l’aria pulita della libertà e l’acqua vivificante della verità, proteggerla dai veleni dell’egoismo e della menzogna”.
Il Papa ribadisce l’urgenza di “accogliere e curare la vita umana, secondo la dignità che in qualsiasi circostanza le appartiene”:
“La cultura contemporanea conserva ancora le premesse per affermare che l’uomo, quali che siano le sue condizioni di vita, è un valore da proteggere; tuttavia, essa è spesso vittima di incertezze morali, che non le consentono di difendere la vita in maniera efficace. Non di rado, poi, può accadere che sotto il nome di virtù, si mascherino ‘splendidi vizi’”.
Quindi, ha aggiunto a braccio:
“Io vorrei ripetere qui una cosa che ho detto parecchie volte: dobbiamo stare attenti alle nuove colonizzazioni ideologiche che subentrano nel pensiero umano, anche cristiano, sotto forma di virtù, modernità, atteggiamenti nuovi, ma sono colonizzazioni, cioè tolgono la libertà, e sono ideologiche, che hanno paura della realtà come Dio l’ha creata”.
E’ “la dinamica del cuore indurito: più il cuore è inclinato all’egoismo e al male, più è difficile cambiare” e “quando il cuore si corrompe, gravi sono le conseguenze per la vita sociale”: si arriva – come dice il profeta Geremia – a cercare solo il proprio interesse, “a spargere sangue innocente, a commettere violenze e angherie”.
“Tale condizione – ha proseguito il Papa – non può cambiare né in forza di teorie, né per effetto di riforme sociali o politiche. Solo l’opera dello Spirito Santo può riformare il nostro cuore, se noi collaboriamo”. Parlare di virtù “non è una questione ‘cosmetica’, un abbellimento esteriore” ma “si tratta di sradicare dal cuore i desideri disonesti e di cercare il bene con sincerità”. “Anche nell’ambito dell’etica della vita – ha spiegato il Papa – le pur necessarie norme, che sanciscono il rispetto delle persone, da sole non bastano a realizzare pienamente il bene dell’uomo. Sono le virtù di chi opera nella promozione della vita l’ultima garanzia che il bene verrà realmente rispettato”:
“Oggi non mancano le conoscenze scientifiche e gli strumenti tecnici in grado di offrire sostegno alla vita umana nelle situazioni in cui si mostra debole. Però manca tante volte l’umanità. L’agire buono non è la corretta applicazione del sapere etico, ma presuppone un interesse reale per la persona fragile. I medici e tutti gli operatori sanitari non tralascino mai di coniugare scienza, tecnica e umanità”.
Questo l’invito conclusivo del Papa:
“Quanti si dedicano alla difesa e alla promozione della vita possano mostrarne anzitutto la bellezza. Infatti, come «la Chiesa non cresce per proselitismo ma “per attrazione”» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 14), così la vita umana si difende e promuove efficacemente solo quando se ne conosce e se ne mostra la bellezza. Vivendo una genuina compassione e le altre virtù, sarete testimoni privilegiati della misericordia del Padre della vita”.
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Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va/Sergio Centofanti)
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